Risoluzione.

 

Oggi è la mattina di un qualsiasi mercoledì, e dentro all’Ufficio Postale di Calci c’è un discreto afflusso di utenti che si sono già messi in fila nell’attesa di eseguire alcune diverse operazioni, tutte da compiere presso l’unico sportello aperto al pubblico, oltre al vetro del quale sta Laura, proprio come ogni giorno. Sono persone del paese, individui semplici che lei conosce da sempre, e verso i quali allunga spesso qualche frase di conversazione, normalmente poco più di un saluto, o certe volte una domanda generica sulla salute, ma quasi come un atto di cortesia e di socialità. D’un tratto arriva un uomo che nessuno saluta, ma che Laura riconosce subito come lo stesso che era già venuto alle Poste qualche giorno addietro. L’atteggiamento che lei nota in questo utente è lo stesso dell’altra volta, però in questo momento sembra ancora più nervoso, mentre se ne sta dietro a due o tre persone della fila, tanto che dopo un attimo inizia a bofonchiare qualcosa tra sé. Pare proprio mal tollerare la presenza di altre persone in quell’ufficio, e si muove su un piede e sull’altro, pur restando fermo al suo posto, ma facendo oscillare la testa e le spalle come per affrettare il suo turno. A un certo punto, sbotta, dice qualcosa di incomprensibile, muove anche le braccia, e tutti naturalmente si girano verso di lui, contribuendo in questa maniera, pur senza volerlo, a renderlo ancora più agitato. <<Deve scoppiare una bomba!>>, dice alla fine con voce alta tra le altre cose, come se lui fosse oggi venuto a verificare che quanto detto succeda davvero. Dall’altra parte del vetro, intanto, la Direttrice comprende al volo la situazione, componendo il numero dei Carabinieri senza pensarci due volte.

Il trambusto va avanti ancora per dieci minuti, e qualcuno si lamenta cercando di far smettere gli strepiti dell’uomo, che continua a parlare di una bomba e del fatto che tutti devono avere paura, perché nessuno di loro potrà restare impunito. Così dice esattamente: “nessun impunito”. Quando giungono le forze dell’ordine lui si divincola, prosegue a dire cose sconclusionate e a minacciare anche gli agenti, fino a quando i Carabinieri non riescono ad immobilizzarlo e a farlo salire sulla loro macchina di servizio ferma proprio davanti all’Ufficio Postale. Alcuni curiosi naturalmente si sono intanto avvicinati per comprendere meglio il susseguirsi dei fatti, e qualcuno riconosce velocemente in quell’uomo, oramai quasi in preda ad una crisi di nervi, il ciabattino di Vicopisano, tanto che si riconosce anche la sua Ape a tre ruote, ferma poco lontano, mentre viene trasportato immediatamente alla Stazione dei Carabinieri. La Direttrice, la Signora Vanni, verrà a sapere dopo una breve telefonata di cortesia da parte del Maresciallo, che è proprio quell’uomo la persona che aveva minacciato da tempo di far scoppiare una bomba nell’Ufficio Postale, <<ne ha già dato ampia confessione>>, dice, ed il fatto di averlo individuato fa assolutamente tirare un po’ a tutti un bel sospiro di sollievo. La notizia circola in pochi attimi, e qualcuno della piccola folla di persone che ormai si è radunata davanti alle Poste, viene naturale persino complimentarsi con altri presenti per la rapida soluzione trovata.

Anche gli impiegati naturalmente sono contenti che si sia trovato il colpevole della telefonata minatoria, e all’improvviso dentro ai locali finiscono tutti per ridere e rallegrarsi tra loro come bambini, quasi la novità giunta inaspettata stamani fosse una specie di liberazione da un incubo. Alla Casa del Popolo dietro l’angolo, qualcuno inizia subito a prenderne le difese, sostenendo che il ciabattino è soltanto un povero disgraziato che tira avanti alla meglio, e che forse non riesce più neanche a comprendere bene l’importanza delle parole; in ogni caso anche lì sembrano soddisfatti di aver scongiurato un pericolo per tutto il paese. Dopo parecchi minuti, quindi, si riapre agli utenti lo sportello, che era stato momentaneamente sospeso, per eseguire le operazioni Postali, ed adesso con Laura naturalmente l’argomento da trattare è in assoluto lo stesso pe tutti. Alcuni dicono che il ciabattino va messo in condizioni di non nuocere alle persone, magari addirittura rinchiuso in un luogo adeguato, mentre altri sostengono subito che dopo una bella lavata di capo da parte del Maresciallo lui non avrà più la voglia di fare scherzi del genere, specialmente se i Servizi Sociali locali se ne prendono carico. In tutti i casi c’è voglia di festa, di allegria, e nel trambusto Alberto si avvicina a Laura come per dirle qualcosa anche lui sull’argomento del giorno, invitandola invece con voce bassa, ad un nuovo appuntamento la prima sera per lei possibile. <<C’è una commedia di Pirandello, al Verdi>>, gli dice lei senza preoccuparsi di farsi sentire da altri. <<Mi pare, fra tre o quattro giorni>>, e lui fa cenno di sì con la testa, che va bene, che ci sarà, che per niente al mondo vorrà perdersi quella serata. Le tocca lievemente un braccio alla fine, e Laura dice soltanto: <<Vediamoci alla fine dell’orario di servizio, se vuoi, così ne parliamo con calma>>.

Bruno Magnolfi

Risoluzione.ultima modifica: 2023-04-05T14:09:43+02:00da magnonove
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