Confuso sentire.

 

Infine, il giorno assegnato per il previsto esame di ammissione al Conservatorio, arriva proprio come qualsiasi altra scadenza, anche se Franca sembra quasi trovarsi sorpresa che sia proprio oggi la data fissata per sostenere la prova. Però si sente tranquilla, esce da casa con i suoi spartiti ordinati dentro una semplice cartella, un vestito piuttosto appropriato, i capelli ben pettinati, e la certezza che il maestro Bottai sia riuscito a preparare adeguatamente il suo bagaglio musicale, almeno per non sfigurare. Entra timidamente, si siede da sola in attesa per una buona mezz’ora, infine viene fatta accomodare di fronte alla commissione che dovrà giudicare le capacità che ha riservato per loro. Davanti agli occhi hanno già la sua domanda ben scritta, corredata di tutto ciò che le era stato richiesto, ed adesso ogni sviluppo dipende soltanto da lei. Le vengono poste delle domande, poi si tratta di eseguire tre pezzi a sua scelta tra una rosa di una ventina di brani. Franca, seduta ad un pianoforte per i concerti, esegue subito, senza interrompere mai la propria concentrazione, prima Chopin, poi Liszt, e infine Debussy. Quindi si passa ad uno dei Preludi e Fuga di Bach, e poi alla presentazione di un movimento per ogni autore, in tutto non inferiore a quindici minuti di tempo, e lei opta per Schubert, Schumann e infine Ravel.

Seguono le prove di solfeggio, solfeggio cantato, lettura a prima vista di autore sconosciuto, e notazione su pentagramma di un brano appena ascoltato. Poi si passa al colloquio di carattere motivazionale. Franca dice persino che è interessata alla musica contemporanea, ma la commissione non sembra dare molto peso a questo argomento. Infine le si chiede di uscire dall’aula: l’eventuale idoneità all’ammissione per i corsi sarà pubblicata in seguito tramite affissione, anche se il Presidente si alza e si congratula subito con lei per la preparazione mostrata. Franca esce dal Conservatorio, non crede di aver fatto qualcosa di particolare, soltanto quello che le ha insegnato il maestro con le sue lezioni pacate, pazienti, leggermente pignole, però adesso potrà studiare sul serio, confrontarsi con diversi insegnanti autorevoli, proporre il suo modo personale di vivere e sentire la musica. Il ritorno decide di farselo a piedi, camminando lentamente sui marciapiedi fino alla sua abitazione, mentre la propria testa le sembra piena di pensieri e di riflessioni: le piacerebbe tantissimo avere vicino Lorenzo, ad esempio, giusto per abbracciarlo con slancio, e dirgli che adesso va tutto benissimo, e che non devono più mostrarsi distanti quando stanno seduti nel banco del loro liceo, anche se lui in questo momento si trova a scuola, e quindi è impossibile.

Però da una persona potrebbe fermarsi: dal suo caro maestro Bottai, giusto per ringraziarlo e dirgli quali pezzi le hanno fatto suonare, e come sono andate le cose davanti alla commissione. Ma alla fine, scorrendo lungo le strade e in mezzo alla gente, le monta sempre di più la necessità di starsene sola, e di assaporare tra sé quelle preziose congratulazioni, almeno per oggi, senza scambiarle con anima viva, come se fossero una piccola cosa, poco importante, quasi una sciocchezza qualsiasi, però molto intima, solamente una sua stretta prerogativa. In fondo non c’è niente di più esauriente che gustare a fondo qualcosa che si è sempre desiderato, e Franca adesso vuole spingersi lì, in quel piccolo anfratto, anche se tutto questo alla fine non riesce a mostrarsi del tutto sufficiente. C’è altro che si agita dentro di lei, ed il solo contenimento di questo entusiasmo, è già qualcosa di poco spiegabile, quasi un istinto del cuore che sembra trascinarla.

Poi arriva a casa, sorride a sua madre, dice semplicemente che le cose per lei sembra proprio siano andate a buon fine; quindi, dopo un attimo, si rifugia nella sua stanza, a rinfrescarsi, cambiarsi d’abito, legare i capelli dietro la nuca, guardarsi a lungo davanti allo specchio del suo vano armadio, ed iniziare infine a piangere forte e in silenzio, forse soltanto per lo scioglimento progressivo della tensione accumulata, o magari per una valutazione errata delle sue stesse emozioni, oppure ancora per qualche sensazione scomposta, ed infine per qualcosa che ora non riesce del tutto a comprendere neppure lei. E’ un periodo confuso, penserà poi più tardi per giustificarsi così con se stessa. Un momento di quelli che forse contano maggiormente di qualsiasi altro momento, ma del quale non si sente capace di godere appieno, forse per alcuni risvolti ancora sconosciuti, tanto questo appare mescolato e confuso con tanti altri elementi, quasi un sentire pressoché indecifrabile.

Bruno Magnolfi

Confuso sentire.ultima modifica: 2021-10-18T16:56:41+02:00da magnonove
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