Monotonia.

 

Non c’è niente da fare, penso; ormai devo proseguire lungo la strada che ho intrapreso, che mi piaccia o meno. Forse qualche tempo addietro avrei ancora potuto tentare di fare qualcos’altro, invece di occuparmi soltanto di queste emerite sciocchezze. Certe volte mi sono anche giustificato in qualche modo, dicendomi che qualcuno doveva pur fare le cose che stavo facendo in quel momento, però alla lunga un’interpretazione del genere non regge, me ne rendo conto, e tutti i nodi che sono riuscito ad elaborare poco per volta alla fine vengono al pettine.

Quindi eccomi qui, sospeso tra tutte le mie abitudini ed una solenne incapacità ad affrontare nuove situazioni.  Cammino per strada con le mani sprofondate dentro le tasche e guardo ciò che c’è attorno a me come un viaggiatore stanco e svogliato che cerca di memorizzare ancora qualcosa di quello che riesce a intravedere. Mi ferma un tizio che conosco facendomi già da lontano un gran saluto, così gli dico subito che ho fretta per cercare di non perdere troppo tempo, ma quello mi chiede se mi vada di mettermi con lui per affrontare una faccenda nella quale c’è da mettersi in tasca un  po’ di soldi.

Lo guardo subito con interesse, lui dice che non si può parlare in mezzo ad una strada, e quindi mi trascina in un caffè poco lontano dove individuiamo un tavolo libero in un angolo.  Mi mette a parte, con poche parole e molti gesti, di una combinazione per cui fingendo di acquistare una certa cosa potremo rivenderla velocemente guadagnandoci una somma, e a me sembra tutto liscio e lineare: lui è conosciuto nell’ambiente, ma essendo io una faccia nuova posso presentarmi senza problemi e portare in fondo senza difficoltà la trattativa. Non ho molto da perdere, penso, così accetto con riserva, anche perché vorrei pensarci almeno un giorno intero prima di dedicarmi davvero a questo lavoretto.

Ci rivediamo il giorno seguente e lui mi porta delle carte; sembra tutto a posto, io devo soltanto presentarmi ad un certo indirizzo e spiegare in breve che mi interessa acquistare un determinato immobile. Appena firmati i primi documenti non resta che rivendere tutto quanto ad una terza persona che lui conosce e a cui interessa molto l’acquisto di un edificio di quel genere, tanto che con pochi passaggi a noi resta soltanto trattenere una bella fetta di questa piccola torta. I soldi da parte nostra non ci sono, è evidente, ma tirando fuori alcune carte che il mio conoscente ha messo a punto, ci vorrà diverso tempo prima che si scopra che il conto su cui sono depositati è assolutamente vuoto, ed a quel punto con una semplice transazione potremo sistemare ogni particolare.

Mandiamo avanti velocemente questa trattativa, e le cose filano subito per il verso giusto, tanto che al momento giusto il mio conoscente fa saltare fuori il compratore subito entusiasta della cosa, e tutto in breve si sistema. Ci dividiamo i soldi qualche tempo dopo infilandoci dentro al solito caffè, e poi ci salutiamo come se non ci fossimo mai neppure conosciuti. Adesso posso davvero intraprendere qualcosa, penso camminando per la strada, ma non mi viene a mente niente, se non tornare velocemente alle solite cose di ogni giorno.

Bruno Magnolfi

Monotonia.ultima modifica: 2018-09-10T17:15:52+02:00da magnonove
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