Proposte.

 

<<Non mi sento troppo bene>>, dice Renato mentre tutt’e quattro, con il loro camper, si stanno spostando appena di qualche chilometro, dopo aver fatto scorte alimentari dentro un grande ipermarché di Lannion, in Bretagna, per andare così a cercare qualche buon posto dalle parti di Punta di Toul-Ar-Staon, dove stazionare, trascorrere la serata, e quindi pernottare. <<È come se queste poche curve mi avessero messo lo stomaco in subbuglio>>, aggiunge. Antonio, che sta guidando in questo momento, va subito a parcheggiare il mezzo dentro una piazzola al lato della strada, per permettere a Renato di scendere e di muovere le gambe. <<Ho portato delle pillole, per questi casi>>, dice sua moglie Sandra, e mentre gli porge anche mezzo bicchiere d’acqua gli altri sono attratti, proprio accanto al luogo dove si sono andati a fermare, dal largo spiazzo dove sorge il grande menhir di Saint-Uzec, un obelisco in puro granito grigio della zona, alto otto metri, eretto tra il quarto e il secondo secolo A.C. e poi scolpito e trasformato, durante un’epoca molto più recente, in un vero monumento alla cristianità. <<Interessante>>, dice Lina. <<Prendere un manufatto del genere, e poi modificarlo per scopi del tutto differenti da quelli per cui era stato eretto secoli prima. E’ un po’ come la storia dell’uomo e di tutte le sue religioni, capaci di intervenire, spesso anche con prepotenza, nei casi in cui si desiderava sottomettere qualcuno, se non con le proprie armi, almeno con la professione della fede>>. Gli altri tre riflettono, Renato si sta riprendendo, e mentre tutti dopo aver visitato il luogo stanno tornando verso il camper, lui dice che forse pare assomigliare a quanto va accadendo in questo momento a Parigi e nelle altre città maggiori della Francia.

Sandra, sua moglie, si ribella con impeto: <<mi pare proprio qualcosa di imparagonabile>>, dice subito. <<Con questo monumento si è cercato di dare degli ideali superiori a della gente che non ne aveva affatto, proprio come i Celti non cristianizzati in quegli anni. I gilet gialli invece sono individui autoconvocati che in questo momento si mettono assieme per darsi più forza contrattuale contro il governo centrale>>. <<Va bene>>, dice Lina un po’ sgarbatamente. <<In tutti e due i casi però gli individui sembrano quasi degli invasati che vogliono dagli altri quello che non riescono ad ottenere da loro stessi>>. Cala il silenzio tra i quattro, proprio nel momento in cui raggiungono fortunatamente il loro camper, così salgono di nuovo ai propri posti e poi ripartono, senza commentare null’altro. Però il movimento dei gilet gialli ha messo in mezzo a loro un malumore che difficilmente ormai riesce ad essere in qualche modo soffocato. Si profila quasi come un elemento in più tra le incomprensioni che serpeggiano anche con troppa facilità negli ultimi due o tre giorni.

Le acque della Manica poco più avanti appaiono calme e romantiche in questo scorcio di giornata. Sandra, una volta fermi vicino ad una spiaggia che appare come una tavola scura ed immensa, dichiara subito che sta per portare a fare un giro il suo cane Ettore, ma nessuno si offre di accompagnarla, mentre invece tutti paiono rilassarsi per iniziare forse a pensare soltanto ai piatti da preparare per la cena. Antonio più degli altri appare perplesso: non sa chi possa aver ragione nella diatriba in atto sui manifestanti di Parigi, però c’è qualcosa nelle parole di sua moglie che solo faticosamente riesce a sopportare. Per questo apre subito il cofano motore del loro camper ed inizia a controllare i livelli dei liquidi del motore e poi anche tutte le altre cose che riguardano la meccanica del loro mezzo: sente come la necessità di distrarsi, di pensare ad altro, di occuparsi di qualcosa. Renato invece, seduto da solo nella zona posteriore della loro casa viaggiante, osserva Lina poco più là che ha appena aperto il frigorifero e sta scegliendo gli ingredienti per la cena.

<<Perché mi guardi?>>, chiede allora lei distrattamente dopo poco. Lui attende un momento. <<Perché mi piaci>>, le dice alla fine sottovoce mentre si alza in piedi. Lei sorride e lascia correre, evitando con accuratezza di volgere minimamente lo sguardo verso Renato. Poi a sua volta lascia trascorrere qualche attimo, e quindi a voce bassa gli fa: <<e cosa sarebbe che ti piace tanto di me?>>, lasciando risaltare l’indubbia malizia di una frase come questa. Lui allora le va vicino, finge di guardare qualcosa dentro la dispensa, e intanto le accarezza un braccio, come per limitarsi a quello che è possibile. <<Potremmo preparare delle insalate miste, e poi metterle nei piatti insieme a del formaggio>>, dice Lina come per distogliere l’attenzione di Renato. <<D’accordo>>, dice lui, <<mi pare proprio sia la cosa migliore da proporre, per questa sera>>.

Bruno Magnolfi

Proposte.ultima modifica: 2022-02-18T18:51:23+01:00da magnonove
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