Chiarezza immediata.

 

Oggi sto a casa. Forse più tardi farò semplicemente un salto al negozio dei generi alimentari per l’acquisto di qualche provvista di cui ho proprio necessità, poi comunque tornerò subito indietro, per rientrare tra queste mura accoglienti del mio appartamento, a leggere, a pensare, sistemare qualcosa, e a fare nient’altro di più. Inizio subito col riordinare al meglio la cucina, svuotando la lavastoviglie e poi ripulendo con cura e precisione le superfici dei pensili e dei fornelli, poi getto un’occhiata fuori dai vetri del finestrone che immette al mio giardinetto sul retro. Corrado, oltre la recinzione che divide le nostre due proprietà, non è ancora là fuori che si occupa come sempre delle sue piante da fiore. Non voglio apparire insistente, perciò non mi voglio mostrare anche se è in casa, perciò attendo, così come  mi sono proposto, che sia esattamente lui a cercarmi, sempre nel caso in cui avvertisse la voglia insistente di parlare con qualcuno. Trascorre in questo modo purtroppo quasi metà della mattinata, cioè senza che avvenga niente di nuovo. Preparo qualcosa per il pranzo, ascolto un notiziario alla radio e mi muovo sempre più nervosamente tra la cucina e la camera da letto, senza combinare niente di particolare. Infine sento una voce che chiama il mio nome. E’ il mio vicino di casa, rifletto, non c’è nessun dubbio, ma avverto dal timbro con cui sta scandendo il mio nome, che vuol lanciarmi anche un segnale di leggerezza, come per togliere quel senso di apprensione che negli ultimi giorni è parso caratterizzare i suoi comportamenti.

Dopo qualche momento, mi affaccio al giardino socchiudendo con calma la porta finestra sul retro, poi guardo verso Corrado, e mi accorgo subito che non è affatto da solo. Allora mi abbottono di fretta la giacca da camera, ed esco del tutto, scendendo con flemma i tre gradini di pietra che conducono sul cortile a ridosso del mio appartamento, mentre cerco di comprendere rapidamente, tramite una serie di occhiate colme di curiosità, chi sia mai questa persona che non ho neppure mai visto prima di adesso. <<Ti presento Angelica>>, fa subito lui da oltre la recinzione divisoria, indicandomi una donna dall’età piuttosto avanzata, comunque con i capelli di un bel color mogano, e dei vestiti abbastanza ricercati ed eleganti. <<E’ mia cugina>>, aggiunge poi abbassando la voce, come per mettermi al corrente di un segreto della sua famiglia. Io faccio sporgere una mano sopra la rete il cui limite rimane fortunatamente ad un’altezza non eccessiva, e stringo per  un attimo appena la punta delle dita della mano di lei, mentre Corrado le dice che io sono il famoso Domenico, cioè il suo vicino di casa. Ho subito notato, nell’espressione della donna che in questo momento mi rimane di fronte, una certa serietà; che forse non vuole significare durezza, e neppure un eccessivo contegno, mi immagino; ma probabilmente soltanto una mancata abitudine al sorriso aperto; cioè, come un’inclinazione decisa alla compostezza. <<Piacere di conoscerla>>, dico a lei assumendo immediatamente un’espressione coerente con la sua, aggiungendo soltanto, tanto per riempire il conseguente vuoto di parole immancabile in questi casi, che quello dove si trova è <<il regno assoluto del giardiniere Corrado, l’individuo dal pollice più verde di tutti>>.

Angelica sembra sorridere, anche se in questo attimo noto immediatamente che non sta mutando quasi niente sulla sua faccia, e poi lei si guarda subito attorno, come a spiegare che per proprio carattere non è proprio il caso di perdere del tempo ulteriore, e che le cose per cui è venuta fin qua, per la prima volta io credo, hanno assolutamente la priorità su qualsiasi altra eventuale sciocchezza. Mi allontano di un passo mentre lei fa altrettanto, la guardo voltarsi di fianco come per un frettoloso congedo, quindi con voce impostata: <<Allora arrivederci>>, le dico; e vorrei subito aggiungere: <<Angelica>>, tanto per mostrare che ho gradito parecchio fare la sua conoscenza; ma mi fermo e mi mordo la lingua, proprio per non mostrare di essere una persona troppo leggera. Mi piace questa donna, lo ammetto: risalgo i gradini per rientrare dentro casa mia quasi indugiando, ed intanto rifletto che tutto al contrario avrei voglia di fermarmi a lungo con lei, qui o in qualsiasi altro luogo possibile, anche soltanto per parlare senza alcun freno di tutto quello che a lei e anche a me possa venire alla mente, con semplicità, restando l’uno di fronte all’altra, come a mostrare vicendevolmente di essere due persone che in un solo attimo si sono sentite in qualche maniera già simili: capaci di comprendersi al volo, senza bisogno neppure di troppe parole per fare chiarezza.

Bruno Magnolfi

Chiarezza immediata.ultima modifica: 2021-04-13T20:32:56+02:00da magnonove
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