Analisi clinica.

 

All’improvviso lui sente di avere la mente praticamente sgombra da tutti i pensieri che lo hanno costantemente assillato negli ultimi giorni, mentre conservando quasi un’espressione di indifferenza rispetto a tutto rimane seduto da solo sopra quella panchina, nel giardinetto del quartiere sanitario, anonimo ma molto ben curato. È ancora troppo presto per entrare dentro la clinica che si apre proprio di fronte al suo sguardo, per cui riesce ancora a prendere del tempo per sé, guardarsi di nuovo in giro con calma, tentare di rilassarsi al massimo prima di giungere a presentare tutti i suoi documenti sanitari, raccolti con cura dentro una busta di carta gialla semilucida, presso l’ufficio accettazione di quell’edificio, e poi magari attendere insieme a chissà quanti altri il proprio turno per essere introdotto in uno dei tanti studi medici generalmente piuttosto affollati che si aprono lungo quei corridoi, per sottoporsi come previsto ad uno degli esami diagnostici prescritti dal suo dottore oramai da diverso tempo. Immagina già, prima ancora di vederli, i vetri opachi delle porte con quegli infissi freddi in grigio alluminio, e poi l’odore di etere, e quei camici bianchi indosso a tutti gli operatori, per poi avvertire dentro di sé un forte e innegabile senso di estraneità a quell’ambiente, anche se in fondo non sarà forse neppure capace di avere davvero un’opinione precisa su quanto probabilmente si troverà ad affrontare.

Ci sono delle persone senz’altro serie ed indaffarate che trascorrono le loro giornate tra quelle mura, anche se lui molto semplicemente non vorrebbe avere niente a che fare con loro. Se ci riflette gli sembra in ogni caso di essere già oltre la paura del primo momento, come se avesse ormai superato lo scoglio sul quale probabilmente si scontrano tutti: sentirsi un semplice numero, un individuo qualsiasi preso per mano e portato avanti come un bambino alle giostre, rassicurato da semplici lavoratori che per propria esperienza sono oramai immuni ed indifferenti ai dolori degli altri. Si alza, si guarda attorno, forse ha già rinunciato a formarsi una propria opinione, forse vuole soltanto lasciare che tutte le cose assumano da sé le loro conseguenze più logiche, e mettersi nelle mani di gente che conosce perfettamente quale sia il comportamento migliore da adottare per risolvere qualsiasi problema sanitario si trovino stagliato davanti.

Magari qualche risultato finale potrà venire fuori direttamente durante questa stessa seduta, pensa adesso Corrado per la prima volta; ma più facilmente tutto quanto sarà rimandato a dei campionamenti analizzati con calma nei prossimi giorni, e poi tutto quanto sarà inserito dentro a certe nuove buste gialline, dove saranno riportati dei dati e delle sigle a lui incomprensibili, fino a rimandare ogni cosa ad un’unica volta finale, all’incontro più decisivo, durante il quale verrà fatto accomodare davanti ad una scrivania chiara e liscia, e di colpo messo al corrente di tutti i suoi guai. Purché tutto succeda in tempi almeno abbreviati, pensa in questo momento; ed io sarei praticamente già pronto, al punto che posso da ora considerare le cure che mi occorreranno quasi come un normale inciampo nella quotidianità di ogni giorno.

Bruno Magnolfi

Analisi clinica.ultima modifica: 2018-03-15T21:14:42+01:00da magnonove
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