Pura e vera.

 

Nella perfezione; in null’altro sta la sola e più alta verità. Per questo lei si sente continuamente tormentata: le sue mani sono piccole per arrivare ogni volta dove vorrebbe la sua testa, ed il fatto di sentirsi incapace di riuscire a vedere le cose finite come il suo desiderio reclamerebbe, è un continuo motivo per lei di angoscia sottile. Quindi è persino inutile anche solo provare a compiere qualcosa che si sa già in partenza non potrà mai essere come si vuole. Tanto vale mettersi seduti e lasciare che tutto scivoli per proprio conto. Così sempre più spesso lei trascorre le sue giornate tormentandosi per ciò che non fa, eppure meditando continuamente che non può impegnarsi in niente di ciò che realmente vorrebbe, perché i risultati finali non potrebbero mai essere all’altezza dei suoi desideri. Suo marito le dice che per curare questo suo abbattimento, sarebbe quasi meglio si trovasse un’occupazione, un lavoretto qualsiasi, anche soltanto qualcosa che la impegnasse per una mezza giornata, visto che proprio non riesce a mandare avanti la loro casa, e così togliersi dalla mente una buona volta il pungolo di dedicarsi, come certe volte dice ancora che tanto desidererebbe, alle normali faccende domestiche.

In realtà a suo marito pare impossibile che si possa cadere in una contraddizione del genere, però fa finta di credere che sia davvero come lei certe volte tenta di spiegargli, e si limita ad annuire quando lei chiarisce come vorrebbe davvero che fosse tutto ciò che la circonda. “Si deve fare un compromesso”, le dice qualche volta, ma lei si limita a guardarlo con quell’espressione sempre seria, corrucciata, di chi non vorrebbe mai affrontare la realtà per come questa si presenta. Certe volte in cui inizia a fare qualcosa, come per esempio spolverare il loro salotto, nel dedicarsi a ciò che realmente le suggerisce la mente va così a fondo per curare ogni dettaglio, da far trascorrere intere giornate nel solo tentativo di rendere perfetto persino un solo mobile, fino al punto di prendere coscienza che è del tutto impossibile andare avanti in questa maniera. Eppure tutti i suoi modi non lasciano spazio a maniere diverse di comportamento, in qualsiasi cosa lei intenda impegnarsi, per questo la soluzione finale e definitiva di agire, secondo la propria opinione, peraltro del tutto inattaccabile, è tornare ad essere assolutamente inerte.

“La vita quotidiana non fa per me”, dice a volte rivolgendosi a suo marito ma guardando nel vuoto. Poi si trattiene, perché quando qualche volta per esempio si mette semplicemente ad osservare con attenzione la barba di lui, secondo il suo parere sempre esasperatamente mal rasata, sente montarle dentro di sé la voglia incombente di fargli subito una scenata. Alla stessa maniera le pare sempre imperfetto il modo che ha lui di vestirsi; oppure persino quei suoi gesti che adopra quando si mette a parlare, ed anche quei suoi stessi modi di fare, di camminare, di gesticolare, di muovere la bocca. Lei non dice niente, naturalmente, però si vede che soffre anche per questo. Per se stessa si sente così inadeguata nella sua persona, da imporsi di non uscire da casa per intere giornate, limitandosi a farlo solo al momento in cui appare del tutto indispensabile.

Suo marito vorrebbe chiedere un parere ad uno psicologo, ma soltanto usare con sua moglie questa parola, fa scatenare in lei una chiusura comunicativa ancora più forte e duratura di qualsiasi altro fastidio si trovi a sopportare. Infine lei a questo proposito riesce soltanto a dire tra i denti: “non sono sbagliata; è tutto quello che mi circonda ad esserlo”. In altri casi poi, sostiene con suo marito che senz’altro la verità è purezza; la confusione, la mescolanza, il pressapochismo, sono risvolti di un mondo sbagliato che non cerca neanche più di soddisfare i veri bisogni che ha, ma lascia che tutto poco per volta si corrompa, dimenticando oramai di rifarsi a dei veri principi.

Bruno Magnolfi

Pura e vera.ultima modifica: 2020-07-20T18:20:14+02:00da magnonove
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