Scena n. 12. Il dialogo.

Sul palco la luce appare scarsa, come se la finta stanza curata dagli sceneggiatori fosse illuminata da un’unica sola candela, quella appoggiata sopra al tavolo. Si intravedono soltanto due persone, sedute, immobili, le espressioni serie, di chi ha pensieri profondi, e riesce a trattenerli solo per qualche momento, come fosse questo il tempo giusto di una sincerità superiore e definitiva. … Continua a leggere

Soltanto questa può essere vita.

  “In fondo non ritengo di avere bisogno degli altri, almeno di quelli con cui non trovo alcuna somiglianza; e invece coloro che potrebbero essere davvero come me, o avvicinarsi molto ai miei modi di essere e di pensare, mi incutono paura, credo sia meglio sfuggirli”. Mi sono stancato di me stesso, ho riflettuto in un attimo di particolare agitazione. … Continua a leggere

Contro l’ingiustizia.

Quelle prime luci dell’alba apparivano tenere e definite sotto gli alberi, mentre la piccola barca a remi scivolava leggera sopra l’acqua verde di quel fiume, davanti agli occhi attenti del ragazzo riparato dai cespugli, curioso delle piccole onde che lentamente andavano formandosi. L’uomo remava, attento a rispettare il silenzio della natura: il suo abbigliamento era di tipo mimetico, il fucile … Continua a leggere

La mia semplice deludente natura.

Stavo là, al margine di qualcosa, senza sentirmi attratto da nulla che non fosse quella foschia leggera attraverso cui vedevo ogni cosa, una volta uscito alla sera dal solito bar. In fondo non facevo niente di male se non a me stesso, pensavo, ma pur essendo convinto che dovessi finirla, un giorno a l’altro, di bere in quella maniera smodata, … Continua a leggere