Proiettato tra i grandi

Il vecchio osservava dalla finestra i modi di fare e i giochi del bambino nel piccolo giardino dietro casa, cercando di proiettare quei gesti e quelle espressioni che in qualche modo riusciva a misurare di lui, come elementi costitutivi del suo futuro, quasi potesse stabilire da quelle poche cose quale sarebbe stata la sua vita o il tipo di persona una volta adulta. Il bambino non era poi così piccolo: gli piaceva giocare da solo, inventare delle cose che aveva visto fare da suo padre prima che andasse ad abitare in un’altra città, o in televisione, e per il resto con la sua fantasia riusciva a sopperire a qualsiasi elemento non avesse sottomano o non fosse strettamente necessario.

Sapeva bene che suo nonno dalla finestra lo osservava, e forse era proprio questo il gioco maggiormente divertente: riuscire a portarlo fuori strada, lasciargli immaginare di sé aspetti che era pronto continuamente a contraddire. Certe volte parlava a voce alta, con dei gridi di guerra di soldati fantasiosi, o immaginando un pubblico entusiasta che seguisse le sue evoluzioni mentre camminava sui muretti intorno alle aiuole, come a sentirsi un coraggioso equilibrista con i piedi sopra un cavo teso in alto.

A volte il nonno scuoteva la testa, impossibile per lui comprendere cosa passasse nella mente del bambino, ma si sentiva attratto da quei modi, da quella fantasia, da quel riuscire per ore ed ore da solo ad evitare di annoiarsi. Qualche volta lo chiamava: Federico, diceva, vieni con me al negozio degli alimentari? E Federico andava, lasciandosi tenere la mano dal nonno come in un’immagine perfetta, generosa di sorrisi e saluti lungo la strada da parte di tutti coloro che li conoscevano.

Poi una volta, mentre stavano andando verso qualcuno dei soliti itinerari, il nonno gli chiese se avesse mai pensato cosa volesse essere da grande, di che cosa occuparsi, cosa fare. Federico pensò a lungo la risposta, forse sentendosi impreparato ad una domanda di quel genere. Infine: vorrei andar via, disse come a se stesso, raggiungere dei posti dove nessuno mi conosce, e fare qualcosa in modo da essere apprezzato da tutti. Il nonno rimase impassibile, cercando di soppesare le parole, poi disse: qualsiasi cosa tu voglia, se ci credi veramente, riuscirai senz’altro a metterla in pratica; sarai una brava persona, ne sono sicuro. Federico strinse più forte la mano del nonno, poi lo guardò con serietà senza dire niente, ma quella solidarietà lo fece sentire grande, forse per la prima volta.

Bruno Magnolfi

Proiettato tra i grandiultima modifica: 2010-07-18T19:19:42+02:00da magnonove
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