Soluzioni favorevoli.

 

 

Alla sera, quando rientrano in sede, gli operai dichiarano sempre di essere troppo stanchi per parlare, e di avere perciò poca voglia di trattenersi presso la ditta. Inutile attenderli nei magazzini per farsi spiegare qualcosa del lavoro che hanno portato avanti nella giornata. Rispondono sempre a monosillabi e sono a dir poco sfuggenti. Soltanto un caposquadra qualche volta si ferma un momento per spiegare all’assistente di cantiere di che cosa probabilmente ci sarà bisogno per il giorno seguente. Poi basta, va via anche lui con la sua divisa sporca e le mani dure, callose, come quelle di tutti gli altri. Certe volte sono decisamente insopportabili con la loro maniera semplicistica di affrontare le cose. Ma in altri casi all’assistente piacciono: con poche parole mostrano già il loro pensiero, e in qualche caso è sufficiente comprenderli persino con una singola espressione.

Ci sono stati anche dei momenti difficili in tempi recenti, il geometra agli operai li ha sempre trattati tutti in maniera decisamente pesante, con il pugno duro, e loro qualche volta si sono persino ribellati, almeno fino al punto che in qualche modo ritenevano consentito. Adesso però che il capo dice di andarsene, probabilmente le cose potranno mostrarsi molto diverse: saranno forse possibili altre soluzioni, oppure degli accomodamenti differenti. L’assistente non sa se quella usata dal geometra sia l’unica maniera di comportarsi con loro, o magari se invece è possibile essere più morbidi ed anche comprensivi. A lui non riesce fare quello che se ne frega degli altri, che non è mai interessato ai problemi che possono avere tutti, ed all’altrui sensibilità: per il geometra ciò che ha avuto valore è stato sempre soltanto il risultato, e che fosse un operaio dell’impresa, oppure anche un subappaltatore a dover svolgere un certo compito, per lui è sempre stato fondamentale ciò che doveva essere fatto, e nient’altro.

Certo che ci possono essere altri modi di comportarsi, l’assistente di cantiere lo ha sempre pensato, specialmente nei momenti in cui è stato costretto ad essere presente durante qualche pesante lavata di testa. Ma adesso che probabilmente toccherà a lui assumere la responsabilità dei lavori, non sa più se sia quella la maniera migliore di comportarsi, o se invece sia possibile un modo almeno genericamente più comprensivo. Probabilmente a lui non riuscirebbe affatto tenere un contegno paragonabile a quello del geometra, ci sono dietro delle motivazioni di personalità, e forse è proprio questo l’elemento più rilevante di tutta la faccenda. Non si può balbettare davanti agli operai per poi dirgli che sono degli inetti o peggio dei fannulloni. Si può soltanto schierarsi con loro, in quel caso, se si sa che non sarà mai possibile tenere loro testa. Si può adottare un metodo più ruffiano, se si vuole, e mostrare il proprio potere evitando di sbatterlo sul muso a qualcuno, anche se resta l’incognita dei risultati.

A questo punto forse hanno saputo anche loro che il vecchio geometra lascerà presto l’impresa, e molti tra questi operai tireranno sicuramente un sospiro di sollievo. Però qualcuno tra loro si sarà già chiesto chi sarà nominato al suo posto come responsabile tecnico: forse l’attuale assistente di cantiere, avrà suggerito qualcuno, oppure verrà assunta una nuova figura professionale, avranno detto altri. Alcuni poi avranno sorriso pensando alla prima soluzione, altri si saranno sfregati le mani immaginando un futuro tranquillo e privo di quegli ammonimenti severi a cui erano stati abituati. Tutti hanno iniziato a guardare l’assistente con nuovi occhi, ma il solito caposquadra avrà pensato anche per gli altri: “siamo noi che portiamo avanti le cose, avrà detto, e in un modo o nell’altro saremo noi a dover portare avanti l’azienda”. L’assistente non conterà nulla se decideranno in questa maniera; oppure sarà il loro alleato se proprio questa appare la soluzione migliore.

 

Bruno Magnolfi

Soluzioni favorevoli.ultima modifica: 2019-07-26T13:55:43+02:00da magnonove
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