Una risata per precedenza

I due discutevano animatamente all’interno di un gruppo di salette di attesa, nella stanza adiacente a dove Giorgio si era seduto. Pur non volendo lui si trovava costretto, nell’aspettativa di essere chiamato per effettuare una banale visita medica, ad ascoltare le parole che arrivavano con sufficiente chiarezza fino alle sue orecchie, e siccome non aveva niente di meglio da fare, si era quasi incuriosito dei discorsi che a poca distanza venivano scambiati.

Si trattava di una discussione originata da un problema di priorità sulle visite che doveva effettuare lo specialista delle dermatiti, al momento impegnato con una paziente nella sala medica in fondo al breve corridoio. L’uno sosteneva di essere giunto precedentemente in ambulatorio, e quindi di aver diritto ad essere visitato prima dell’altro, l’altro di ricordare un orario fissato dal medico per il suo appuntamento che aveva precedenza sul primo.

La questione, retta sui termini del buon senso e della razionalità, aveva già trovato, in ambedue i soggetti, notevoli elementi di scambio dei differenti punti di vista, e approssimandosi il momento in cui uno dei due avrebbe dovuto essere introdotto all’interno della sala medica, la questione si faceva pregnante, tanto più che nessuno dei due si sentiva in alcun modo convinto a cedere il passo.

La questione per certi versi era annosa, e anche se tutto poteva essere risolto facilmente con un minimo di pazienza da parte di uno dei due, oppure lasciando alla infermiera il diritto di definire la priorità del caso, in realtà la mancanza di chiarezza era palese. Naturalmente per avere maggiori armi da spendere, ognuno dei due aveva già intavolato la questione sulla complessità della propria malattia, e di quanto fosse fondamentale avere al più presto possibile una diagnosi certa delle proprie condizioni di salute, ma si capiva velocemente quanto questo aspetto avesse un’importanza piuttosto relativa.

Al contrario aveva fatto una certa impressione l’affermazione del disagio di uno dei due nel caso avesse dovuto mancare al passaggio di un mezzo pubblico di una certa ora per tornarsene a casa, in virtù di una situazione familiare che, sosteneva, senza di lui restava assolutamente precaria. L’altro aveva sostenuto di trovarsi più banalmente all’interno del suo orario lavorativo, e se per caso fosse stato scoperta la sua assenza, le conseguenze avrebbero potuto essere anche gravi per lui.

Giorgio pareva divertirsi ad ascoltare i discorsi animati dei due, e tutto dava l’impressione di una vicenda ordinaria, praticamente quotidiana, se non fosse stato che a un tratto, proprio quando la discussione si era fatta animata, la porta del medico si era socchiusa, l’infermiera aveva ascoltato le ultime parole scambiate quasi con foga dai due contendenti, e così aveva deciso di dare la precedenza proprio a lui, a Giorgio, nell’attesa che gli altri due comprendessero il loro torto. Lui si era fatto avanti con titubanza, aveva osservato i due che erano rimasti ormai senza parole, poi era entrato con un piede nella stanza del medico, e aveva lasciato alle spalle la sua risata sonora, di un tipo che nessuno dei due avrebbe potuto dimenticare facilmente.

Bruno Magnolfi

Una risata per precedenzaultima modifica: 2010-07-11T21:39:02+02:00da magnonove
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