Sempre perdente.

 

Non lo so, dico io; mi metto in un angolo, senza dare fastidio a nessuno. Al massimo chiedo se ci sia un tizio per caso che abbia una sigaretta anche per me. Quando poi rimango più a lungo dentro al bar del Soldini, trovo sempre qualcuno che mi offre anche qualcosa da bere; ma in certe serate durante le quali magari sono riuscito a rimediare qualche soldo extra, allora mi faccio versare due o tre bicchierini di fila dal cameriere, tanto per riuscire a darmi la spinta che serve. Non credo di dare disturbo, nessuno comunque si è mai lamentato della mia presenza.

Non lo so, ce l’ho anche io un posto dove passare la notte: è un piccolo capanno di legno in fondo ad una strada che non porta da nessuna parte, dove mi sistemo rinvoltato ogni volta in mezzo a tutte le mie coperte, e dormo tranquillo, senza che nessuno generalmente si prenda la briga di mandarmi via. Cerco del lavoro ogni tanto, ma ogni volta che chiedo a qualcuno, quello scuote la testa, e dice sempre che non ce n’è. Però una volta la settimana o quasi, vado a dare una mano al legnaiolo che sta alla fine di questo abitato, e se c’è da scaricare un autocarro o anche il rimorchio del suo trattore, lui mi lascia fare, senza chiedermi niente, anche se poi mi mette sempre in mano un paio di banconote, senza aggiungere nulla. Io non lo ringrazio, non dico niente, ma giusto per non farlo sentire un po’ in imbarazzo, però siamo amici, ci fidiamo l’uno dell’altro.

Non lo so, ma qualche sera fa freddo, ed è allora che vorrei proprio andarmene da questo luogo poco ospitale, che tanto qua in mezzo non so proprio che farci. Mi piacerebbe andare da qualche parte dove fa un po’ più caldo, magari sul mare, e trovare qualcosa da fare, e metterci un briciolo di entusiasmo, tanto per provare a rimettermi in carreggiata. Non lo so, sono soltanto pensieri quelli che mi vengono in mente, però un giorno magari mi gira tutto in un verso e prendo davvero ogni cosa e poi me ne vado. Non mi piace molto parlare con le persone. Le parole servono soltanto quando vuoi riempire il tuo tempo, o prendere in giro qualcuno; per il resto basta scambiare un’occhiata con gli altri per capirsi davvero. Non lo so, ma io sono fatto così.

E poi non lo so, vado a mangiare ad una mensa una volta ogni giorno, e lì certe volte qualcuno di loro mi avvicina cortesemente per chiedermi se ho bisogno di qualcos’altro, se voglio fare una doccia, di qualche vestito, o di starmene un po’ in compagnia. Non ha importanza ragazzi, io penso mentre sollevo le spalle; tiro avanti bene anche così: mi conoscono tutti, non voglio dare fastidio, ma quelli insistono e allora mi fanno lavare, e dicono dopo che sembro più giovane, e qualcuno si offre per tagliarmi i capelli e la barba, ed io lascio fare quello che vogliono, perché tutto serve quando si vive in questa maniera, anche un aspetto decente.

Non lo so se qualcuno abbia di nuovo la voglia, come è successo una volta, di venire a farmi gli scherzi: mettersi davanti al mio capanno, vicino a questa mia cuccia dove ogni volta sto bello tranquillo, e d’improvviso dar fuoco a qualcosa lì accanto, tanto per farmi paura, magari per affumicarmi e costringermi ad uscire all’aperto. Non capisco, non dare fastidio a nessuno sembra proprio non sia più sufficiente, anche se in questo piccolo centro abitato ho compreso che qualcuno coltiva il disprezzo degli altri, ed io adesso non lo so per davvero, ma un giorno di questi dovrò proprio andarmene, oppure smettere di essere buono. Perché chi è più buono, proprio come mi sento io tante volte, e questo lo so per davvero, è sempre perdente.

Bruno Magnolfi

Sempre perdente.ultima modifica: 2019-01-24T21:02:18+01:00da magnonove
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