Sottile parete divisoria.

 

Lui in questo momento si trova dentro casa sua, dall’altra parte della parete che purtroppo abbiamo in comune. Lo immagino, ne sono sicuro proprio come lo avessi di fronte, mentre continua a trafficare intorno alle sue solite sciocchezze, e provo un sentimento quasi di repulsione verso tutto quello che riesce o non riesce a combinare nella sua giornata, rispecchiato con evidenza in questo suo perenne perdere del tempo che solo un pensionato con la sua indole è capace di innalzare a impegno, fino a farne una scienza vera e propria. Non mi decido neppure ad uscire nel giardinetto che si apre sul retro della mia abitazione, perché lui al solo vedermi potrebbe subito chiamarmi dall’altra parte della recinzione, e poi, attraverso la rete, prendere a parlarmi per ore delle medesime cose di sempre, come se a me davvero interessassero. Mi muovo con circospezione persino mentre rimango nascosto tra queste mie stanze di casa, in maniera da non permettergli di scoprire, provocando involontariamente qualche piccolo indesiderato rumore, la mia inequivocabile presenza dentro la mia abitazione, in modo tale da rendergli quasi insospettabili persino i miei comportamenti più ovvi e più abitudinari. Ci tengo alla mia privata solitudine, non vorrei mai che qualcuno tra coloro che mi conoscono fosse capace di inserirsi nella mia raggiunta intimità. Poi mi siedo, apro un libro scelto tra tanti, cerco di concentrarmi su qualcosa che non sia racchiuso tra queste quattro mura, anche se provo qualche fatica nel portare avanti questa operazione.

Anche il mio vicino di casa probabilmente sta leggendo qualcosa penso, o almeno lo presumo, ma sicuramente di una natura molto diversa dal mio libro. Ci possono anche essere delle piccole differenze nei comportamenti, minimi divari che rimangono comunque assolutamente incolmabili per quanto si cerchi di non dare loro troppa importanza, e poi forse lui, a pensarci bene, non possiede neanche sopra gli scaffali dei veri e propri libri, o se li ha non si è neppure mai provato nel leggerne qualcuno. E’ una persona senza pretese, un tizio come molti che si perde in tante piccole minuzie da osservare e di cui tenere conto, così come mi spiega certe volte quando ci incontriamo nell’ingresso condominiale che abbiamo in comune, o mentre passeggiamo nei nostri rispettivi giardinetti sul retro, e non riesce mai a dare la giusta importanza a cose che per me sono senz’altro più meritevoli di una certa attenzione. Peraltro non capisco proprio come si possa impegnarsi come fa lui nell’osservazione attenta del comportamento di una semplice farfalla, oppure nello studiare il percorso labirintico delle formiche sulla terra nuda, mentre si impegnano nel trasporto delle riserve di cibo fino alla loro tana segreta. Mi pare impossibile, ecco tutto. Un gettare al vento delle giornate intere che possono essere dedicate ad attività ben più importanti.

Mi distolgo poco per volta dai pensieri che nella mente mi si formano con spontaneità intorno al mio vicino di casa. Certe volte ho desiderato addirittura che se ne andasse, che cambiasse abitazione, ma alla fine mi è sempre sembrato che il suo esempio, pur negativo, fosse da considerarsi come un tipo di comportamento da cui prendere sempre le distanze, e quindi quasi una spinta per ognuno ad essere differente sia da lui che dai suoi atteggiamenti, lontano dai suoi modi di occupare la giornata, diverso, quasi come quegli elementi chimici che non si mescolano mai, non avendo proprio niente in comune, pur appartenendo di fatto ad una medesima categoria. Lo tollero, gli presto il sale oppure il caffè, quando rimane senza, e la stessa cosa fa anche lui nei miei confronti. Mi presto ad ascoltarlo quando certe volte dimostra di aver voglia di parlare con qualcuno, ma ciò non significa per niente che io ritenga di aver davvero qualcosa in comune con un personaggio di questa specie. E questo è dimostrato anche dal fatto che è quasi sempre lui a cercarmi, e che difficilmente avviene l’esatto contrario. Sono convinto che il mio vicino sia un individuo che poco per volta è stato lasciato solo da tutti quanti coloro che frequentava, ed io al contrario sono uno che ha sempre coltivato come qualcosa di fondamentale la propria solitudine. Il risultato nelle nostre rispettive giornate potrebbe apparire non molto differente a prima vista, ma nella sostanza so per certo che noi due siamo persone talmente distanti da apparire incolmabile la nostra separazione, anche se è soltanto una sottile parete a definirla.

Bruno Magnolfi

Sottile parete divisoria.ultima modifica: 2021-03-28T20:10:05+02:00da magnonove
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