Strana coppia.

Si sono seduti a tavola, infine, questi nostri amici, mentre io e mia moglie cercavamo di inventarci delle piccole battute di spirito tanto per riempire i vuoti e tentare di rompere quella sottile tensione che nonostante tutto ci sembrava a tratti di avvertire. Vicini di casa, arrivati da poco in città ed almeno apparentemente entusiasti di qualsiasi elemento nuovo da osservare attorno a loro. Per noi invece è sempre stato difficile spiegare il nostro vecchio quartiere, un assodato modo di essere e di vivere composto in mezzo ad un agglomerato di abitazioni tutte simili, con tanto di negozi e di servizi, ed alla fine con poche parole interpretare correttamente lo spirito attraverso il quale far immergere una coppia giovane, come quella davanti a noi, all’interno di una realtà così complessa come questa nostra periferia semi-residenziale,  buffa forse, anche per noi se arrivati a ripensarla così, quasi d’improvviso.

Nel mio lavoro l’importante è la credibilità, dice lei con un atteggiamento vagamente sciocco. Lui invece prosegue a sorridere tenendole la mano quasi ad evitare persino la possibilità di un’improvvisa separazione accidentale, e mostrando contemporaneamente una quasi completa accettazione aprioristica ed incondizionata di tutto quanto la sua donna potrebbe in qualche modo tirar fuori. Mia moglie forse vorrebbe mettere maggiormente a proprio agio queste due persone, penso, se non fosse che loro appaiono già perfettamente a proprio agio, ed il loro aver accettato il nostro invito sembri improvvisamente quasi un favore fatto a noi, piuttosto del contrario.

Resisto interessandomi di cose marginali: un po’ di musica, un bicchierino di liquore, la posizione in cui sedermi, ma di fatto stando con le antenne ben alzate su qualsiasi cosa venga detta o suggerita. Dietro quella specie di maschera iniziale fatta di curiosità, da parte dei nostri dirimpettai, adesso mi pare ci sia quasi un loro disinteresse verso tutto, e in ogni caso rifletto che personalmente preferisco l’onestà piuttosto che qualsiasi affettazione. Chissà quali sono i tuoi interessi, dice mia moglie a lui, tanto per dargli modo di parlare un po’ di sé. Lui si schernisce vagamente, poi spiega con parole secche come oltre l’attività lavorativa di informatico per una grossa società, la sua vera vocazione sia la storia antica, quella affascinante, dice, di cui si conosce sostanzialmente ancora poco, e della quale però si fanno molte congetture.

Sono perplesso: maggiormente io e mia moglie andiamo avanti a parlare con i due tizi che ci siedono di fronte, più scopriamo di non riuscire a comprenderne alcunché. Sembra quasi che si installi una sfuggevolezza da parte di ambedue che in ogni caso funziona solo a tratti, lasciando scoperti altri momenti in cui appaiono semplicemente falsi nel parlare di se stessi e delle loro cose. Credo sempre di più che quando saranno andati via non saprò neppure cosa riuscire a pensare di tutta questa visita. Non dobbiamo avere un parere, penso però adesso con forza; non dobbiamo formarci per forza delle opinioni, rifletto; forse è soltanto questo ciò che ci stanno suggerendo loro due. Mi rilasso, probabilmente niente ha più importanza di questo starcene qui a raccontarci qualcosa senza impegno.

Infine vanno via, mia moglie insiste invitandoli a tornare, loro sorridono, non varcheranno mai più questa porta, penso con cattiveria, sono fatti di una pasta molto diversa dalla nostra, si sono annoiati questa sera, volano molto più in alto di me e di mia moglie. Chiudo la porta alle loro spalle, resto in silenzio per un attimo, mia moglie mi allunga un sacchetto di nettezza da andare a gettare nel bidone. Esco sulle scale, loro sono fermi poco più avanti e non mi vedono. Non sapevo cosa dire, dice lei; ero terrorizzata da quelle domande. E’ vero, insiste lui, due persone così strane non ne avevo mai incontrate.

Bruno Magnolfi

Strana coppia.ultima modifica: 2015-01-31T20:41:33+01:00da magnonove
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