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In molti hanno già detto che il problema non è dato dalla tirannia del tempo oppure dai molti impegni che purtroppo si susseguono. Lei si guarda attorno, si prende un’altra pausa tutta per sé, si disinteressa almeno momentaneamente di qualsiasi altra cosa. La sua amica più tardi l’aspetta all’angolo come sempre, stasera vanno a girare insieme in qualche negozietto, poi però faranno una sosta e prenderanno un caffè in un localino della zona, naturalmente soprattutto per parlare con sincerità del più o del meno.

Non c’è mai niente di bello nelle mie parole, dice lei; soltanto domande, curiosità, insistenze. Lo so, dovrei rifletterci sopra in ciò che dico, valutare meglio questo aspetto, ma ti assicuro che adesso sto già imparando dagli equivoci che creo. L’amica sorride: non c’è niente di male, spiega, solo qualcosa, a volte. Si tratta di non dare troppa importanza a certi aspetti, tutto qua. Lei spesso si sente preoccupata dell’immagine di sé, è come se non si sentisse esattamente il tipo di persona che fa vedere d’essere. L’altra la incalza: non ha molta importanza tutto questo, è sufficiente che tu riconosca con sincerità certe caratteristiche di te stessa, e poi nient’altro.

Ridono, tra loro si comprendono sempre al volo, anche se alcuni argomenti è bene non sfiorarli mai, neppure col pensiero. Si è fatto tardi, dice lei; tu devi tornare a casa, da tuo marito. L’amica la guarda con un’espressione ironica. Guarda l’orologio: solo cinque minuti ancora, dice, poi me ne vado. Però sono preoccupata per la tua continua solitudine, le spiega. Adesso è tanto tempo che non frequenti più qualcuno, che non esci la sera, non ti fai portare a cena fuori, per esempio. Lei si guarda le unghie, cerca di non rispondere niente anche se deve, e forse non vorrebbe affatto mettersi a parlare di una cosa di quel genere.

Hai ragione, sbotta alla fine, sto trascurando la socialità. Anche se ho ricevuto un invito ultimamente, ma poi non è accaduto niente, solo qualche passaggio in macchina, e in due o tre casi giusto il tempo di scambiare due parole. Forse qualcuno che conosco, fa l’amica. Non so, fa lei, una cosa però è assolutamente chiara: non sono andata certo a cercarlo, tutto è capitato casualmente. Ma non credo ci sarà mai un vero seguito, troppo complicate tutte queste cose.

Si tratta di un tipo già sposato, immagino, perciò la complicazione sta nei tempi per vedervi. Si, è così, ma soprattutto il mio arrivare sempre in ritardo agli appuntamenti lo ha già disposto negativamente, anche se a me dispiace. Ho cercato di spiegargli il mio carattere, ma su questo piano non c’è affatto comprensione. Ma tu però potresti magari arrivare per tempo, almeno una volta ogni tanto. Lo so, fa lei, ma non è la mia consuetudine, non è il mio comportamento abituale, così se cambiassi queste cose rischierei di non essere compresa. Anzi, darei proprio un’immagine di me che non è affatto la mia.

Poi escono dal locale, ringraziano il barista, scelgono di fare un piccolo pezzetto di strada assieme, e quando arrivano ai saluti: tienimi informata allora, fa l’amica. Certo, dice lei, ti pare che se le cose riuscissero davvero a svilupparsi, non saresti la prima ad averne informazione? L’altra improvvisamente la guarda male, con ogni probabilità ha compreso più di quello che doveva, e in ogni caso ognuna delle due si stringe sulle proprie cose e se ne va.

In fondo che problema c’è, pensa lei mentre torna verso casa: sono io la sbadata, quella sempre in ritardo, quella che non si rende neppure troppo conto; non c’è da prendersela a male se qualche volta poi riesce a combinare qualche cosa.

Bruno Magnolfi

Nessuna modifica.ultima modifica: 2015-12-04T21:00:55+01:00da magnonove
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