Come ogni giorno.

 

Marisa nel tardo pomeriggio è già nella cucina di casa quando Clara rientra. Ciao mamma, le dice la ragazza mentre toglie il soprabito, e l’altra alza appena per un attimo il suo sguardo severo dalle cose di cui si sta occupando, e le risponde in fretta guardando l’orologio sopra al muro, soltanto per registrare mentalmente un certo ritardo rispetto al suo consueto orario di ritorno. Mi sono fermata a parlare con una persona, fa lei, tutto qua. Va bene, dice Marisa; al negozio le cose filano bene, mi pare di capire. Certo, fa lei che forse a quel punto vorrebbe salire per qualche minuto in camera sua, come fa sempre. Se non hai bisogno di aiuto andrei in bagno e a cambiarmi d’abito, le dice. Va bene, fa Marisa, però non impiegarci troppo tempo, ho bisogno di te per preparare qualcosa per la cena. D’accordo fa la figlia mentre già sale le scale.

La mamma è sempre stata un po’ diretta nelle sue espressioni, non ha mai sentito il bisogno di girare troppo attorno a quello che vuol dire, specialmente in riguardo agli argomenti che maggiormente la interessano, ma in fondo è una persona sincera, una della quale capisci immediatamente le cose che le vanno bene, ed anche tutte le altre che al contrario non riesce assolutamente a digerire. Forse Clara negli anni passati ha avuto persino paura di lei in certe occasioni, di quei suoi modi forti, soprattutto, dei suoi gesti spigolosi, di quegli sguardi che non lasciano alcun dubbio, ma adesso, forse anche per una forzata abitudine, lei sa che non ha più del tutto bisogno del parere della mamma per portare avanti le sue scelte. Magari è proprio questo che alla lunga potrebbe innescare dei risentimenti, riflette mentre si sofferma due minuti dentro la sua camera: la sensazione di sentire sua figlia sempre più adulta e indipendente probabilmente la fa sentire inutile, priva di quel ruolo che ha sempre amato svolgere nei suoi confronti, specialmente dopo che è venuto a mancare suo marito. Ma non è possibile farci niente, le cose possono soltanto andare avanti in questo modo.

Per favore apparecchia la tavola, le dice Marisa appena lei rientra in cucina: sto cucinando qualcosa da cui non posso distrarmi neanche un momento. Va bene, fa Clara sottovoce. Poi restano ambedue in silenzio per qualche minuto, mentre ognuna si trova indaffarata dal proprio compito. Sembra che la signora Martini voglia smettere poco per volta di occuparsi del suo negozio, fa la mamma, e lasciarti praticamente padrona del campo. Ma una persona da sola non può farcela ad occuparsi di tutto, dice Clara alzando la faccia di scatto. Lo sa anche lei, dice Marisa, per questo vorrebbe che tu scegliessi un’aiutante, un apprendista, un ragazzo o una ragazza che stia in negozio durante quelle ore del giorno più impegnative e con maggiore afflusso di clientela. Ne avete già parlato quindi, dice Clara guardandola fissa. Certo, fa la mamma, per te è una grande opportunità, e lei voleva naturalmente sentire il mio parere.

Ho capito, risponde Clara, ci rifletterò nei prossimi giorni prima di decidere. No, fa subito Marisa, non c’è niente da decidere, soltanto da ringraziare la signora Martini per tutta la sua generosità e la fiducia che ripone in te. Torna il silenzio dentro la cucina, ma dopo poco la cena sembra pronta, e non c’è da far altro che mettersi a mangiare come sempre.

Bruno Magnolfi

Come ogni giorno.ultima modifica: 2018-10-11T20:18:54+02:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo