Minuzie non irrivelabili.

 

Lo sto praticamente ignorando; questo è il comportamento che mi sono sentito di adottare da qualche giorno a questa parte. Lui d’altra parte non cerca neppure di evitarmi, come magari mi sarei potuto immaginare, ma neanche tenta di attaccare una conversazione esaustiva con me, non andando oltre, quando mi incontra, ad un normale saluto tra due conoscenti che abitano uno accanto a quell’altro. Si chiama Corrado, il mio vicino, ma siccome da piccolo tendevano in molti a soprannominarlo Corradino, in seguito, per tutti coloro che lo hanno frequentato di più, è diventato semplicemente Dino, ed anche adesso che decisamente è un po’ più avanti con gli anni, lui prosegue a presentarsi sempre in questa esatta maniera. Così oggi l’ho chiamato con questo nome, insomma con una certa familiarità, anche se naturalmente proseguo, come sempre ho fatto, a dargli del lei e a dimostrare per la sua persona lo stesso rispetto che desidero, anzi pretendo, sia adottato nella solita maniera anche nei miei confronti. La mia curiosità però è forte, e dopo che lui mi ha superficialmente accennato a dei seri problemi di insonnia e di nervosismo durante tutto quest’ultimo periodo, il mio desiderio di venire a conoscenza del motivo scatenante nei riguardi di questa sua profonda agitazione, si è ormai fatto per me sempre più intollerabile.

<<Buongiorno, Domenico>>, fa lui come sempre; e poi resta in silenzio. <<Come va oggi?>>, chiedo invece io restando su dei termini vaghi, mentre mi avvicino appena di un passo alla recinzione che divide i nostri rispettivi giardinetti. Lui osserva qualcosa dietro di me, sembra prendere tempo, muove un piede e si guarda per un secondo la scarpa che ha allungato sopra la ghiaia, quindi torna a darmi un’occhiata nella stessa maniera di quando si è sentito chiamare, ma alla fine non sa decidersi a niente, se non a riferirmi, tra tutte quelle che sicuramente gli sono venute alla mente, la cosa più facile a dirsi: <<Tutto bene>>, mi fa; <<hanno iniziato a sbocciare persino le camelie>>, mi dice ancora guardandosi attorno e tirando un po’ su con il naso, per incoraggiare anche il mio naso ad avvertire il profumo dei fiori nell’aria. Naturalmente io resto immobile, come a voler dimostrare che non è questa la risposta che desideravo da lui, ma subito dopo mi pare di essere anche troppo curioso, quasi un indagatore, così sorrido e taglio la conversazione dicendogli che mi è parso di sentir suonare il telefono dentro al mio appartamento. Tornerà sicuramente a chiamarmi, mi immagino mentre entro nella cucina, almeno se conosco bene i suoi modi di fare, visto che odia profondamente essere lasciato da solo, e considerato pure, e lo so per certo, quanto lui provi il desiderio di rivelarmi il motivo che contraddistingue i suoi giorni in questo periodo. Invece niente, nonostante io lasci la porta sul retro ben spalancata, a dimostrazione del fatto che sono dispostissimo ad ascoltarlo, se avesse voglia di parlare con me dei suoi problemi.

Forse non è ancora giunto il momento che lui sta aspettando, rifletto; così chiudo la porta dopo un lasso di tempo adeguato, e poi metto infine il mio cuore in perfetta pace, almeno per oggi. Più tardi torno a dare un’occhiata al giardino, ma lui non è là, e sono sicuro di non averlo sentito neppure uscire da casa, e quindi è evidente come il mio vicino, anche in questo preciso momento, stia ancora tra le sue stanze a rimuginare chissà cosa sopra i suoi guai. Non vorrei proprio essere chiamato ad aiutarlo in qualcosa, perché questo non è certo ciò che mi riprometto di fare, se proprio non ne fossi in qualche maniera costretto; però almeno sapere che cos’è che lo sta angustiando, credo sia lecito, addirittura direi doveroso da dichiarare da parte sua, considerato il fatto di avermi accennato immediatamente qualcosa, e poi basta. Sono quasi propenso, e probabilmente lo farò non più tardi di qualche giorno ad iniziare da oggi, di chiamarlo di nuovo dai giardini usando il suo diminutivo, e porgli a quel punto una domanda diretta, che non ammetta sotterfugi o strade traverse tramite le quali sfuggire a ciò che oramai diventa sempre più doveroso da enunciare per parte sua, tanto che lui stesso, e questo ormai è più che evidente, starebbe molto meglio e più in pace una volta svelato tutto quanto ciò che continua a lambiccargli in questa maniera il cervello.

Bruno Magnolfi

Minuzie non irrivelabili.ultima modifica: 2021-04-12T20:36:22+02:00da magnonove
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