Distanza siderale.

 

Ad occhi chiusi, mentre cerca di dormire, Marco riflette su quello che è appena venuto fuori con suo fratello, e che ancora lo lascia incredulo. Adesso gli pare di essere stato lui stesso in qualche modo, anche se non sa proprio spiegarselo, a spingere Federico verso qualcosa di impensabile fino soltanto a poco fa, il quale, forse nella convinzione di mostrarsi per qualche motivo addirittura capace di azioni del genere, oppure immaginando in questa maniera di distinguersi da tutti, e quindi di spiccare anche ai suoi occhi, sfoderando delle idee proprie ed assolutamente contrastanti con le sue, ha imboccato una strada a dir poco assurda. Ad un primo naturale moto di avversione per il suo confessarsi politicamente simpatizzante con l’Estrema Destra, ora Marco indugia sulla maniera possibile per convincerlo che è del tutto inconcepibile quello di cui si sta interessando, anche se non riesce a trovare dei motivi precisi che siano in grado di portarlo alla ragionevolezza. Inutile parlargli di solidarietà, di uguaglianza, di tolleranza verso i diversi, la sua probabilmente è una presa di posizione di tipo caratteriale, che diventa difficile, se non impossibile, da smontare con argomentazioni di ordine sociale o storico. Anzi, forse in questa maniera il rischio che si corre è che lui si radicalizzi sulle proprie posizioni, che, se per il momento probabilmente sono soltanto una posa, un modo per distinguersi dagli altri, se non prese per il verso giusto rischiano di diventare rapidamente il suo mondo, precludendogli persino ogni possibilità di autocritica e di ripensamenti. <<Forse>>, pensa adesso, <<avrei dovuto soltanto iniziare semplicemente ad urlare, a mostrare quanto disappunto poteva creare nelle persone ragionevoli la sua scelleratezza. Ma sono rimasto in silenzio, immaginando per stupidità che il mio urlo doloroso gli giungesse ugualmente alle orecchie>>.

Federico, dalla parte opposta della camera che si dividono da sempre i due fratelli, sta ancora leggendo qualcosa prima di cercare di dormire, utilizzando una minuscola lampadina a segnalibro per illuminare la sua pagina, ma forse anche riflettendo tra una riga e l’altra, mentre scorrono veloci sotto ai suoi occhi, sulle proprie scelte dichiarate. Non credeva di sollevare un vespaio, non pensava di poter innescare quel terribile senso di colpa che in un soffio gli ha appiccicato addosso suo fratello Marco, perché l’unico problema che gli era apparso immediatamente era soltanto l’ostilità, secondo il proprio parere poco meritata, dimostrata da Cristina nei confronti delle sue semplici simpatie politiche, e per il resto non si era mai posto, almeno fino adesso, troppi problemi. La politica domina ogni cosa, aveva riflettuto fin dall’inizio; scegliere la parte verso cui schierarsi non è materia fondamentale, ma un modo per rendersi conto di un mondo poco conosciuto. Si tratta di cercare di comprenderne i dettami, il resto è soltanto qualcosa di marginale. Questo ha pensato Federico varcando la soglia del Circolo Giovanile di Destra, anche se adesso gli pare di aver esagerato qualcosa nella sua necessità di semplificazioni. Suo fratello è giunto ad immaginare un mondo migliorabile, grazie alla buona volontà degli individui che si assomigliano; lui invece ha ascoltato delle voci che stabilivano un nemico da odiare e contro cui battersi, o rispetto al quale almeno differenziarsi in modo netto. Gli si allarga la mente tentando di concepire la strada migliore tra queste due, ma alla fine gli pare ancora, forse sbagliando, che le diverse soluzioni siano quasi speculari tra di loro.

Cristina gli piace, è fuori di dubbio, ed in qualche maniera gli appare addirittura somigliante a sé, e quindi non comprende che cosa possa divergere in questo modo tra i loro punti di vista. Forse è stato debole, quando non è riuscito con lei ad affrontare immediatamente questo argomento, nello stesso attimo in cui sentiva nascere tra loro questa stupida incomprensione. Perché in fondo Federico non desidera fare dei proseliti alle sue idee, che restano peraltro ancora molto nebbiose; né vuole convincere gli altri attorno a sé delle proprie considerazioni che sono anche vaghe, ma anzi, il suo desiderio più profondo è il confronto, il dialogo, lo scambio di opinioni, volto anche alla ricerca della motivazione migliore alla base delle diverse scelte di campo. Si sente confuso, adesso, in una maniera quasi assoluta, e se non riesce ad affrontare e risolvere in sé stesso questa diatriba affannosa, sa che le cose potranno soltanto avviarsi verso un inevitabile peggioramento. Infine, spegne la piccola luce, si gira su un fianco dentro al suo letto, ed immagina che suo fratello, dalla parte opposta di quella stanza, stia pensando nel buio quasi completo alla maniera di convincerlo a desistere nel frequentare le sue amicizie scolastiche di Destra, non tanto perché sbagliate, quanto per ciò che tale percorso potrebbe inevitabilmente segnare per lui in un futuro anche prossimo.

Nessuno dei due fratelli dentro la camera comprende ora come sia stato possibile questa divaricazione totale tra di loro. In fondo sarebbe stato più facile avere una linea più comune, forse aiutarsi, sostenersi magari, nelle diverse eventualità. Adesso però ad ambedue sembra che i margini per tornare indietro e ritrovare la maniera di stare più vicini sia sempre più complicata e difficile, presentando una divaricazione che forse potrà divenire addirittura insanabile nel tempo. Una frattura, insomma, una distanza siderale.

 

Bruno Magnolfi

Distanza siderale.ultima modifica: 2023-09-15T16:53:07+02:00da magnonove
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