Senza una briciola di saggezza.

 

E’ fatta la frittata. Proprio adesso, ora che mi sono giocato tutto e ho perso. Non posso neppure tornare a casa, almeno fino a quando non capirò quali siano i risultati, lì pronti ad aspettarmi. Devo dormire nella mia macchina, evitare luoghi conosciuti, sparire agli occhi di chiunque, e poi attendere. Attendere un segno, un gesto, un risultato. Sono nelle mani e nelle parole di una ragazzetta, che può fregarmi tutto, oppure può salvarmi, senza che io sappia minimamente cosa farà. Era spaventata, lo so, comprendo il suo stato, e appena rientrata in casa forse ha sibilato subito il mio nome; oppure no. Suo padre avrà voluto sapere ogni dettaglio, le avrà estorto sicuramente tutti i particolari, abituato com’è a conoscere tutto quello che succede; oppure no. Resisti Franca, penso; non dirgli niente delle mie stupidaggini, non fare il mio nome, inventa qualcosa: un amico ubriaco, uno scherzo scemo, una sciocchezza senza conseguenze; oppure no.

Non lo so; il mio è un delirio. Volevo stare vicino a questa ragazzetta, capire tutto di lei, come se fosse chissà chi, come se tra le note del suo pianoforte ci fosse stato fin dall’inizio il mio destino, come se lei fosse lì per aver compreso tutto anche di me e di ogni altra cosa, come se potesse lei spiegarmi, farmi capire, dirmi, proprio lei, quali scelte compiere. E poi non ho più resistito, e allora: <<Franca>>, le ho detto; <<passa attraverso di te il mio futuro; e il mio riscatto di persona destinata al niente; di uno stupido, proiettato in mezzo a tutti come un numero. Tu che hai la testa e anche tante altre possibilità, fai uno sforzo adesso, porgimi una mano>>. Sembrava facile, e invece era soltanto un trabocchetto, l’avvisaglia di una scorciatoia falsa, impossibile, soltanto assurda. Mi sono fermato, <<questo adesso lo devi almeno riconoscere>>, perché mi sono reso conto d’improvviso che la mia scorciatoia avrebbe soltanto fatto male a tutti.

Adesso puoi inventarti un pezzo nuovo sul tuo pianoforte, magari con dei suoni lenti, dolci, armoniosi, che mostrano la vertigine di una mente disgraziata come la mia, che normalmente porta tutto fuori strada, senza volersi abbassare al suo destino innato. Lentamente, si perde ogni razionalità, si vaga per un cammino di cui non si comprende neppure il senso, e ci si perde, perché non si può far altro. Forse era già prevista un’interruzione brusca tra il nostro tentare di conoscersi, perché il corto circuito tra ragazzi così diversi come siamo noi, arriva rapido, senza che neppure lo vogliamo. Adesso puoi semplicemente rovinarmi, e far mettere alla porta anche mia madre, che lavora a casa tua da tanti anni. Non so neppure con chi io stia parlando, forse con me stesso, per mettere in fila tutti i miei guai. Perché con Franca non potrò più parlare, questo almeno appare chiaro. Non potrò più neppure avvicinarla, qualsiasi cosa accada.

Per un attimo, giusto poco fa, mi sono sentito quasi un guerriero, insieme a lei al mio fianco, come se la vittima potesse stare dalla parte del carnefice. Mesi e anni trascorsi a costruire qualcosa che serva nel futuro, e poi azzerare di colpo ogni futuro, questo ciò che si è verificato. Ho creduto per un attimo nel riscatto di tutto questo tempo dentro un gesto solo, e nel massimo del gesto sono caduto, forse per il mio stesso orgoglio. Chissà come doveva andare tutta la faccenda dentro la mia testa, adesso non riesco più neppure a stabilirlo. Ma so soltanto che da forte come mi sentivo, ho raggiunto in quell’attimo il massimo possibile della debolezza, consegnando me stesso nelle mani di questa ragazza, che forse ha semplicemente scambiato con me qualche parola qualche volta, e magari anche soltanto per pena o cortesia, considerata la diversità profonda che ci ha sempre separato. Sono nelle sue mani, comunque, e mi ci sono messo da solo.

Chiudere gli occhi, e far trascorrere in un attimo tutto il tempo che mi serve per diventare un altro, per modificare la struttura di tutti i miei pensieri, e togliere da dentro di me quel dolore che a volte provo per non riuscire ad essere pacato, serio, senza quei colpi di testa che mi caratterizzano. Vorrei essere un anziano, adesso, uno di quelli che girano osservando con attenzione tutto il mondo, e poi portare con me, proprio come loro, quella piccola saggezza che mi manca, quel senso delle cose giuste, fatte bene, che non mi faccia mai restare nella bocca l’amarezza che ho provato già in certe situazioni; la stessa che, in questo momento, sembra quasi il sapore vero della mia esistenza.

Bruno Magnolfi

Senza una briciola di saggezza.ultima modifica: 2021-11-22T16:52:56+01:00da magnonove
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