Desideri forti.

 

Dal punto di vista didattico del ragazzo non si può dire niente di male: segue attentamente ogni lezione almeno per quanto riguarda la mia materia, e poi certamente si impegna, è sempre molto preciso, e riesce a trasformare ogni nozione acquisita in un materiale suo proprio, che in seguito ad ogni spiegazione si può facilmente ritrovare anche nelle sue risposte quando semplicemente lo interrogo tanto per conoscere la sua opinione dietro quello sguardo apparentemente assente, anche se è con maggiore facilità che tira fuori le sue idee al momento in cui affronta con energia dei veri e propri compiti scritti, piuttosto che le interrogazioni orali. Anna sorride, è piuttosto soddisfatta di quelle opinioni su suo figlio, almeno a giudicare dai suoi risultati scolastici, però l’insegnante aggiunge subito, come ormai è d’abitudine con tutti coloro che lo conoscono, che di controparte Francesco appare sempre un po’ troppo solitario, non integrato neppure con un qualche piccolo gruppo, tantomeno con tutta la sua classe; forse riesce ad avere soltanto dei brevi contatti con un compagno alla volta, magari solo per qualche chiacchiera del tutto casuale, senza mostrare mai delle reali affinità con gli altri, probabilmente per colpa della sua timidezza che non riesce a superare, o che lo trattiene fortemente come dentro ad un suo mondo.

Lei alla fine, pur con lo sguardo leggermente intristito, lo ringrazia, stringe la mano anche a quell’ultimo docente con cui ha parlato, e poi esce dalla grande stanza scolastica adibita mensilmente al ricevimento delle famiglie. Non ci si è recata spesso a parlare con gli insegnanti di suo figlio, questo è vero, ma forse perché in passato le sembrava che tenere un comportamento di quel genere sarebbe stato quasi un’ingerenza negli affari di Francesco, e soprattutto perché lui è comunque sempre andato molto bene nei suoi studi, tanto da non far sentire praticamente mai la necessità di quei colloqui sempre un po’ monotoni e forse addirittura sciocchi. Da qualche tempo invece Anna ha finalmente compreso quale forse sia stato il suo più grave errore, ed adesso sta come cercando un aggiornamento più concreto su quanto crede di sapere circa suo figlio, perché improvvisamente si sente pienamente cosciente di quanto la sua età si dimostri davvero piena zeppa di complicazioni. La personalità che Francesco mostra forse è strana, sfuggente, o almeno un po’ particolare, ma non serve a nulla farsene continuamente un cruccio, oppure cercare di spremere se stessi nel tentativo di modificarne l’andamento. Ognuno secondo lei deve essere come è giusto che sia, questo lo ha pensato tante volte, senza che gli altri sulla base di interpretazioni proprie intervengano dall’esterno a ritoccarne il senso o le finalità.

Forse la sua in questo momento è anche la cattiva coscienza di una mamma che negli ultimi tempi si è probabilmente troppo dedicata coi pensieri a qualcosa che non rientra all’interno della sua famiglia, nonostante non abbia fatto assolutamente niente di male. Si sente però in debito verso Francesco, come se lo avesse ignorato o abbandonato per un tempo superiore a quanto poteva essere ammissibile. Vorrebbe sapere adesso qualcosa in più su quanto suo figlio sia davvero riuscito a maturare, questo le sembra il punto essenziale: comprendere meglio il suo comportamento odierno, riuscire ad interpretare ogni tanto almeno qualcuno di quei suoi lunghi silenzi in casa, anche perché se fino ad oggi si è sempre trattenuta dal fargli delle domande dirette, è soltanto per non farlo sentire prigioniero della loro situazione familiare.

Non importa, pensa alla fine come giustificazione uscendo dall’istituto con la facciata grigia e austera: crescerà Francesco, e sempre meglio saprà distinguere da sé ciò che gli serve per proseguire bene la sua esistenza; andrà avanti per conto proprio, con le sue gambe, e avrà dei sogni, delle sicure aspirazioni, ed in seguito un lavoro interessante e forse una famiglia propria, ne sono più che sicura. Sarà improvvisamente grande e uomo fatto giusto uno di questi giorni, pensa lei, quasi senza che la sua mamma se ne sia neppure accorta, ed a quel punto non ci sarà più assolutamente alcun bisogno che io pianga con lo sguardo perso nel vuoto pensando a tutto quello che non sono riuscita a fare per il suo bene futuro, o almeno per spianare al meglio la sua strada, magari concedendogli un sostegno, oppure attivando un dialogo con lui, proprio per cercare di spiegargli con coraggio che la nostra fin da subito è stata sempre e comunque anche la sua famiglia. Sarà davvero se stesso, alla fine della giostra, libero di essere proprio come più desidera.

Bruno Magnolfi

Desideri forti.ultima modifica: 2018-01-04T21:27:22+01:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo