Poco distante.

 

C’è un locale, vicino ad una scogliera della Bretagna, dalle parti di Lannion: un posto caratteristico ed anche piuttosto rinomato, dove servono soprattutto dei piatti tipici di quella zona, ma non soltanto. Alla partenza loro quattro erano rimasti d’accordo per divertirsi a cucinare e a consumare ogni pasto dentro al proprio camper ben attrezzato, ma adesso che sono giunti praticamente a metà di tutta la vacanza, si sono resi conto che qualcosa ha fatto calare leggermente quell’entusiasmo di vita comune che avevano all’inizio, per quella meravigliosa casa viaggiante. Difatti quando Renato distrattamente ha detto, mentre consultava una guida turistica, che a lui sarebbe proprio piaciuto andarci in quel bel ristorante indicato sulla pagina che aveva sotto agli occhi, anche gli altri senza farsi tanti problemi hanno subito annuito. Così nel pomeriggio si sono fermati per un momento là di fronte, per vedere il posto personalmente, ed alla fine hanno prenotato un tavolo per l’ora di cena, apprezzando distrattamente, ma con un certo desiderio, l’ambiente caldo e confortevole della grande sala da pranzo. Naturalmente più tardi si sono presentati al cameriere indossando per la serata il loro miglior abbigliamento, e poi si sono seduti al posto prenotato. <<Mi piace>>, ha spiegato Sandra una volta sistemata, interpretando in questo modo il pensiero di tutti, e subito ha iniziato a tradurre agli altri il ricco menù che si è rapidamente ritrovata sotto agli occhi. Crepes, funghi, crostacei, carni e pesce, oppure ricche insalate, a Le Yaudet si possono ordinare molti piatti diversi, si tratta soltanto di avere le idee chiare su ciò che si desidera assaggiare.

Il cameriere è cortese e sorridente, conosce bene qualche parola d’italiano, ma mentre prende le ordinazioni del tavolo si fa serio e spiega in due parole che questo è un momento difficile per la Francia, divisa com’è tra le legittime motivazioni dei gilet gialli disperati, ed un governo che non sta operando male, ma forse non riesce a prendere delle decisioni giuste. Lina dice di voler provare delle crepes al formaggio, ma se ne resta a testa bassa, come incapace di avere delle opinioni precise su quella realtà sofferta da tutti i francesi. Renato invece desidera mangiare dei crostacei, ma anche del pesce atlantico, mentre Antonio sembra attratto dalla carne locale, soprattutto montone, e persino un assaggio di andouille, una tipica salsiccia affumicata di quella zona. A Sandra dispiace non poter dare un parere preciso sulle manifestazioni di Parigi, però tutto quell’argomento per lei resta confuso, così si limita a chiedere quale sia la città più vicina bersagliata dalle manifestazioni. <<A Nantes>>, risponde lui; <<le persone tirano sassi alle forze dell’ordine, e i poliziotti naturalmente rispondono con i lacrimogeni>>. Lei ordina il piatto caratteristico del locale, e poi lascia che il discorso cada, senza trovare niente da chiedere ancora.

Il ristorante, al piano superiore, ha anche delle stanze d’albergo, e Renato dice che per rompere la monotonia forse a lui piacerebbe rimanere a dormire in una camera in muratura per quella notte, ed anche per farsi una doccia senza l’incubo perenne della mancanza d’acqua, ma Lina ed Antonio non sono affatto d’accordo, tanto che dicono subito di essere disposti a starsene tranquillamente da soli dentro al camper, se lui e Sandra decidessero di restare a Le Yaudet. Sandra pare non abbia un’opinione precisa neppure su questo, anche se è comunque disponibile, tanto che alla fine lascia decidere al marito, che si informa subito sulla possibilità di tenere in albergo anche il loro piccolo boxer. Alla fine ogni cosa pare accordarsi, e tutti quanti sembrano proprio soddisfatti di quella cena, complimentandosi con il cameriere che così porta il conto e lascia ai quattro la possibilità di trattenersi ancora un po’ presso quel tavolo, anche se adesso non appaiono più troppo loquaci. <<Va bene>>, fa Lina alzandosi in piedi e senza particolari espressioni; <<adesso è proprio l’ora di tornarcene a casa>>. Antonio le va subito dietro, e gli altri due si preparano a seguirli, almeno per andare nel camper a prendere il cane e le cose che possono servirgli per quella notte.

<<Siamo stati bene>>, dice Antonio, quasi fosse quello il finale della loro convivenza sulla casa viaggiante; ma lo dice soltanto per scherzo, riferendosi seriamente soltanto alla loro cena. Si accordano poi rapidamente su un orario comodo per tutti in cui passare, la mattina seguente, a prendere in albergo Sandra e Renato; subito dopo avviano il motore dell’autocaravan, salutano frettolosamente i loro amici, e quindi se ne tornano a riprendere posto nello stesso parcheggio comodo e silenzioso dove si erano fermati nel pomeriggio, assolutamente poco distante.

Bruno Magnolfi

Poco distante.ultima modifica: 2022-03-21T18:38:45+01:00da magnonove
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