Mai, ogni giorno.

 

La corriera passa ogni ora, è sufficiente stare accanto al segnale della fermata e fare un cenno all’autista per indicare la propria volontà di salire a bordo. Marisa si è vestita con cura per uscire da casa, e quando sale sul mezzo sferragliante sente di essere assolutamente a proprio agio, nonostante tra i pochi viaggiatori presenti, non ci sia a bordo neanche una persona che lei conosca o che abbia già visto in altre occasioni. Sa che non le viene del tutto naturale, però sente che per lei è giunto adesso il momento di compiere un passo importante: andare fino al negozio di sua figlia, acquistare qualcosa accettando i consigli di lei, e farle dei sentiti complimenti per le ultime collezioni di vestiti che ha messo in vendita, qualsiasi essi siano.

Avverto in questo momento la necessità improrogabile di trovare maggiore sintonia con Clara, pensa con determinazione mentre guarda distrattamente gli sprazzi di campagna fuori dal finestrino. In fondo è mia figlia, e se ci siamo un po’ allontanate negli ultimi tempi, è soltanto per una specie di prova di carattere che abbiamo voluto mettere in campo vicendevolmente, qualcosa che in fondo, lo riconosco, non ha avuto assolutamente alcun senso. Probabilmente lei nei prossimi anni sarà impegnata sempre di più con il suo negozio, e forse troverà qualcuno che la porti fuori la sera qualche volta, ed un giorno non lontano verrà magari a dirmi che vuole sposarsi, o che desidera andare a vivere da sola in qualche appartamento vicino al suo lavoro.

E’ giusto, non posso dire niente, pensa ancora Marisa; adesso è il suo momento, deve trovare la forza per fare le scelte maggiormente opportune per la sua vita, anche se spero che le adotti in maniera più pacata, senza trovare nessuno che la pungoli, come probabilmente ho fatto io in certe occasioni; e poi, se lo vorrà, sua madre qualche volta potrebbe forse tirar fuori la propria opinione, un parere obiettivo e assolutamente non vincolante per la sua bambina, limitandosi altrimenti a mostrare sempre e comunque il gradimento di tutto ciò che lei potrà desiderare, senza mettersi in mezzo. Anche perché sono più che sicura che mia figlia non farà mai dei grossi errori, ed io nei limiti del possibile dovrò sempre e comunque fare la mia parte di madre, e riuscire anche a starmene di lato, se Clara desiderasse così.

In fondo molte cose non mi sono piaciute durante la sua crescita, pensa ancora Marisa; ad iniziare dal fatto di non essersi dedicata affatto agli studi, nonostante tutto il mio sostegno ed il mio incoraggiamento. Ancora non capisco quale sia stato lo sbaglio secondo il quale niente di buono è uscito da lei durante la scuola superiore, tanto da farla decidere per l’abbandono senza nemmeno aver preso il diploma. Certo, quella è stata per me una bella batosta, in ogni caso adesso non è più nemmeno il caso di ripensarci, visto che tutto in qualche modo si è sistemato, e che l’intervento di sua madre è stato risolutivo, almeno per lei.

Infine scende dalla corriera, Marisa, sulla piazza principale del centro abitato, quindi si guarda un attimo attorno, sistema qualcosa nella sua borsetta, e poi si dirige con la solita determinazione che la contraddistingue verso il negozio di merceria e di abbigliamento: sarà sorpresa Clara di questa visita, pensa con passo nervoso; in fondo non le capita certo ogni giorno.

Bruno Magnolfi

Mai, ogni giorno.ultima modifica: 2019-01-31T21:02:59+01:00da magnonove
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