Navicella interstellare.

 

Lui si sente a posto. Quando si mette alla guida di quel loro grosso camper prova su di sé tutta la responsabilità di ciò che sta facendo, ma non ne prova alcuna ansia, ed anzi se ne ritiene persino un po’ orgoglioso. Gli piace che agli altri sia possibile restarsene perfettamente tranquilli sul retro a parlare o ad occuparsi di qualcosa: magari cercare sulle cartine il luogo migliore dove sostare per un’ora o due, oppure un posto dove fermarsi per trascorrere la notte; perché tanto alla strada e alla guida ci sta pensando lui, anche se si tratta di strade minori e costiere, spesso strette, piene di curve e poco agevoli, proprio come quelle che stanno percorrendo in questa mattinata. Il motore gira bene, il serbatoio del carburante è quasi pieno, e l’olio è stato rabboccato da appena un paio di giorni. Tutto il resto è lontano, distante, come l’orizzonte indefinito sopra questo mare celtico, o davanti al golfo di Biscaglia, dove navi e imbarcazioni di ogni genere hanno incrociato per secoli alla ricerca ogni volta di chissà che cosa. La vita è qui, invece, adesso, dentro questo scatolone viaggiante che non ha neppure una meta definita, salvo proseguire su queste strade bretoni a scrutare vedute panoramiche, angoli nascosti ed incantevoli, scogliere scure e levigate dall’oceano. Il mondo è soltanto un pensiero remoto, con cui non si ha quasi più niente da spartire, se non le poche cose necessarie per la prosecuzione del viaggio. Così lui certe volte immagina il percorso esistenziale: un sentiero impervio durante il quale scansare buche ed anfratti, e mettere in campo ogni necessaria abilità per riuscire bene in questa navigazione difficile e complessa.

Qualcuno gli ha ricordato tante volte che la vita è fatta soprattutto di continue scelte, ed anche della migliore destrezza possibile nel decidere l’indirizzo giusto verso cui dirigersi, ma lui non ha mai dato troppo ascolto a tutto questo, e spesso e volentieri ha lasciato che il caso si prendesse su di sé la responsabilità di qualsiasi risoluzione. Ha quasi sempre preferito il percorso, insomma, piuttosto che la destinazione finale, ed anche adesso si sente profondamente rilassato mentre prosegue a mantenere le ruote del suo camper sull’asfalto, anche se non sa perfettamente verso dove si protende quella strada, e quando sarà il momento giusto per fermarsi e spegnere il motore. Dietro forse parlano, intavolano piccoli progetti, osservano le varie zone che il camper sta attraversando, mentre scorrono le immagini fuori dai finestrini accanto a loro; eppure quella lontananza positiva dalla realtà che prova lui, forse gli altri non sono neanche capaci di metterla perfettamente a fuoco alla stessa maniera; ed allora ecco che si perdono di nuovo nel cercare le ragioni profonde che muovono le cose, le persone, i desideri, tutte le idee. Forse è lui quello sbagliato, non saprebbe dirlo adesso, però sa che ha sempre guardato in avanti, probabilmente senza accorgersi del tutto di qualche piccolo dettaglio sul fondo della propria visuale.

La felicità è qualcosa che ha la durata di un solo momento, e poi riprende subito il solito snodarsi delle cose. Gli piace questo viaggio, è stato forse lui quello ad insistere di più per questo tipo di vacanza in quattro, anche se adesso gli pare che qualche differenza di carattere tra di loro abbia provocato delle crepe e anche certi piccoli solchi nella serenità superficialmente prevista. Non ha molta importanza forse: lui sa per certo che si ritroveranno tutti per tanto tempo in avanti a ricordare ancora questa gita: ne saranno contenti sempre di più, nel corso degli anni, fino ad avere una duratura e ferrea memoria, ma soltanto dei lati maggiormente positivi di tutto quanto, dimenticando in fretta e senza strascichi qualche eventuale incomprensione scaturita tra di loro nel tragitto. Lui non ha niente in contrario con quelle manifestazioni che si stanno tenendo in Francia dalla gente dei gilet gialli. Ma niente di tutto ciò lo coinvolge davvero, ed il loro camper adesso è come fosse una navicella autonoma nello spazio interstellare, almeno dentro alla sua immaginazione, priva degli scambi veri e propri con quelle intelligenze con cui si trova casualmente ad avere un esile e remoto contatto radio, spesso e volentieri quasi una semplice interferenza nel grande vuoto buio in cui loro si ritrovano ad essere solamente di passaggio.

Bruno Magnolfi

 

Navicella interstellare.ultima modifica: 2022-03-17T15:51:44+01:00da magnonove
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