Modi di fare.

 

Mi sto rendendo conto sempre di più che mentre continuo a sentirmi ancora fermo e indeciso per tutto o quasi quello che mi riguarda, il resto di ciò che mi circonda prosegue rapidamente a cambiare e a trasformarsi, tanto da non permettermi spesso di riconoscere del tutto quello che sta effettivamente succedendo. Mi è sempre parso scontato che molte cose cristallizzino velocemente nella maniera esatta in cui sono nate, e quando invece mi accorgo che non è affatto così, mi sento tradito, come se qualcuno avesse tramato contro di me soltanto per il gusto di vedermi in difficoltà. I punti fermi delle mie giornate sono tali che non sono capace di accettare delle variazioni importanti, o almeno non senza grandi malesseri molto spalmati nell’arco di un tempo che non riuscirei neppure a definire. Se penso ai miei anni scolastici ad esempio, è come se tutti i miei compagni di classe di trent’anni addietro fossero a tutt’oggi rimasti esattamente quelli che erano, pronti persino a comportarsi nella stessa maniera di allora. Dal lontano periodo in cui ho conosciuto mia moglie Laura, mi pareva che in seguito niente avrebbe più potuto cambiare, e quando ancora vado a riguardare le fotografie scattate in quella manciata di anni in cui sono stato sposato con lei, mi pare di nuovo che niente o quasi da allora abbia potuto davvero variare. La percezione diretta del tempo che passa è qualcosa che non riesco quasi mai ad afferrare, e nelle mattine in cui mi rado le guance con calma davanti allo specchio, trovo improbabile che l’immagine che vedo di fronte sia effettivamente rispondente a quella che ricordavo di me fino al giorno prima.

Avevo degli amici, tempo fa, e certe volte ci vedevamo per andarcene al cinema o per farci qualche passeggiata conversando tra noi di tutto ciò che potevamo aver voglia di dire. Difficilmente parlavo di me, piuttosto cercavo sempre argomenti correnti e impersonali, su cui ognuno poteva esprimere la propria opinione. Se i miei amici non si trovavano d’accordo con ciò che mi ero ritrovato a sostenere, non insistevo quasi mai nel portare avanti i miei usuali pensieri, lasciando subito perdere qualsiasi eventuale polemica, e chiudendomi spesso in qualche minuto di silenzio meditativo. In fondo non ho mai avuto troppo interesse ad avere l’approvazione degli altri, piuttosto sono sempre stato disposto a mostrare soltanto una vaga volontà nel sostenere qualcosa. Mia moglie Laura, in quel periodo, si mostrava accigliata per il mio comportamento a suo parere troppo remissivo, ma io le dimostravo facilmente, una volta rimasti da soli, che l’opinione più giusta non ha mai bisogno di forza per essere spinta in avanti. Adesso certe volte mi chiedo dove mai siano andate a finire quelle idee sbandierate da tutti, e se quelle mie vecchie conoscenze abbiano ancora voglia di sostenere quelle opinioni per me ancora adesso inaccettabili.

<<Non ci sei andato oggi a lavorare, Adriano?>>, mi chiede a volte Lorenzo, quando mi presento al bancone della sua birreria un po’ troppo presto rispetto al mio orario abituale. Sorrido, <<ho sempre meno voglia di stare là in agenzia>> gli spiego con onestà, e lui aziona subito la spina per riempire per me un bicchiere di rossa. <<Oggi avevo soltanto un paio di appuntamenti facili, e per il resto rinchiudermi in ufficio con Elisabetta che insiste con le sue telefonate aggressive verso i clienti, mi risulta sempre più insopportabile>>. Lui conosce la mia storia, ed anche se quel darmi un po’ corda fa parte ovviamente del proprio mestiere, in ogni caso lo trovo sempre disposto ad ascoltare qualche lamentela da parte mia. Forse la sua curiosità si spegne subito dopo le prime frasi che gli rivolgo, ma io so trattenermi dal mostrarmi anche minimamente logorroico, affidando spesso ad una sola battuta di spirito tutto quello che tengo dentro di me. Lui prosegue con il suo lavoro, serve la birra o un panino a qualche altro cliente, poi però, quando mi ripassa davanti, sempre senza guardarmi, dice per sfottere che Elisabetta è esattamente il tipo di donna che ci vorrebbe per me anche nella vita privata. Rido, mi piacciono a volte i suoi scherzi, anche se spesso in tre parole riescono a mettere a fuoco realmente tutta la mia situazione. <<Certo>>, ribatto; <<uno di questi giorni le chiederò sicuramente la mano, col ginocchio a terra e l’anello pronto>>. A posto, non c’è altro da dire, sono contento che Lorenzo ci sia, forse non potrei sopportare davvero le mie giornate senza i suoi modi intelligenti di accompagnarle.

Bruno Magnolfi

Modi di fare.ultima modifica: 2022-08-09T18:24:43+02:00da magnonove
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