Inquietudini poco significative.

Non preoccuparti, gli fa ogni tanto sua sorella, assumendo ogni volta un tono di voce, rispetto a qualsiasi altra occasione, ancora più calmo e tranquillizzante, quasi volesse mostrare di trovarsi di fronte, almeno in quei casi, un disturbato, un tipo magari un po’ agitato e forse anche leggermente nevrotico. Di fatto lui è una persona sostanzialmente calma di natura, che peraltro di massima non si interessa mai di molte faccende, se non di quelle strettamente ordinarie e personali, in quanto lascia regolarmente decidere tutto ai componenti della sua stessa famiglia. Certe volte, quando sono proprio a tavola tutti e sei, con i suoi anziani genitori, la zia sempre silenziosa, ed il figlio ancora piccolo di sua sorella, avuto peraltro da un burrascoso rapporto tramontato ormai da vari anni, lui dice per esempio con una certa severità che nella minestra c’è poco sale, anche se non è poi neppure del tutto vero, ma sentenziando questo giusto per innestare come per scherzo una serie di polemiche, di difese e di contro difese proprio attorno a quell’argomento. Ed è proprio così, in momenti di questo genere, che sua sorella cerca allora di ammansirlo.

Tutto sommato è rassicurante stare in casa, anche se in quel loro grande appartamento le donne tengono in mano praticamente ogni situazione, lasciando agli uomini solo la finta paternità di qualche decisione presa ogni tanto, pur se di fatto già silenziosamente concordata e definita precedentemente dal genere femminile. Lui, in tutto questo meccanismo quotidiano di piccoli poteri, si disinteressa sostanzialmente di qualsiasi cosa, limitandosi a intraprendere ogni giorno, quasi fosse comunque la cosa più importante del mondo, la sua ordinaria e immancabile passeggiata, sempre la medesima da tempo immemorabile, della quale conosce ormai perfettamente ogni tappa e ogni passaggio di tutto il lungo itinerario. E’ l’unica, irremovibile distrazione che d’altronde si concede, per il resto passa la parte rimanente della giornata in casa seduto.

Sua sorella, quando lui rientra, lo aiuta sempre a togliere la giacca restando nell’ingresso, esattamente come fa con suo figlio quando torna dalla scuola elementare, ma nel suo caso, invece di informarsi sui compiti e sulle lezioni, gli spiffera quasi sottovoce qualcuna delle novità di cui a suo parere deve essere assolutamente messo a conoscenza, quasi fossero, quelle che fa a suo fratello, le rivelazioni di alcuni grandi segreti, tipo dove sta seduta in quel momento la mamma, o anche la zia, oppure cosa hanno pensato di cucinare per la cena, e altre cose di quel genere.

In ogni caso generalmente lui biascica qualche opinione di rimando, giusto per mostrare di aver ricevuto e memorizzato ogni notizia, poi però si disinteressa in fretta di qualsiasi altra cosa, ricominciando a lavorare sul suo tavolino agli amati collages con la carta. Mette una tovaglietta protettiva di plastica, tira fuori da alcuni scatoloni i preziosi ritagli, e poi inizia ad incollare tutto quanto seguendo degli schemi rigidi e definiti. I lavori terminati poi, una volta asciutti e praticamente ignorati dal resto della famiglia, vanno ad accumularsi in genere sopra gli armadi di casa, costituendo però nella loro stratificazione, una risorsa notevolissima, almeno al momento in cui lui sarà finalmente riconosciuto come il grande artista che è convinto di essere.

Delle sue passeggiate invece tutti amano chiedergli sempre qualcosa. Se abbia incontrato qualcuno che conoscono, se faceva freddo, se le nuvole si siano diradate, e se la primavera abbia finalmente iniziato a far fiorire alberi e cespugli. Lui risponde sempre con un certo grado di acquiescenza, ma come a sottolineare che ha avuto ben altro di cui occuparsi, poi torna immancabilmente al suo lavoro manuale. Non mi preoccupo, dice alla fine, se non siete voi a preoccuparvi per me.

Bruno Magnolfi

Inquietudini poco significative.ultima modifica: 2016-02-24T20:56:16+01:00da magnonove
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