Sicurezza dei fatti.

 

A volte compio un giro a casaccio per le strade del mio paese, generalmente la sera tardi, subito prima di chiudermi in casa come fanno tutti ed infine andarmene a letto. Mi piace passeggiare da solo quando non c’è nessuno sui marciapiedi, come se anche tutte le case intorno a me fossero disabitate, e rifletto, con un sorriso nascosto e un po’ amaro, che in fondo qui non succede proprio mai niente, se non le piccole cose di ogni giorno, quelle che avvengono senza avere realmente alcuna importanza. Eppure, anche i piccoli fatti di un centro abitato come questo dove abito io, assumono grande rilevanza secondo me se solo si osservano nella giusta maniera. Non frequento quasi nessuno ultimamente, e non vado mai in quei pochi locali di vario genere che stanno sparsi qua attorno. Però generalmente riesco comunque a venire facilmente a conoscenza dei fatti che avvengono in questi paraggi. Me ne parlano volentieri i negozianti, dove mi reco quasi quotidianamente ad acquistare ciò che mi serve, ed anche le persone che conosco e che incontro durante la giornata; poi soprattutto me li rivelano i miei vicini di casa, che nonostante sappiano come io sia un tipo estroverso, però un tantino scostante e forse non molto socievole, spesso mi fermano sul marciapiede o sulle scale condominiali per chiedermi qualcosa e raccontarmi volentieri ciò che ultimamente sono venuti a sapere, come se io fossi un tipo bramoso di novità ed altre cose del genere. Forse confondono la mia velata effeminatezza per una semplice curiosità, oppure credono sia uno che per qualche motivo possa essere attratto da cose del genere. O magari fanno così solo per prendermi in giro, visto che sanno perfettamente di quanto io resti perlopiù indifferente a certi argomenti.

Però, il fatto che sia venuto ad abitare proprio poco lontano dalla mia casa una persona che non è di questo paese, devo riconoscere non mi lascia del tutto indifferente. L’ho già incontrato, un paio di volte, e mi è parso un tizio tranquillo, un gran bel ragazzo, sicuramente pieno di buone intenzioni, almeno a giudicare dai suoi normali comportamenti. Ma tutti sembrano aver deciso adesso di parlare male di lui, come se fosse una persona da denigrare in ogni caso, anche se non se ne comprende in alcun modo il motivo. Forse è il solito pregiudizio che si impone in un centro abitato per ogni individuo che non è propriamente di queste parti, anche se alla fine sembra che lui sia sempre vissuto a poche decine di chilometri da qui. In più, sembra che da tempo stia lavorando presso l’Ufficio Postale di questo paese, dove io però non vado mai, e per colmo pare che l’abbiano incaricato di consegnare le lettere e i piccoli pacchi a domicilio. È evidente secondo me che non ci può essere alcuna rimostranza da fare nei suoi confronti, ed il discorso che qualcuno ha persino sollevato, e cioè che tolga lavoro a chi propriamente è nato a Calci, mi pare del tutto strampalato.

Poi esco di mattina come sempre sul tardi per fare alcune compere, e proprio davanti al mio portone trovo lui, con il ciclomotore di cui è stato fornito, mentre è impegnato a cercare i giusti indirizzi delle cassette dove inserire la posta. <<Conosci per caso i Ceccherini>>, mi fa mentre sfoglia le buste nella sua borsa. <<Qua sopra è stata scritta soltanto la via, ma non il numero civico>>. Gli rispondo che un nome così dovrebbe trovarsi su di un campanello un paio di portoni più avanti, ma con l’occasione gli chiedo se per caso avesse qualcosa da consegnare anche a me. Così gli dico subito come mi chiamo, naturalmente, e lui guarda, scartabella tra le buste, ma poi dice di no, ma intanto mi sono presentato, e comunque mi ringrazia, e lo fa quasi senza sorridere, ma con dei modi piuttosto garbati. Mi piace questo bel giovanotto, rifletto tra me, ma non è certo il tipo di persona con la quale probabilmente potrei avere qualcosa a che fare, mi dico per stare tranquillo. Quindi mi saluta con un bel gesto della mano e si fa subito riassorbire completamente da tutti i suoi impegni. Penso comunque che lo incontrerò tante altre volte, ne sono sicuro, considerato che oramai siamo anche vicini di casa, e quindi ci saranno sicuramente le condizioni per fermarmi qualche altra volta a parlare con lui. Alberto, mi hanno detto che si chiama, e forse in futuro potrebbe anche diventare un amico per me, e magari accompagnarmi qualche volta nelle mie passeggiate serali.

Lo so, certe volte lascio correre la fantasia forse più di quanto sia lecito, ma non ci posso fare niente se sono attratto dai bei ragazzi, e poi penso che Alberto abbia grosso modo la mia stessa età, e quindi sarebbe più che normale se cominciassimo in qualche maniera a frequentarci. Cercherò di non essere entrante quando mi capiterà di incontrarlo ancora, potrei forse salutarlo con velata simpatia, magari senza eccedere, ed aspettare che sia lui, sempre che gli vada, a chiedermi qualcosa. Ma certo, tutto scorrerà nella maniera giusta, starò attento, e poi succederà proprio così, penso; sono già convinto che le cose avverranno esattamente in questo modo, ed anzi, via via che proseguo a rifletterci sopra, ne sono già più che sicuro.

Bruno Magnolfi

Sicurezza dei fatti.ultima modifica: 2023-04-29T17:25:45+02:00da magnonove
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