Sono solo un presuntuoso.

 

<<Non sono fatti miei>>, dice la signora Clara mentre serve la solita tazza di tè al maestro Bottai, che come ogni mattina, dentro alla stanza di casa adibita a studio, sta riordinando gli appunti per i suoi insegnamenti di pianoforte; <<però sono rimasta male quando ha deciso di non dare più delle lezioni a quella ragazza>>. Il maestro sul momento non dice niente: non gli piace neppure un po’ quella maniera della sua governante di girare attorno ad un qualsiasi argomento, piuttosto che porre una domanda diretta, e sempre con quel tono da persona indifferente a ciò che non la riguarda, toccando invece anche argomenti spinosi e difficili. Ringrazia con un cenno per il tè, quindi torna a sprofondarsi nelle sue partiture. <<Non è una ragazza qualsiasi>>, dice poi dopo parecchi minuti, mentre la donna spolvera un mobile. <<E’ la signorina Franca Neri, la migliore che sia passata da questo appartamento negli ultimi anni: attenta, curiosa, brava, sotto tutti gli aspetti. Forse talmente capace da riuscire a mettermi qualche volta persino in difficoltà>>. Clara intanto osserva il Bottai, riflette piuttosto a lungo su cosa potrebbe rispondere, magari ricordando al maestro quanto abbia in fastidio quei ragazzetti strimpellatori con cui continua ogni pomeriggio a perdere tempo, così come afferma certe volte lui stesso, ma decide alla fine di non dire nulla, ad evitare problemi.

<<Lei potrebbe chiedermi adesso come sia possibile che per uno stupido orgoglio da vecchio insegnante, in questo preciso momento, io mi stia giocando la possibilità di contribuire alla formazione di una vera pianista, una ragazza che le note le pensa, prima ancora di eseguirle. Però lei non lo fa>>, dice ancora il Bottai alzando leggermente la voce, <<perché ha già deciso dentro di sé che è proprio così, e che quindi è persino inutile parlare con un presuntuoso quale io mi sto dimostrando ai suoi occhi>>. La signora Clara rimane immobile, colpita da queste parole, poi riprende con le sue piccole attività, limitandosi a portare la tazza da tè quasi vuota in cucina. Si sente subito colpita nel vivo da ciò che ha ascoltato, soprattutto perché, anche se non direbbe mai delle cose del genere, ciò che ha appena ascoltato ricalca esattamente quanto aveva pensato in precedenza introducendo quell’argomento, anche se adesso le dispiace ovviamente di aver fatto infuriare il maestro, comprendendo benissimo come quella che lui ha preso sia stata una decisione probabilmente ancora più sofferta di quanto si sarebbe realmente aspettata.

Dopo qualche minuto, forse anche per tutto questo, lei avverte con due parole il Bottai che sta per recarsi dal solito droghiere, di fronte alla strada, ad acquistare qualcosa che le manca per la preparazione del pranzo; ci impiegherà dieci minuti, gli dice, mentre indossa la giacca. Il maestro però non la guarda e neppure prova a risponderle, sempre immerso come prima nei propri pensieri, Clara non aggiunge altro e si limita a chiudere la porta alle sue spalle per poi senza fretta scendere le scale condominiali. Non ci sarebbe niente di male, pensa Clara, nel parlare qualche volta delle cose che più di altre sembrano tormentarci; però lui è un testone, crede sempre di poter fare tutte le sue cose come se certe scelte non ricadessero qualche volta proprio su noi stessi, mettendoci alla prova più di quanto ci saremmo mai immaginati. Nel negozio dei generi alimentari c’è il solito esercente, e quando Clara entra all’interno le viene quasi da sbuffare, come avesse qualcosa da dovergli per forza spiegare, qualcosa che non riesce più a tenere soltanto per sé. <<Con il maestro ci vuole pazienza>>, fa il commerciante; <<tanti anni passati davanti al pubblico, in teatri e sale da concerto, ne hanno fatto sicuramente una personalità difficile e scostante>>. La governante annuisce, procede con i suoi acquisti, forse avrebbe voglia di lamentarsi ancora di qualcosa, ma si trattiene. Poi prende la sua busta, paga il negoziante e infine se ne va.

Nella casa del maestro apparentemente niente si è mosso durante la sua breve assenza, e Clara entra dentro dirigendosi subito in cucina per sistemare i suoi acquisti. C’è silenzio nelle altre stanze, probabilmente il Bottai è ancora seduto davanti al suo pianoforte, pensa lei. E invece no, arriva alle sue spalle giusto un attimo dopo, con lo sguardo a terra, confuso e abbacchiato, e soltanto per dire: <<ho sbagliato, me ne sto rendendo conto soltanto adesso; dobbiamo richiamare al più presto Franca Neri>>, e Clara vorrebbe scoppiare a ridere, ma naturalmente si trattiene.

Bruno Magnolfi

Sono solo un presuntuoso.ultima modifica: 2021-09-18T16:45:31+02:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo