"Progetti di normalità", di Bruno Magnolfi

27 agosto 2009 – Scoprire la strada

27 agosto 2009 – Scoprire la strada

Indubbiamente io devo molto a Dannis, l’unico amico che ho. Ho avuto la fortuna di nascere pochi mesi dopo di lui nel medesimo caseggiato del quartiere del Campo di Marte, dove abitavano i nostri genitori e quindi anche noi. Da bambini abbiamo giocato assieme dentro al nostro cortile, poi, quando abbiamo iniziato ad essere grandi, siamo usciti da dentro il quartiere, andandocene in giro e divertendoci con mille altre cose. Certe volte abbiamo anche litigato, e lui qualche volta mi ha detto che ero una stupido, ma poi abbiamo sempre ritrovato la nostra amicizia. Lui fa il capo, e io lo seguo senza fiatare. Non vorrei lo pensasse, ma spesso ho bisogno di lui. Dannis dice dove andare stasera e io sono d’accordo, vado con lui. Mi fischia giù dalla strada, io lo sento, la mia stanza in casa dei miei genitori è al primo piano, ho la finestra proprio davanti a dove lui parcheggia la moto. Lo sento, e so che qualcosa avverrà, si va a caccia, nel giro dei bar, a salutare gli altri ragazzi, non lo so. Quello che Dannis decide per me va benone, mi fido di lui. Poi una sera ci mettiamo a fare gli scemi con certe ragazze, andiamo avanti così per un po’, con Dannis che scherza e che fa l’ironia, poi ce ne andiamo in un posto vicino dove ci sono dei prati e ognuno di noi si prende la sua bella e si infratta in mezzo ai cespugli. Dopo mi fa: “Sai, non mi piace poi molto stare con quelle ragazze, mi pare che siano noiose, e poi va sempre a finire nella stessa maniera, a rotolarsi nei prati col buio e via, con loro è così. Preferisco quando andiamo a cercare i ragazzi e si decide di andarcene al fiume o in un cinema a far confusione.” Questo discorso io non lo capisco del tutto, anche perché con la ragazza che mi era toccata io mi sentivo benissimo, perfettamente a mio agio, e lei era carina con me, diceva che ero il suo “ciccio” e mi teneva la mano con grande dolcezza. Ma non replico niente, lascio che lui dica la sua e così passano i giorni. Una settimana più tardi ripeschiamo le stesse ragazze e la mia dice: “Ma dove eri finito, avevo una gran voglia di rivederti”, ma Dannis è scocciato, non è per niente contento di come si stanno mettendo le cose, lui vorrebbe che quella ragazza smettesse di parlare con me e mi lasciasse un po’ perdere, così inventa una scusa e mi trascina con sé. Poi ci fermiamo ad un bar dove non si conosce nessuno e mi dice che lui ha sempre fatto tutto per me, ha dedicato degli anni a portarmi a rimorchio, ha diviso con me tutto quello che aveva e adesso non potevo star dietro a una gonnella qualsiasi e dimenticarmi di tutti gli amici e di tutto quello che lui aveva fatto. Io cerco di dirgli le mie belle ragioni, che quella ragazza non è una qualsiasi e cose del genere, ma è peggio, lui si arrabbia di brutto, prende la moto e va via, così io torno a casa con l’autobus e per due o tre giorni non lo rivedo. Una sera esco da dentro al cortile della casa dei miei e vedo che di là dalla strada, in un posto un po’ buio, c’è Dannis con un altro ragazzo che parlano fitti, si muovono e spariscono in un giardinetto con delle panchine e degli alberi. Cercando di non farmi vedere gli arrivo alle spalle, vorrei fare uno scherzo, una sorpresa, ma sento che parlano proprio di me. Così resto fermo ad ascoltare i discorsi, e capisco che Dannis è più triste di come avrei immaginato. Dice che senza di me non riesce più a divertirsi, gli manca la carica, il sentirsi le spalle coperte, non riesce più ad essere lo spavaldo che è sempre stato. Tiene la mano dell’altro ragazzo che io non conosco e poi non lo sa, dice, ma è come se le giornate adesso fossero del tutto diverse, e avesse bisogno di aiuto, e non si sentisse a suo agio con niente. Poi forse sente un rumore, si gira, mi vede, e scoppia a piangere come un bambino. No, non la credevo possibile una cosa del genere, purtroppo è successa e inevitabilmente i nostri rapporti sono cambiati. Dannis è ancora il mio amico, vorrei far qualcosa per lui, ma credo che lui non abbia proprio bisogno di me, ognuno di noi adesso deve affrontare una strada diversa, io so quale sia quella che adesso voglio seguire, lui forse dovrà ancora scoprirla.

Bruno Magnolfi

27 agosto 2009 – Scoprire la stradaultima modifica: 2009-08-27T21:48:30+02:00da
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