Errori comportamentali.

 

Quando mi sono reso conto che qualcosa stava ormai andando storto, mi sono subito girato di spalle per non guardare, o meglio per non vedere proprio neanche per sbaglio quello che stava davvero succedendo, dice lui al giudice per le indagini preliminari. Per cui adesso non posso dire niente su cosa sia accaduto veramente o come si siano svolti i fatti: ero sul posto, indubbiamente, però in sostanza non ho visto proprio nulla. La sua deposizione è ancora sotto giuramento, gli ricorda il giudice; lei sa bene a che cosa va incontro se sarà smentito dai fatti o da altri testimoni, perché qui adesso per quello che ci dice, noi non possiamo bonariamente che credere alla sua parola, come lei in fondo vorrebbe, ma è brevissimo il passo per  incriminarla subito per falso.

Ma che dice signor giudice, fa lui: io le sto dicendo davvero come sono andate le cose, e non potrei certo inventarmi qualcosa del genere per depistare le indagini o per alleggerire la mia posizione. Va bene, dice il togato, si prende atto che lei non ha visto niente, ma in ogni caso avrà almeno sentito i rumori di quanto stava accadendo alle sue spalle. Certo, fa lui; ho capito subito che là c’era in ballo qualcosa di grave, signor giudice, per questo mi sono allontanato dalla scena senza voltarmi neppure per un attimo: non volevo entrarci in quella faccenda, non volevo avere proprio niente a che fare con ciò che stava accadendo, e l’unica maniera che mi è parsa risolutiva è stata quella appunto di allontanarmi.

E che cosa ha sentito di preciso, chiede il giudice. Soltanto un po’ di trambusto fa lui; ecco, come se qualcuno si agitasse parecchio, forse per spostare qualche sedia o qualche tavolino del locale e magari farsi più spazio per affrontare meglio a mani nude un avversario, per esempio. D’accordo, dice il togato, ma se lei sente dei rumori così sospetti alle sue spalle normalmente le viene istintivo l’atto di girarsi ed osservare la scena ad occhi spalancati, proprio per rendersi conto se magari la minaccia che lei percepisce dai rumori non riguardi per caso anche la sua persona. Cosa le devo dire signor giudice, a me questo istinto che dice lei non è affatto scaturito fuori, e non mi è presa neppure nessuna curiosità, tanto che  mi sono sentito maggiormente tutelato nel non vedere niente e non sapere nulla di quanto stava accadendo alle mie spalle.

Converrà con me che questa sua resta comunque una posizione molto comoda, dice il giudice: lei c’era, si trovava a pochi passi da quanto è accaduto, ma è esattamente come non ci fosse stato. E comunque devo rendermi anche conto che a lei non interessa molto la conoscenza della verità da parte nostra, visto che continua a parlare senza fornire alcun dettaglio che ci risulti utile ai fini delle indagini. Non posso farci niente, signor giudice, fa lui. Quello che so o che sono riuscito a sapere, è semplicemente quello che hanno riportato tutti i giornali, né una cosa di più e neppure una di meno. Per quanto riguarda le supposizioni poi, io non mi sento di farne neanche una, visto che mi ritengo del tutto estraneo a quanto è accaduto.

Va bene, dice il giudice; allora si accomodi visto che non sa spiegarmi proprio niente, però rimanga in zona, perché sono quasi sicuro che ci sarà qualcuno che parlerà di coloro che erano presenti sulla scena, e magari anche di lei, e forse la tirerà perfino in ballo, addirittura  con modalità del tutto diverse da quelle che lei ci ha raccontato fino adesso. Firmi qui. Grazie signor giudice, fa lui; vedrà anche lei poco per volta che non ci sono errori in quello che le ho detto.

Bruno Magnolfi

Errori comportamentali.ultima modifica: 2018-07-04T13:14:00+02:00da magnonove
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