4 pensieri su “21 agosto 2009 – Libero

  1. Cos’è la follia? o meglio cos’è il folle? Colui che opera in quel che il buon senso ritiene assurdo? In vero tutti coloro che non operano e si comportano secondo i nostri metodi, sono folli ai nostri occhi. Quindi in un certo senso sono provvisti di una libertà che noi non abbiamo, perchè non potremmo mai fare ciò che riteniamo assurdo.
    Quindi potremmo affermare che il folle è colui che compie azioni che sono assurde per se stesso. Ma qualunque azione possiamo compiere non può essere mai assurda, al limite possiamo reputarla ostica, o non usuale.

    Quindi spesso invidiamo la follia degi altri, dei folli, ritenendola “libertà”.

    Ma la libertà è una strana cosa, che cerchiamo intorno a noi, pensando che sia nascosta, che sia proibita, invece la libertà l’abbiamo sempre avuta e continuamo a possederla, a volte crediamo di rinunciarvi, illudendoci che vi possono essere libertà più ampie di quelle che abbiamo, e che siamo in grado di sperimentare, ma la libertà è in noi, e non è follia, non è normalità, non è niente di tutto quello che puoi catalogare..è solo semplice libertà.

  2. commento al racconto del 25 Agosto:
    Valutazioni sbagliate:
    Nel racconto, il personaggio rivela, attraverso i suoi pensieri più che la paura di sbagliare, una grande paura di vivere.
    La paura di vivere spesso si traduce nella paura della solitudine, paura di non essere accettati, paura di essere amati, e di amare ..e si diventa isole, vaganti, senza più desideri e sogni..ma basta così poco per scoprire che l’amore spesso è a due passi da noi…

  3. Certo nei due racconti del 25 e del 26 sono discritte due solitudini, una al maschile, e l’altra al femminie: la prima è una solitudine “sociale” come giutamente fà notare “Nanet”: il protagonista è in difficoltà con la vita, egli, non riesce a sentirsi accettato, riconosciuto, socialmente; ma è nel secondo racconto che mi soffermerei con la solitudine vissuta al femminile della protagonista :Renata, pur essendo in difficoltà con la sua solitudine”affettiva”, si propone nella serata a cui è stata invitata, sorridente, e intraprendente,(magari superando se stessa).. ma gli uomini sono in difficoltà con lei, una donna autonoma spaventa, e non inserita poi nel gruppo delle donne della festa, può scatenare gelosie e quindi evitano in qualche modo di essere coinvolti da lei..mentre le donne emarginano completamente, Renata, che mostra disinvoltura, e schiettezza verso di loro, non aderendo ai rituali della falsa “solidarietà femminile” e per questò, sarà emarginata per tutta la serata .

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