"Progetti di normalità", di Bruno Magnolfi

Paura ignota.

 

<<Sei sveglia?>>, chiede Renato sottovoce a Sandra mentre sono ancora coricati dentro al loro letto, nella zona posteriore del camper, parcheggiato nei pressi di Quimper. Lei si muove sotto le coperte, annuisce, è ancora molto presto, sicuramente fuori è tutto buio di là dalle tende oscuranti dei loro finestrini: c’è ancora tempo prima di dover scivolare via da lì, da quel calduccio. <<Sono preoccupato>>, le fa subito lui, come se volesse intavolare chissà quale conversazione. Sandra non gli dice niente, sta ferma adesso, attende con pazienza che lui trovi l’impulso per rivelarle qualcosa capace di non farlo neanche dormire, ma probabilmente, già come si immagina, magari è soltanto una sciocchezza, un’idea stravagante, una qualsiasi delle sue buffe fantasie. <<Credo che Antonio abbia con sé una pistola>>, dice lui alla fine, come se questa fosse una verità impossibile da poter tenere in se stessi per una sola persona. <<Ma tu l’hai vista?>>, fa Sandra bisbigliando e con un tono sostanzialmente piuttosto tranquillo. <<Ne sono quasi certo>>, dice lui. <<Ne ho avuto il sentore notandogli in mano da dietro qualcosa di metallico, così ho guardato meglio e mi è parsa proprio una pistola, ma poi non ho avuto il coraggio di domandargli niente, né di fargli notare che ero lì, dietro di lui, e lo stavo osservando>>. Lei allora si volta verso suo marito, oramai il suo sonno residuo è già passato, anche se non le sembra ancora che questa notizia sia proprio sconvolgente. <<Magari l’ha sempre avuta; e forse non ti ha mai detto nulla per evitare di allarmarti>>, dice lei con espressione convincente. <<Va bene>>, fa subito lui già un po’ seccato di dover addirittura spiegare una cosa del genere. <<Ma adesso siamo impegnati insieme in un viaggio di piacere, peraltro anche da parecchi giorni; secondo me avrebbe dovuto dirlo subito, penso, prima ancora di partire, almeno a me, che lo conosco ormai da un secolo. Se devo affrontare l’argomento con lui, a questo punto, sono sicuro di litigarci: preferisco far finta di niente>>.

Trascorrono cinque minuti senza che nessuno dei due abbia niente da aggiungere; Lina e Toni stanno sicuramente ancora dormendo, nel loro letto in alto sopra la cabina di guida, e in tutto quanto il camper non si avverte alcun rumore, tanto che persino il cane Ettore appare silenzioso e addormentato, sdraiato tranquillo al suo solito posto. <<Forse non è neppure un male avere un’arma con cui difenderci, nel caso in cui a qualcuno venisse in mente di venire a disturbarci con brutte intenzioni, magari durante la notte>>. Renato resta in silenzio, si è tirato su a sedere nel letto, e nella fioca luce interna di cortesia si guarda attorno, come cercando di vedere qualcosa che forse non c’è. <<Ma se ogni sera azioniamo il dispositivo di allarme di tutto questo mezzo, e poi le serrature del camper sono tutte brevettate antiscasso, come ci ha ben spiegato il nostro noleggiatore; va anche detto in più che comunque siamo in quattro, e con un cane: io credo che a nessuno verrebbe in mente di fare una cosa del genere, e comunque se anche fosse, tirando fuori un’arma di fronte a un’aggressione o un tentativo di rapina, probabilmente le cose potrebbero soltanto peggiorare, almeno per noi>>. Chissà mai se Lina è al corrente di tutta questa faccenda, pensa intanto Sandra; e se lo è non capisco per quale motivo non me l’abbia mai fatto presente. <<E’ probabile sia finta, giusto per impaurire qualcuno, nel caso serva farlo>>, dice lei a bassa voce

Renato non risponde niente, ma è molto chiaro per lui che se quell’arma fosse davvero un giocattolo, allora non ci sarebbe proprio neppure un valido motivo per non parlarne, questo è evidente. <<No>>, fa dopo poco; <<è una pistola vera, ne sono certo, e probabilmente anche già carica, mi pare chiaro; però chissà dove la tiene, forse ha un nascondiglio, non potrei controllare neppure se volessi>>. Lui sta pensando che forse sarebbe andato tutto bene se non avesse visto niente di quell’arma, ma adesso che è venuto a conoscenza di questa importante novità, i rapporti tra di loro non possono essere più proprio gli stessi, almeno da parte di Renato. E’ come se questa faccenda minasse alle basi l’amicizia tra di loro, pensa ancora, quasi non ci fosse più piena fiducia l’uno nell’altro, come invece avrebbe dovuto essere, già anche affrontando una vacanza come quella. <<Sono deluso>>, dice alla fine; <<e forse persino un poco impaurito>>.

Bruno Magnolfi

Paura ignota.ultima modifica: 2022-03-04T18:21:25+01:00da
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