Forza di sopportazione.

 

Lui certe volte si sente debole. Si chiude nel suo ufficio e spiega alla sua segretaria che ha da fare, che deve prendere degli appuntamenti, dar corso a delle telefonate importanti, fare dei conti urgenti ed altre cose del genere, anche se poi rimane immobile sulla sedia, da solo e con la porta chiusa, semplicemente a pensare. Le cose in fondo non vanno tanto male. La sua impresa edile riesce a galleggiare abbastanza bene in questo periodo, le commesse ci sono per mandare avanti le cose, ed il personale non è dei peggiori. Però il signor Chelli si sente ugualmente preda di forti dubbi sulle scelte da fare, come sugli investimenti a cui dare corso, e poi sulla fiducia da assegnare a chi sta alle sue dipendenze.

Non è facile, si ripete come per giustificarsi, trovare il giusto equilibrio tra tutti gli elementi che stanno in gioco: anche soltanto fidarsi di alcune conoscenze all’interno degli enti appaltatori, oppure appoggiarsi ad imprese più grosse sperando di ricevere da loro qualche commessa, o ancora partecipare alle gare d’appalto con percentuali di ribasso fasulle per favorire quello o quell’altro, nella speranza di ricevere prima o dopo lo stesso trattamento da loro, sono tutte cose che non possono essere fatte con piena tranquillità, a meno che non si sia individui senza alcuno scrupolo.

Lavorare onestamente rispettando tutte le leggi è difficile in questo campo, lui lo sapeva già prima di fondare l’impresa, eppure in molti casi si sente orgoglioso di portare avanti la sua attività, vedere le cose compiersi, le opere edificarsi, i manufatti restare in piedi, quasi come per un miracolo di buona volontà e di impegno da parte di tutti. Certo, si ripete, non si può sempre essere positivi ed ottimisti quando si mandano avanti aziende del genere: ci sono dei giorni in cui tutto appare nero e sembra quasi privo di qualsiasi significato, e poi tutto il bilancio consuntivo di anni dopo anni di duro lavoro, che sembra solo una specie di enorme sciocchezza, che a volte non ripaga neppure tutto lo sforzo che è stato affrontato.

Poi torna a farsi vedere, il signor Chelli, magari con un’espressione ancora leggermente ombrosa, ma con la faccia di chi in fondo sta trovando finalmente intorno a sé delle ragioni precise per non abbattersi troppo; e così magari assesta all’improvviso un colpetto bonario sopra le spalle del suo geometra, perché alla fine sa che le cose anche stavolta fileranno come sempre, ed anche se qualche contabilità forse è andata in perdita, sa che alla fine ce ne saranno altre che livelleranno facilmente le entrate aziendali; e si rallegra del lavoro portato avanti dalla sua segretaria circa la burocrazia a cui le banche e lo stato sottopongono ogni impresa; ed infine anche sugli operai non ha molto da dire, se non che apprezza il fatto che sembrano proprio resistere nella sua ditta anche loro, in questo perenne portare avanti una battaglia comune.

Forse l’unico che sembra ancora fuori da tutto il contesto è proprio l’assistente di cantiere, un tipo sempre un po’ troppo sulle sue, poco propenso a lasciarsi andare anche ad una qualsiasi battuta di spirito, persino quando qualcosa sembra andare proprio per il verso giusto. Così il signor Chelli percorre tutto il corridoio dell’azienda, e va ad osservare con curiosità proprio lui, che resta chino come sempre sui suoi conteggi. “Quando i conti non tornano, la colpa è di chi li sta eseguendo”, gli dice con sciocca ironia. Lui alza la faccia, lo guarda con espressione indecifrabile, poi dice: “forse”, riprendendo subito i suoi conti. L’assistente ha compreso da tempo che in quell’azienda sarà sempre colui che pagherà di persona anche per tutti gli altri, forse addirittura per cose rispetto alle quali non ha niente a che vedere. Però stanno così i rapporti di forza, ormai lo ha capito perfettamente, e lui dovrà sempre lasciare che le cose proseguano su questa strada, almeno fino a quando avrà la forza di sopportarle.

Bruno Magnolfi

Forza di sopportazione.ultima modifica: 2019-04-21T18:00:45+02:00da magnonove
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