"Progetti di normalità", di Bruno Magnolfi

Qualsiasi significato.

 

Sicuramente questa ragazza si chiederà quale sia il motivo principale che io possa avere per tornare a chiederle nuovamente di uscire assieme a me, pensa Alberto mentre guida la sua macchina. Ma, sinceramente, anche se mi domandasse all’improvviso una cosa del genere, forse non saprei neppure cosa risponderle. Non potrei mai dirle, ad esempio: <<Laura, mi piacciono i tuoi modi, la tua capacità di suggerire le cose con appena poche espressioni degli occhi e del tuo viso>>, o altre cose del genere. Potrei soltanto spiegarle che mi torna parecchio naturale stare accanto a lei, quasi l’avessi conosciuta molto tempo addietro, invece che soltanto da appena qualche mese. Ma forse, anche solamente nel dire qualcosa di così semplice, sarebbe probabile che mi sentirei subito confuso, limitandomi a sorriderle un po’, senza neanche guardarla, e dopo basta. Non lo so, ma spesso i miei tentativi per smuovere almeno qualcosa, in queste mie giornate così monotone, sembrano destinati a non portare a niente, nonostante i miei sforzi, pensa ancora Alberto mentre affronta la strada in direzione di Bientina. Non riesco a fare un piano concreto per il futuro, o meglio non so mai capire se qualcosa, messo in opera oggi, riesca a dare dei buoni frutti domani; perciò, mi perdo nel cercare di somigliare a chi invece ci riesce, a chi ha le idee più chiare delle mie, e Laura mi appare in tante occasioni come una persona esattamente così. Probabilmente sono uno sciocco: ho pensato per tanto tempo che tutto ciò che per me è importante si esaurisse quasi sempre nello spazio di una sola serata, oppure di un giorno intero trascorso bene, magari insieme con i miei amici, nel semplice scordare tutto il resto, e perciò capace di farmi sentire leggero, lontano da tutto, distante dai problemi. Invece adesso mi sento privato di qualcosa, e vorrei proprio capire cosa sia.

Non provo alcuna soddisfazione, e vado avanti senza conoscere il motivo reale per cui proseguo ad insistere in un certo comportamento: osservo gli altri, e subito mi sembrano più completi di me, come avessero trovato, ognuno per proprio conto, qualcosa di fondamentale per procedere oltre, per continuare a battere una certa strada, qualsiasi essa sia. I miei stessi amici di un tempo, poco per volta, si sono piegati ad accettare un comportamento più ordinario, abbassando quello sguardo da furbi che avevano un tempo, e raccogliendo all’improvviso quello che avevano trattato nel passato anche con un certo disprezzo. Certe sere ci vediamo ancora per farci una birra, insieme a quattro risate senza alcun pensiero, ma non è più come una volta, ed un retrogusto più amaro si è inserito rapidamente in mezzo a tutti i loro atteggiamenti. A volte ho immaginato le ragazze che mi sono passate davanti in questi anni, come delle figurine senza alcuna importanza, e pur senza essere stato con loro troppo indigesto, non le ho mai considerate troppo: soltanto semplici componenti del divertimento, compagne preziose di una sera soltanto, e poi basta. Senz’altro ho sbagliato qualcosa, ma tutto in me è avvenuto in mancanza di una vera strategia; in modo naturale, voglio dire, come se la mia mente fin dagli inizi fosse stata vuota di tutto, solo proiettata verso il piacere momentaneo.

Alberto prosegue a guidare e a pensare. Laura è una ragazza qualunque, forse ne ho conosciute a decine simili o identiche, immagina Alberto, però adesso sono io che inizio a vedere in lei qualcosa che fino a poco fa non riuscivo neppure a notare. Non mi interessa per niente che sia bella o che sappia essere divertente, è qualcos’altro che mi attira nei suoi comportamenti. Voglio conoscerla, sapere che cosa le passa davvero dentro la testa, capire cosa sia che la rende in una certa maniera, che la fa essere così espressiva, capace di gettare con indifferenza anche una semplice occhiata in un angolo, che io poi non riesco più, per tutto il giorno, a togliere dai miei pensieri. Non ha mai dato nessun giudizio su di me, né ha fatto trapelare un parere, o una semplice impressione su qualcosa che mi riguardasse. Rimane una mia collega di lavoro, lì a dividere lo stesso ambiente con me ogni mattina, ma è come se restasse da me costantemente distante, non per rivalità, ma soltanto per una vaga indifferenza che non riesco a comprendere. Ho preso persino la tessera sindacale, anche per dimostrare a lei che ho una mia personalità, che riesco a distinguermi da tutti se soltanto lo desidero, e insomma che non sono uno qualunque, anonimo, senza troppi argomenti. Ma non è cambiato niente, ed anche in questi ultimi giorni Laura mi è sempre parsa costantemente attratta da qualcosa che io non riesco a vedere, nonostante cerchi di guardare nella sua stessa direzione, ma di cui sono assolutamente curioso, fino a continuare a meditarci sopra per tutto quanto il giorno, persino mentre guido questa stupida macchina che mi sta riportando verso casa.

Non so di preciso che cosa potrei chiederle, pensa ancora Alberto: mi limiterò prossimamente ad esserle vicino, ad osservarla, a cercare di comprendere che cosa possa essere a renderla così; poi resterò in silenzio, quando le parole perderanno di qualsiasi significato.

Bruno Magnolfi

Qualsiasi significato.ultima modifica: 2023-02-17T15:20:43+01:00da
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