Davvero libero.

 

La telefonata viene effettuata in modo estemporaneo, senza una grande riflessione precedente. Marco prova un leggero imbarazzo già nel comporre il numero, anche perché è forse la prima volta che si trova a riferirsi a suo fratello in certi termini e con un tono di voce come quello che adesso intende usare, nonostante, da persona matura, sappia perfettamente quanto siano importanti le parole che deve dire a Federico, e quanto dipenda da ciò che gli riferirà e come lo riferirà la buona riuscita del suo sforzo. <<Ciao, scusa il disturbo. È solo per avvertirti che la mamma non sta bene. Da quando hai iniziato ad abitare nell’appartamento degli studenti lei sembra abbia perso un po’ del suo equilibrio, e si comporti per questo in modo insolito, tanto che papà non sa neppure cosa sia meglio fare. Sicuramente non dipende soltanto dal tuo comportamento, dev’essere una coincidenza, ma forse in questo periodo ci sarebbe la necessità di farle sentire tutta la nostra vicinanza>>. Federico resta colpito e in silenzio, senza trovare in sé alcuna parola per rispondere, ed alla fine balbetta qualcosa all’apparecchio, e poi riesce a dire soltanto che già stasera tornerà nella loro casa di famiglia, proprio per capire di persona di che cosa gli stesse parlando Marco, anche se mentre lo spiega gli pare subito sospetto quell’avvicinare la sua parziale uscita di scena con il malessere improvviso di sua madre. <<Ma che cosa è avvenuto, di preciso>>, riesce solo a chiedere ad un certo punto. <<Niente di particolare>>, dice l’altro, <<ma se passi da qui io e papà riusciamo magari a spiegartelo meglio>>. Poi chiudono la telefonata, e Marco si sente già soddisfatto per essere riuscito nel suo intento.

Era stato suo padre a chiedergli di telefonare a suo fratello, dandogli così qualche informazione in più su quello strano comportamento della madre. <<Niente di preoccupante>>, avrebbe voluto spiegare lui adesso all’apparecchio, <<però non si possono tralasciare alcuni segnali che indicano una probabile sofferenza interiore>>. Per la prima volta Federico si trova a pensare alla sua famiglia come a quattro persone mezze squilibrate che non riescono a stare bene né assieme né a distanza, ma in ogni caso non fa passare neppure troppi minuti, e subito decide di inforcare la bicicletta e di precipitarsi così come si trova dai suoi genitori. In fondo per lui la propria permanenza nell’appartamento degli studenti oramai è diventata, perfino troppo alla svelta, soltanto una prova di carattere, un intestardirsi nel tenere la propria posizione, e per il resto già nei due o tre giorni appena trascorsi lui non vedeva l’ora di trovare una buona scusa per tornare sui suoi passi. Si trova bene coi ragazzi di quella casa, questo è fuori di dubbio, però la libertà di cui poteva godere abitando da sua madre nella casa di famiglia era sicuramente maggiore e più confortevole. <<Va bene>>, pensa adesso filando svelto lungo le strade cittadine; <<la prova è stata fatta; da ora in avanti tutti sanno che posso prendere di nuovo la porta in qualsiasi momento>>.

A metà strada Federico si blocca, accosta ad un marciapiede e poi perplesso si infila in un piccolo caffè lì accanto. <<E se fosse soltanto una strategia per riuscire a modificare i miei piani?>>, pensa all’improvviso. Non ha alcuna possibilità di verificare se Marco gli abbia raccontato delle balle oppure no, e in ogni caso lui si trova quasi costretto a credergli. Compone il numero di Cristina e in poche parole le racconta tutto, giusto per chiederle la sua opinione. <<Devi verificare che cosa sta succedendo a casa dei tuoi>>, gli dice svelta e decisa lei; <<ma non lasciare la casa dei ragazzi; puoi passare ogni giorno a pranzo a casa dai tuoi genitori, almeno per il momento, e in seguito avere così le idee più chiare. Se ci sarà bisogno di una tua presenza assidua tra le mura domestiche della tua famiglia te ne potrai rendere conto rapidamente, ed agire così di conseguenza>>. Federico la ringrazia, <<ma certo>>, riflette, <<non ci sono decisioni da prendere immediatamente, al momento c’è soltanto da comprendere se Marco stia facendo un gioco sporco oppure no>>. Quando torna a salire sul sellino della sua bicicletta però si sente ancora un po’ confuso, e la sua pedalata adesso è più lenta, quasi poco interessata a rivedere in fretta suo fratello e i propri genitori, anche se sente come un dovere dare il proprio contributo alla risoluzione dei problemi familiari. Negli ultimi giorni aveva anche pensato di abbandonare il liceo, almeno per l’anno in corso, ma adesso le sue decisioni appaiono liquide, sottoposte a continue variazioni. Infine, giunge a casa, assicura la bicicletta ad un palo, e quindi sale le scale. La mamma inizia subito a piangere quando lo vede entrare, e Federico all’improvviso si sente perso, ingessato nel suo ruolo di figlio minore, impossibilitato a fare alcunché. <<Ci vorrà molto più tempo di quanto immaginavo>>, riflette mentre abbraccia la madre, <<prima di riuscire a sentirmi davvero libero>>.

Bruno Magnolfi

Davvero libero.ultima modifica: 2023-12-30T15:47:09+01:00da magnonove
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