Celere ripristino.

 

Il medico specializzato, come si dice con una certa approssimazione in queste circostanze, soprattutto per non essere forse troppo precisi sul fatto che la materia in questione sia la psichiatria, sostiene subito di essere di fronte ad un indubbio episodio di forte depressione, le cui motivazioni scatenanti al momento sembrano particolarmente difficili da individuare, ma che in ogni caso, con una buona cura a base di psicofarmaci adeguati allo scopo, si può star certi di come lo stato del degente possa essere ritenuto recuperabile senz’altro, pur con una dose di inevitabile pazienza, anche da parte dei familiari. Achille avrebbe voluto accennare volentieri alle insolite macchie luminose che certe volte ha avvistato sullo schermo dell’elaboratore che usa nel suo ufficio, ma il dottore ha voluto sapere da lui tutt’altre cose: i suoi ricordi, il suo passato, i legami di lui bambino con i propri genitori, fino a costringerlo, invece di spiegarsi per esteso sulle sue apprensioni attuali, a rispondere essenzialmente con un titubante sì o con no a tutte quelle sue domande, lasciandolo confidare, in questo modo, di giungere più in fretta e facilmente al termine di quella visita forse inutile ed estenuante. Sua moglie è sembrata cadere poco per volta in una condizione di completa prostrazione durante tutto il colloquio, ed adesso che sono usciti dallo studio medico sembra quasi voler curare il suo consorte con piccoli abbracci, carezze, deboli strette alle braccia e alle mani, accompagnate da sguardi sorridenti, quasi un recupero dei gesti in uso all’epoca del loro fidanzamento.

Ma, mentre proseguono a piedi, una volta scesi dal mezzo pubblico, giusto per compiere quel piccolo tratto di strada che li separa dalla propria abitazione, a Celeste viene di pensare come la condizione di ammalato non sia del tutto deprecabile. Suo marito adesso sarà curato, assistito, coccolato dalla sua famiglia, e poi avrà anche il privilegio di restare con ostinazione in completo silenzio, come peraltro già sta facendo da lungo tempo, e poi permettersi di essere nervoso, intollerante, indisponibile a qualsiasi riflessione a voce alta, ogni attività, qualsiasi decisione chiara sulle sorti della sua famiglia. Il disgregarsi lento e inesorabile dell’andamento di casa ormai è evidente, pensa lei; ed il ritrarsi di ogni componente verso le proprie posizioni, almeno nell’ultimo periodo, comporta soltanto l’isolamento di ciascuno, fino a far comprendere che tra poco tempo probabilmente sarà anche indifferente alle sorti eventuali di tutti gli altri. <<Forse io resto l’unica a preoccuparmi della condizione di tutti noi, anche se, spesso, per darmi il coraggio che ci vuole, non vedo l’ora di rientrare a casa per buttar giù un buon bicchiere di liquore. Forse anche questa è soltanto una vigliaccheria, ma tutti noi abbiamo innato un certo spirito di autodifesa>>.

Achille rientra in casa con un fare guardingo, come se stentasse a riconoscere, almeno a prima vista, persino le mura di sempre, ma poi si siede al suo solito posto e infine resta lì, inattivo, inerte, quasi in attesa che le cose comunque procedano, ma senza il suo intervento, o addirittura che non procedano affatto. Celeste si cambia d’abito, poi torna nel piccolo soggiorno sorridente, quasi allegra, senza spiegare se questo suo comportarsi sia un incoraggiamento verso suo marito, oppure una reazione a quanto sta accadendo. <<Tra poco torneranno anche Marco e Federico>>, gli dice come fosse una notizia, <<intanto tu potresti rilassarti e guardare qualcosa alla televisione>>. Achille osserva per un attimo sua moglie, riflette forse alle parole che ha appena ascoltato, poi dice, a voce bassa: <<tu credi che riuscirò a risollevarmi da questa depressione?>>. Lei si ferma, si abbassa avvicinandosi per guardare meglio negli occhi suo marito, e dare così maggiore importanza alla sua risposta, e infine dice: <<certo, e non occorrerà neppure troppo tempo>>. Achille sembra abbastanza soddisfatto, anche se sente subito nell’aria un vago odore di alcool, specialmente nel momento in cui lei gli stampa un bacio sulla fronte, ma resta in silenzio, forse intuendo quanto sta ulteriormente capitando in casa loro, quasi una conseguenza naturale a tutto.

Rientrano i ragazzi, a distanza di poco più di dieci minuti l’uno dall’altro, e siccome non sanno nulla della visita psichiatrica, non chiedono niente di particolare. <<Vostro padre non sta bene>>, avverte però ambedue la loro mamma in tono serio. <<Avrà bisogno nel prossimo periodo di molta calma, e soprattutto di non essere coinvolto da nessuna preoccupazione>>. Marco annuisce in silenzio, intuendo subito il quadro di ciò che sta accadendo, Federico invece chiede se sia possibile fare qualcosa di concreto per cercare di aiutarlo. <<Non so>>, dice Celeste sottovoce mentre si trovano in un’altra stanza, <<però la cosa migliore che tutti noi possiamo fare è quella di non creare alcun problema in questa casa. Vostro padre soffre di una leggera depressione, e non andrà a lavorare per qualche tempo, cercando di restare dentro al nostro appartamento nella più completa tranquillità. Aiutiamolo il più possibile, spianiamogli la strada, affinché almeno possa velocemente ritornare ad essere quello che in fondo è sempre stato>>.

 

Bruno Magnolfi

Celere ripristino.ultima modifica: 2023-11-11T16:48:25+01:00da magnonove
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