Canto per palcoscenico.

 

<<Potrei, direttamente; si, potrei io stesso stare qui direttamente a sostenere che questo spettacolo è un vero assurdo, e che proprio non ha alcun senso affaticarsi tanto per portarlo avanti, e che per di più è immorale che si tenga impegnato un pubblico cortese e intelligente come quello che adesso è qui, davanti a me, a cercare con fatica di decifrare queste mie stupide parole, addirittura preso dallo sforzo di comprenderne magari il loro significato, ammesso che le mie parole ancora siano davvero capaci di averne. Perché spesso le mie parole sono persino scollegate tra di loro, non seguono neppure un reale filo logico, ed allora tutto si perde, e così resta soltanto la fatica di seguire una strada che poi non porta mai da alcuna parte>>.

<<Potrei dirlo io, si, farlo presente subito, già dall’inizio, e così rompere quel velo di foschia che racchiude tutto quanto, in maniera che si dica e si sappia una buona volta la verità, e non restino in aria dei concetti pieni di frasi ambigue, di paroloni vuoti, ricchi soltanto di elementi vaghi, incapaci persino di tradursi in una storia vera. Ma come si fa, mi chiedo, com’è possibile per uno come me, una maschera più che una persona, a venire qui e dire a tutti che sono il primo a non credere affatto in ciò che sto dicendo e facendo. No, non mi è proprio possibile>>.

<<Perché, vedete: io non so fare niente, non sono capace di occuparmi d’altro che di questo, e se decidessi che questo niente non vale nemmeno la pena di essere fatto, allora anche io stesso non sarei proprio niente; e quindi, anche se questa debole costruzione, questo castello di carte, che con un semplice soffio può venire giù da un attimo all’altro, sta ancora in piedi, ci riesce soltanto grazie alla vostra benevolenza, alla tolleranza tanto di moda, alla sopportazione insomma, e in ogni caso è comunque tutto ciò che io riesco a mettere assieme>>.

<<Ho provato, naturalmente, più e più volte, a farmi venire in mente delle idee, a tentare di impegnarmi in qualcosa di diverso da queste emerite sciocchezze, ma i miei propositi ogni volta sono sempre ricaduti a terra come aquiloni senza vento. Forse qualcosa mi spinge ad andare avanti lungo questa strada, ho pensato allora; forse si tratta solamente di insistere di più, di non darmi mai per vinto, di provare nuovamente a farmi apprezzare per ciò che sono, senza manomettere o falsificare neanche una virgola di tutto quanto. E allora eccomi qui, anche se oramai si è ben capito che sono il primo non credere affatto in ciò che cerco di portare avanti>>.

<<Qualcuno, con una certa dose di ironia, mi ha suggerito persino di prendermi un periodo di riposo, una vacanza, hanno detto, e magari ripensare meglio a questa mia necessità di essere sempre, ogni volta, così sincero. “A volte basta qualche pennellata di falsità, senza esagerazioni, per far risaltare ogni dettaglio di tutto il quadro”, mi hanno spiegato. Ma io non sono così, non riesco a mostrare agli altri qualcosa in cui non credo veramente, non vengo a patti con certi mezzi discutibili, solo per far apprezzare di più i miei tentativi>>.

<<Perciò, alla fine, devo spiegarlo a tutti voi con grande schiettezza, la stessa che contraddistingue tutti i miei comportamenti: io, non ho niente da dire. E forse, proprio grazie a questa affermazione, dovrei subito starmene zitto, ritornare rapidamente in un angolo e cercare di scomparire il più possibile agli occhi degli altri. Ma come si fa, penso io, a ridursi in questo modo, come un mucchietto di stracci senza neppure una struttura vera per tenerli in piedi. Non posso abbandonarmi a questo, non riesco ad abbandonarmi fino ad un punto tale>>.

<<E allora vi chiedo solo una cosa, a voi che siete un grande pubblico degno di assistere a spettacoli meno miserevoli di quello che sto dando io in questo momento: vi prego, sopportatemi, lasciate che io sia quello che sono, nell’assenza di pregi e con la massa di difetti che mi porto dietro. In fondo non è un gran sacrificio per voi: è sufficiente che perdiate soltanto due o tre minuti del vostro tempo pur importantissimo, e subito dopo dimentichiate tutto, come se io non fossi neppure mai passato proprio da queste parti>>.

Bruno Magnolfi

Canto per palcoscenico.ultima modifica: 2022-12-24T11:27:40+01:00da magnonove
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