Esigue minoranze.

 

Oggi non posso uscire di casa, sarebbe proprio un vero suicidio, mi prenderebbero subito per rinchiudermi chissà in quale galera: ci sono i militari dappertutto con le camionette e gli autoblindo carichi di munizioni lungo le strade cittadine, e sono tutti pronti anche a sparare a mitraglia su chiunque come me si faccia minimamente vedere in giro. Però attendo che si faccia notte fonda, quando le ronde saranno molto più allentate, ed allora col favore del buio e con le scarpe dalla suola di gomma, farò una corsa disperata fino all’abitazione della mia Rosina. Signorina, le hanno intimato l’ultima volta che si è fatta vedere in giro; lei deve stare a casa sua, occuparsi della sua famiglia, abbassare lo sguardo davanti a suo padre quando le spiega come sarà il futuro, e dare retta ai suoi insegnamenti, perché lui probabilmente è un uomo saggio, non ci ha mai dato problemi, e forse sa bene come si evolveranno le cose prossimamente.

Ed invece suo padre ha fatto una dichiarazione pubblica, ad una radio locale, in cui ha sostenuto che le cose da ora in avanti dovranno per forza cambiare, e che non è più possibile restare immobili davanti a qualcosa che ci porta soltanto indietro nel tempo. Così gli hanno dato subito gli arresti domiciliari, e tutta la sua famiglia si è trovata a vivere una specie di incubo, in cui sembra impossibile anche poter ritrovare i semplici valori di un tempo. Naturalmente anche io sono stato messo sotto controllo, ed è per questo che le uniche cose che posso fare in questo periodo sono quelle di recarmi al lavoro e poi fermarmi nel negozio accanto a casa per acquistare dei generi alimentari. I militari controllano che io esegua questi ordini, e non intendono essere tolleranti se soltanto provo ad omettere quanto mi è stato intimato.

Rosina è una persona positiva, e nonostante i nostri telefoni siano naturalmente sotto controllo, è riuscita a farmi avere un piccolo biglietto di carta portatomi di nascosto da un conoscente con una scusa. Così le ho potuto comunicare, affidando allo stesso conoscente una risposta scritta, che andrò da lei stanotte, a qualunque costo, e che probabilmente insieme dovremo prendere il volo, racimolare le cose essenziali che ci possono servire, ed allontanarci alla svelta da questo paese. Fuori dal centro abitato abbiamo ambedue la possibilità di farci aiutare, e poi i militari non pattugliano le strade minori, almeno così mi hanno detto, e quindi potremo facilmente raggiungere una casa di campagna disabitata della quale possiedo le chiavi, ed intraprendere da lì una sorta di resistenza a quanto ci sta succedendo.

Mi sembra impossibile si possa essere arrivati così in fretta fino ad un punto del genere, e soprattutto trovo incredibile che nessuno sostanzialmente se ne interessi. Tutte le persone che conosco sembra abbiano abbassato la testa mentre fingono di non sapere niente di niente: ognuno pare preoccuparsi soltanto di sé, delle strette cose personali, e se fino adesso a nessuno di loro sono state imposte delle restrizioni, probabilmente immaginano che a chi al contrario è già capitato, se le sia come andate a cercare. Per cui non è possibile aspirare alla solidarietà o anche ad un semplice aiuto, se non proprio da chi almeno in parte riesce a mettersi nei panni di chi soffre per la propria libertà. Ed alla fine sono comunque una stretta minoranza, quelli che più di tutti forse meriterebbero un elogio.

Bruno Magnolfi

Esigue minoranze.ultima modifica: 2019-05-19T20:29:55+02:00da magnonove
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