Rumori molesti.

  Silenzio. Pur stando in ascolto con il massimo dell’attenzione, pronto ad interpretare immediatamente come un pericolo qualsiasi pur minimo rumore possa giungere alle mie orecchie da fuori, non sento nulla, se non il mio vecchio cuore che batte, ed il leggero fruscio nella testa dato dal sangue che scorre regolare all’interno delle mie vene. C’è un dentro ed un … Continua a leggere

Poche parole.

  Generalmente, di sua spontanea volontà, lei non dice quasi niente; persino quando le viene rivolta direttamente qualche domanda su degli argomenti anche generici e poco impegnativi, lei si limita a sorridere e ad abbassare lo sguardo, per poi magari cambiare appena un po’ la propria espressione, quel tanto che basta per dar mostra agli altri che è vigile, comprende … Continua a leggere

Fantasmi ordinari.

Se guardo dalla finestra dentro al buio di questo cortile, proprio di fronte alla mia stanza, certe volte ci vedo qualcosa di incomprensibile: ci sono delle forme che sembrano vive, e le pietre del muro di cinta che in qualche caso paiono muoversi; il semplice pavimento di nudo cemento poi sembra accogliere sopra di sé come delle fluttuanti ombre scure … Continua a leggere

Interpretazione musicale.

  Il suono è quello che conta, pensava lei anni prima lucidando all’infinito quel suo amato violino. Adesso, dopo l’abbandono quasi repentino dell’orchestra e di quel mondo, soprattutto per la sua incapacità di stare al passo con le prove, considerati anche gli estenuanti spostamenti di città e di nazione per l’esecuzione di tutti i concerti, le resta soltanto quella custodia: … Continua a leggere

Come una giornata qualsiasi.

  Pedalo svogliatamente sopra la mia vecchia bicicletta in quest’aria fredda e buia della mattina, e non penso a niente altro che sia semplicemente cercare di giungere al giusto orario sul mio luogo di lavoro, e forse stringere gli occhi lacrimosi che mi frizzano ad ogni colpo di questo strano vento artificiale, restando dietro a tutti i furgoni delle consegne, … Continua a leggere

Come una colpa fondamentale.

  E’ stato proprio nell’esatto momento in cui era richiesta determinazione e freddezza che mi sono mostrato un uomo debole, troppo indeciso sul da farsi, incerto persino nei movimenti più naturali, e sono riuscito soltanto a guardarmi attorno come per cercare una via di fuga solo per me e per nessun altro, si ripete lui mentalmente, come non perdonandosi neppure … Continua a leggere

Come un foglio di carta.

  Fuori da qui non c’è niente, dice lei ogni tanto con voce non troppo alta e scuotendo la testa, visto che nessuno generalmente mostra la voglia di ascoltarla o di prenderla sul serio. Resta seduta nel suo angolo, guarda qualcosa in un punto imprecisato invisibile agli altri, e poi basta, immobile, senza provare alcun desiderio apparente. Ma certe volte … Continua a leggere

Come una serata insignificante.

  Sono arrivato fino qui da solo e senza aspettative per seguire questa assemblea; mi sono seduto in una delle ultime file della sala che mi ha accolto, poco prima che qualcuno iniziasse a parlare, e nel brusio generale dei presenti ho iniziato a scrivere questa nota, forse soltanto per darmi importanza con i vicini di posto, e in fondo … Continua a leggere

Come un segreto da custodire.

  Come per una qualsiasi abitudine, lei si osserva sempre le mani prima di uscire da casa. Le sfrega ancora una volta dolcemente una con l’altra, apprezzando il velo sottile della crema che usa ogni giorno ancora rimasta sopra la pelle, un prodotto che ne combatte la secchezza e che risulta anche adatto per ammorbidire e rendere meno visibili quelle … Continua a leggere

Come una meta introvabile.

  Eppure deve essere per forza da queste parti il bivio che cerchiamo, dice lei mentre continua a scrutare il buio intenso intorno a quella strada illuminata soltanto dai suoi fari, reggendo comunque il volante dell’auto con una certa leggerezza, quasi in punta di dita, pronta a svoltare o a fermarsi alla prima avvisaglia del cartello stradale che spera ancora … Continua a leggere

Come un pesce fuori dall’acqua.

  Forse dovrei smettere di pensare le cose sempre nella stessa maniera. Forse esiste anche il modo di evitare questi soliti luoghi comuni in cui regolarmente mi rifugio: l’uso continuo delle frasi fatte, questo lasciarmi andare a grasse risate superficiali con la gente che conosco da sempre, perdermi dietro delle attività del tutto inutili; tanto più che mi rendo conto … Continua a leggere

Come una serie infinita.

  Prima c’è un muretto, subito dopo un albero, ed infine la casa, senza possibilità di alcun errore. Lui passa sempre lì davanti, accompagnato ogni volta da qualcuno della sua famiglia, che in genere lo aiuta a percorrere la rampa di scale quando esce, e poi lo tiene sottobraccio per tutto il tempo. Sta in silenzio lui, e guarda sempre … Continua a leggere

Come un giorno di sole.

  Basta, dico a me stesso. Devo assolutamente cambiare, è doveroso per me e per chi mi sta intorno. Spengo la radio, prendo la giacca, le sigarette, le chiavi, ed esco senza neppure riflettere verso dove mi andrebbe di dirigermi. Fuori la giornata è piovosa, i marciapiedi brillano d’acqua, e la gente cammina intanata sotto agli ombrelli. Cosa mi importa, … Continua a leggere

Cosa gradita.

  Certo, signor Mini, in pochi minuti sarà tutto a posto, non si preoccupi, dice lui mentre sistema rapidamente almeno i fogli degli ordini dietro la piccola scrivania che funziona anche da cassa. Non si fa vedere molte volte in quel negozio di libri, il signor Mini, ma quelle poche volte vorrebbe sempre trovare tutto ordinato, è quasi una sua … Continua a leggere

Abiti da fare.

  Non le è mai piaciuto essere guardata dritta negli occhi da sua mamma. Devi fare in questa maniera, le dice lei in certe occasioni usando la sua voce in un modo sempre così mansueto e dolce, mentre le ricorda con grande pazienza qualcuno dei suoi grandi segreti del cucito. La figlia osserva i suoi modi, le sue mani, magari … Continua a leggere

Soccorso finale.

  Certe volte appoggio l’orecchio al lato interno della porta di camera mia, e resto in ascolto nella medesima posizione anche piuttosto a lungo, cercando di comprendere le parole che si scambiano tutti i miei familiari mentre continuano a conversare tra di loro. Loro si muovono avanti e indietro nelle altre stanze della casa, affrontando a voce alta, come fanno … Continua a leggere

Variazioni attese.

  Adesso guardo dentro di me e non vedo niente, dice lui al suo amico. In fondo non posso neppure stupirmi troppo di tutto questo, in quanto non ho mai fatto quasi nulla per una mia pur sacrosanta esigenza personale, nulla che mi prendesse davvero fino in fondo, ed ho sempre lasciato al contrario scorrere le cose per proprio conto, … Continua a leggere

Uscite domenicali.

  Ciao mamma, dice il ragazzo rientrando dai suoi soliti giri pomeridiani per tutto quel quartiere. Lei si affaccia per un attimo alla porta di cucina, evidentemente impegnata a sfornellare qualcosa, lo guarda subito con severità, poi sentenzia: vai in bagno a lavarti le mani, come se bastasse solo quello a togliere almeno dalla propria mente tutto ciò che suo … Continua a leggere

Ferrovie statali.

  Non è facile dormire ogni notte in questa carrozza abbandonata, in mezzo al vecchio scalo merci della stazione ferroviaria. Tutti vorrebbero poter usufruire di un posto proprio come questo, così devo stare sempre attento a non essere notato, e chiudere con cura ogni sportello dietro di me con la chiave triangolare. Si sentono i treni fischiare poco lontano, ci … Continua a leggere

Possibili cambiamenti.

  Ci sono delle volte in cui tutto mi sembra inutile, dice lei. Mi alzo presto, esco, torno, vado avanti e indietro anche dieci volte di fila, e corro tutto il giorno per cercare di mettere un limite alla grande quantità di cose da fare; ma gli impegni mi crescono attorno da tutte le parti, lasciandomi esausta. Fabrizio poi non … Continua a leggere

Tornaconto personale.

  Non interessa proprio niente questo cielo e quest’aria fresca, oppure anche il vento, che sia davvero così ghiaccio o meno, e che tutti proseguano a parlare continuamente di assurde novità. Io mi rannicchio nella mia stanzetta, osservo un punto nel niente, generalmente sul piano vuoto del tavolo, e lascio che le giornate trascorrano monotone, senza alcuna scadenza, evitando di … Continua a leggere

Semplice rispetto.

  Sul lavoro lei non è molto considerata. Tutti i suoi colleghi in quella birreria si sentono sempre in dovere di dirle come fare una cosa oppure l’altra; e se proprio non c’è niente per cui lamentarsi anche in malo modo riguardo la sua attività, tutti provano costantemente il bisogno di sollecitarla nel velocizzare la preparazione dei tramezzini, dei panini, … Continua a leggere

Ragioni insondabili.

  Certe volte lui, stando fermo e seduto a guardare qualcosa sul muro di fronte che agli altri risulta del tutto incomprensibile, sembra proprio che resti in quella posizione soltanto per ascoltare chi gli rimane vicino, e così ai soliti irriducibili che trascorrono il pomeriggio in quel caffè di paese, non resta che gettargli ogni tanto un’occhiata, e tenerlo sotto … Continua a leggere

Mancanze indiscutibili.

  Tutto sommato vorrei fare anche io quello che fanno tutti gli altri, perché non mi basta più svegliarmi presto la mattina, organizzare alla svelta tutti i miei pensieri, e infine scegliere con parsimonia le varie attività di cui occuparmi durante la giornata. Vorrei qualcosa in più, sentirmi in mezzo a quella gente a cui forse assomiglio, con cui posso … Continua a leggere

Silenzio naturale.

  Vorrei abbassare la voce io per primo, dice Luigi; e naturalmente mi piacerebbe lo facessero anche gli altri. Parlare soltanto per sussurri, riferirsi essenzialmente a chi ci è più vicino, e scegliere con calma ogni parola da pronunciare, in modo da sprecarne il numero minimo possibile. C’è troppo rumore in giro, tutti dobbiamo impegnarci ad abbassare i toni, e … Continua a leggere

Epiche lotte.

  Va bene, diceva timidamente certe volte la ragazza al microfono. Gli altri praticamente erano quasi assenti, sdraiati come stavano nelle loro scomode sedie, ad ascoltare giusto qualche parola di ciò che si cercava con grande fatica di stabilire. Però quelle semplici frasi poteva sembrare all’improvviso come tuonassero nella grande sala dove si bivaccava, e tutti allora si mostravano pronti, … Continua a leggere

Talismano necessario.

  La prima stanza è completamente vuota. Non che mi attendessi qualcosa di diverso, soltanto immaginare un fatto e dopo trovarne la lineare conferma, è sempre un elemento che mi lascia un po’ perplesso. Ed in effetti, guardando con maggiore attenzione, vedo in un angolo un oggetto, una piccola scatola di latta, senza nulla al suo interno, ma che forse … Continua a leggere

Amico di sempre.

  Carlo sta fermo, in piedi, in mezzo agli altri. Alcuni ridono, ma nessuno sembra notare che lui lentamente ha tirato fuori dalla tasca una pistola. È una pistola piccola, forse un giocattolo, in ogni caso è sicuramente scarica, e lui non sembra proprio voglia fare del male a qualcuno tra i presenti. Uno dei ragazzi gli chiede sorridendo che … Continua a leggere

Conoscenze superficiali.

  Ne sono certa, dice lei alla sua amica mentre stanno passeggiando lungo il corso della loro cittadina. La giornata tutto sommato appare bella e sufficientemente luminosa, e le persone in giro sembrano quasi tutte allegre e sorridenti. E poi, fa ancora lei, se anche non li ho visti proprio teneramente insieme, con questi miei occhi, so che mi posso … Continua a leggere

Schiera di parte.

  Mio padre sul cantiere è sempre inflessibile. Io al contrario non faccio mai il duro con nessuno: sul lavoro ci vado quando posso, ed in genere mi faccio vedere giusto per controllare che tutto proceda secondo il progetto generale, e che le norme di massima siano rispettate dagli operai e dai vari subappaltatori. Lui no; lui si fa vedere … Continua a leggere

Cena indispensabile.

  Lei appare triste, specialmente in giornate come questa; lui invece no, ma forse soltanto perché riesce a fingere meglio. Le dice: dai, usciamo, si fa un giro a vedere chi c’è lungo la strada, e magari ci fermiamo a prendere un caffè. Così escono e trascorrono il pomeriggio in questo modo. Quando tornano indietro la casa è sempre la … Continua a leggere

Apirazioni.

  Non so, forse non è niente. Però c’è questa mano, dico proprio mentre me la sto guardando, stendendola nell’aria. Mi fa male, tutto qua, non la posso muovere come vorrei, e perciò la tengo il più possibile in tasca; ma siccome provo una certa uggia dal polso fino alla punta delle dita, mentre cammino con il mio passo lento, … Continua a leggere

Incontro furtivo.

  Guardo avanti in questi giorni, dice Leo con serietà ma senza dare troppa enfasi alle sue parole pronunciate comunque a mezza voce. Prima o dopo dovrai fermarti, dice lei in un sussurro, dopo che ha accettato di incontrarlo, anche soltanto per una manciata di minuti, in quel locale tranquillo, fuori mano, dove nessuno evidentemente la conosce. E intanto sono … Continua a leggere

Distanze apprezzabili.

  E’ proprio lei, dicono alcuni senza aggiungere altro. Dentro al supermercato, tra gli scaffali, in due o tre poi si voltano con curiosità al suo passaggio, ed uno dice subito a bassa voce, con espressione sincera ma con un tono vagamente canzonatorio, che si stenta perfino a crederci. La donna col suo carrello prosegue impassibile, anche se si è … Continua a leggere

Genesi del muro.

  Ho visto scritto sopra al muro il mio destino. Per questo ho subito voltato lo sguardo verso gli alberi, lungo i giardinetti desolati, al margine di questa piazza, dove le persone spesso si ritrovano, e spesso parlano tra loro, come se soltanto questo fosse il compito fondamentale di tutti i cittadini. Quegli alberi sembrano patiti, i rami rinsecchiti, le … Continua a leggere

Attesa estenuante.

Sono a terra, dice lei. Edo resta fermo a guardarla appena per un secondo, giusto un attimo prima di cambiare canale, poi però gli suona il telefono. Niente di speciale, una raccomandazione per il lavoro di domani da un suo collega, così con una scusa riattacca abbastanza velocemente, sentendosi a disagio, e poi la segue con calma e gli occhi … Continua a leggere

Valore intrinseco.

Sono qua, urlo contro la facciata posteriore del condominio, impiegando tutta la voce che riesco a trovare in fondo al mio respiro. Qualcuno subito si affaccia alla finestra, altri ancora ai terrazzini, ed in certi casi parecchi mi osservano scansando lentamente con la mano quei panni vistosi sistemati sui fili e sopra gli stendini ad asciugare. Li guardo a mia … Continua a leggere

Senza illusioni.

La vedo passare praticamente ogni mezz’ora, dice lui. Così la guardo, ma non per struggimento, o per vedere una volta di più come sia fatta, oppure indagando come riesca a muoversi con i suoi abiti sempre impeccabili. L’osservo, naturalmente senza farmene accorgere, e lo faccio soltanto per cercare di comprendere, tramite quei suoi passi cadenzati lungo il nostro corridoio, che … Continua a leggere

Nicchia segreta.

Spesso vengo a rinchiudermi in questo stanzino dimenticato. Gli altri impiegati del palazzo vagano per i corridoi, spesso si incontrano tra loro e scambiano delle battute, così quasi sempre li trovi davanti alle macchinette del caffè posizionate ad ogni piano, a raccontarsi le loro sciocchezze di sempre, e anche a parlare dell’assurdità di essere costretti a passare l’intera mattinata prigionieri … Continua a leggere

Perfetta comprensione.

Il parrucchiere Marcello è gentile, dice Armando alla mamma; anche se la sua gentilezza in tutti questi anni da quando vado in quel suo negozio, a me non è mai rimasta troppo simpatica. Spesso lui regala intorno a sé battute di spirito, normalmente cose abbastanza scontate, a cui tutti i clienti del suo esercizio sembrano ridere quasi forzatamente, proprio per … Continua a leggere

Nessuna illusione.

Sono vuoto, nonostante in apparenza tenti sempre di mostrarmi come una persona curiosa di qualunque situazione si presenti. In fondo non mi interessa proprio nulla di quanto viene spiegato da tutti continuamente; fingo regolarmente di apprezzare le novità, di starmene abbastanza aggiornato, ascoltando ogni individuo che mi parla con espressione attenta, ma in realtà vorrei soltanto sbadigliare e coricarmi sul … Continua a leggere

Semplice antiquariato.

Oltre lo schermo di questi miei poveri occhi, semplicemente protetti ma anche esaltati dalle lenti di vetro che porto sul naso, comprendo ogni giorno che c’è soltanto molta diffusa abitudine in ogni comportamento di tutti, dice Natan. Osservo i modi di fare di parecchie persone che conosco da tempo, magari mentre salutano gli altri, o quando passano davanti a questo … Continua a leggere

Potere inconsulto.

Si, sto bene, dico subito a qualcuno che mi ha visto cadere così in malo modo. Mi aiutano, mi tirano su, io bofonchio qualcosa e poi mi riaggiusto la giubba sopra le spalle, dolorante ma quasi pronto persino ad affrontare qualche altro gradino scivoloso. Lentamente ma con orgoglio mi riavvio, e dopo un altro piccolo tratto di strada, entro senza … Continua a leggere

Fuori dalla mischia.

  La donna guarda avanti a sé mentre cammina lungo la grande galleria, e intanto spiega il suo punto di vista. L’altra ascolta per un po’, a tratti annuisce, e infine dice: sono d’accordo; non potevi proprio fare altro. E lei: è chiaro, non era possibile in nessuna maniera dargliela vinta senza dimostrare che il mio punto di vista era … Continua a leggere

Casa mia.

Senza mai preoccuparmi di niente, giro a caso per strada, quasi sempre nei dintorni della stazione degli autobus. Mi piace la gente in partenza, poi qua ci sono le pensiline, le vetture, i larghi marciapiedi disseminati di comode panche, ed io, adesso che è buio, immagino come per tutto il pomeriggio decine di persone siano transitate da queste parti, magari … Continua a leggere

Destino oscuro.

Mi scusi capitano, ma sono sfinito: sarà per l’essere stato rannicchiato per tante ore in questo nido, o anche per il rumore di tutti i proiettili che con fatica forse mi è riuscito di mettere a segno, e pure per il mio dito che a furia di stare sempre premuto sopra il grilletto del mio emmegi, sembra adesso quasi diventato … Continua a leggere

Falso d’autore.

Ho sbagliato qualcosa, è evidente. Sono entrato dentro al negozio mentre già mi sentivo confuso, poi inspiegabilmente non c’era al momento proprio nessuno dietro a quel banco, e tra gli scaffali e le casse neanche un cliente. Così mi sono guardato attorno, ho atteso paziente che qualcuno giungesse, ed intanto ho messo la mano dentro la tasca, come per cercare … Continua a leggere

Vapore acqueo.

Lui oggi si sente ombroso, taciturno; si è sistemato sulla sua poltrona preferita, con la lampada vicina, ed è rimasto lì per tutto il pomeriggio, a leggere qualcosa e prendere appunti. Lei ad un certo punto è rientrata, lo ha salutato come sempre, senza grande enfasi, osservandosi attorno quasi con un’ombra di sospetto; poi è andata a cambiarsi, ed infine … Continua a leggere

Ipoteca imprevista.

Sento il rumore delle macchine che transitano lungo il viale; muovo lentamente una mano, prendo il cartone ancora quasi pieno che sta qui vicino, e butto giù un sorso di vino, tanto per sentire più caldo e meno rumore. Generalmente non dormo su una panchina, non è neppure il mio stile, voglio dire. Soltanto, ho avuto qualche problema ultimamente, e … Continua a leggere

Spazzatura elettronica.

Adesso è giunto il momento in cui mi sento proprio stanca, dice lei parlando quasi in un soffio. Stanca delle tue maniere, del tuo monotono essere sempre uguale a te stesso. Hai fatto la scorza con quelle poche cose di cui ti interessi, nel muoverti per casa in una maniera sempre così prevedibile, senza mai alcuna variazione. Ho continuato per … Continua a leggere