Fuori dalla mischia.

 

La donna guarda avanti a sé mentre cammina lungo la grande galleria, e intanto spiega il suo punto di vista. L’altra ascolta per un po’, a tratti annuisce, e infine dice: sono d’accordo; non potevi proprio fare altro. E lei: è chiaro, non era possibile in nessuna maniera dargliela vinta senza dimostrare che il mio punto di vista era diverso, così ho finto completa indifferenza per quella sua stupida uscita. Il centro commerciale adesso è pieno di persone, fuori piove a tratti, la gente là dentro si sente come protetta e fortunata, e tutti vanno avanti e indietro senza sosta, forse nella ricerca di qualcosa, o magari per sentirsi semplicemente immersi in mezzo agli altri.

Lei si ferma, osserva con interesse un capo di abbigliamento esposto dentro la vetrina di un negozio, poi alla fine dice: mi piacerebbe però riuscire a fargliela pagare. L’altra sorride: certo, per questo non dovresti avere troppi problemi. E lei: è vero, ma non vorrei sbagliare gesto e fare soltanto la figura della vendicativa. D’accordo, fa l’altra, la sua superficialità però prevede che ti posizioni ben più in alto di quelle sue sciocchezze. In fondo io non gli chiedo molto, dice lei ricominciando a camminare. A me basta non essere trattata mai come una qualsiasi, e che si tenga conto in ogni caso della personalità che esprimo. E l’altra: sono d’accordo, un atteggiamento del genere da parte sua è ciò che di peggio possa capitare ad una come te.

La folla si muove quasi tutta in una certa direzione, e loro due si lasciano quasi sospingere dagli altri. Resta comunque una differenza di fondo tra di noi che non porterà mai niente di buono, dice lei. E l’altra: credo proprio tu debba dare una spinta a questo aspetto, in modo che se anche le cose sono destinate ad incrinarsi, almeno succeda subito, senza strascicare un rapporto indirizzato prima o poi verso la fine. Hai ragione, dice lei; siamo diversi, inutile girarci attorno, e questo almeno per me è un grosso problema. Lui non mi cerca, non mi fa sentire importante, non mi concede la fiducia che vorrei. Lascia che le scelte per noi due siano solo le mie, e poi si limita quasi sempre ad annuire, senza mostrare mai entusiasmi.

Devo lasciarlo, dice ancora lei. E l’altra: se ti senti di dover fare questa cosa, è meglio tu la faccia subito. Forse come vendetta magari è anche un po’ troppo, riprende lei. Però potrebbe darsi il caso che in seguito lui mi cercasse con maggiore impegno, e questo atteggiamento potrebbe far cambiare molte cose. Certo, dice l’altra; hai tutto da guadagnare nello smuovere le acque. Intanto loro due sono arrivate ad uno degli ingressi principali del centro commerciale, e la gente in questa zona pressa ancora di più, visto che fuori adesso piove forte. Scansiamoci, fa lei, evitiamo questa gente, basta spostarci al margine del corridoio. Poi riprendono come prima a camminare lentamente, evitando ogni poco qualcuno che viene loro incontro.

Ho deciso, dice lei alla fine. Aspetterò che lui dica qualcosa, mentre io cercherò di rimanere in silenzio il più possibile. Dovrà chiedere il mio parere prima o dopo, ed io a quel punto gli dirò quello che penso, senza falsità, senza costruzioni artificiali. Gli spiegherò che non sono il tipo di persona che si astiene dal combattere, e dargliela vinta sulle sue contraddizioni non può essere il mio stile. Brava, fa l’altra; è così che mi piace il tuo comportamento, quando tiri fuori del carattere, e riesci ad essere te stessa, senza compromessi. Già, fa lei; tutto vorrei salvo i compromessi: e in ogni caso intendo essere apprezzata per come sono veramente, e mai per come potrei essere.

Bruno Magnolfi

Fuori dalla mischia.ultima modifica: 2016-11-20T20:56:19+01:00da magnonove
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