Ad un passo da noi.

 

Certe volte sogno di andarmene. Alzarmi al mattino come sempre, ma invece di recarmi al lavoro in agenzia, passare a prendere Luciana alla rosticceria “da Mauro” e spiegarle, dopo averla chiamata fuori un momento, come non sia più assolutamente il caso di proseguire così, con delle giornate che si assomigliano tutte, e che a ben guardare non hanno proprio alcun senso. Lo so, non sarebbe facile per lei accettare una risoluzione del genere buttata lì così all’improvviso, ma sono sicuro che dopo qualche lecito dubbio Luciana toglierebbe con calma il grembiule con cui normalmente lavora, e poi verrebbe con me. Mauro resterebbe di stucco di fronte ad una decisione del genere, ma nei giorni seguenti con ogni probabilità potrebbe trovare sicuramente del personale da assumere per sostituire sua figlia, e le cose nella sua rosticceria sicuramente non subirebbero neppure troppi sconquassi. Poi, una volta che Luciana avesse preso posto sulla mia utilitaria, le spiegherei guidando senza fretta tutte quante le idee del mio piano. <<Non possiamo restare ancora in questa città>>, direi con convinzione. <<Dobbiamo andarcene lontano, all’estero, dove non ci conosce nessuno, per costruire qualcosa di nuovo>>. Certo, non in Inghilterra che resta la centrale dell’impero e quindi del male, e neppure in Olanda, in Francia o in Portogallo, che sono stati da sempre spietati paesi colonialisti. Forse però su un’isola grande, magari in Grecia, dove tutto è stato pensato e messo in pratica ancora prima che in ogni altro luogo.

Certo, prendere una decisione del genere non sarebbe una cosa facile, però credo potrebbe essere l’unica maniera per dare una svolta concreta a tutto quanto, e per spezzare definitivamente e alla svelta questa monotonia di cui non ci accorgiamo neppure più. Luciana sarebbe felice, ne sono sicuro, e approverebbe in pieno la mia idea. Intanto però non sono ancora riuscito neppure ad uscire una volta con lei per fare due passi e mangiare insieme un gelato; però tutti questi preliminari si possono ritenere scontati, come dei passaggi obbligati di cui è persino inutile parlare. Qualcuno mi ha detto una volta che non si può vivere di sogni, ed io in quel caso ho subito annuito: certo, alla lunga un progetto del genere potrebbe addirittura diventare un peso, qualcosa che nel momento in cui non trovasse rapidamente una giusta applicazione, potrebbe mostrarsi come un bagaglio inerte del quale non si sa più in quale maniera sbarazzarsi. Ma io se ci penso immagino subito l’isola di Creta, o anche di Rodi, oppure Cipro, con le loro acque meravigliose attorno, ed una vita calma, leggera, senza finzioni o parole di troppo, con la mia Luciana sorridente e gentile con me.

Suo padre mi odierebbe, lo so, almeno in un primo tempo; ma in seguito la sua riflessione lo porterebbe ad accettare la nostra scelta, lui che ha dedicato la vita a delle teglie unte e ad un bancone col termostato da riempire ogni mattina delle solite cose, per servire ogni giorno sempre le stesse persone. <<Mauro>>, gli scriverei al fondo di una lettera di sua figlia. <<Non si può tirare avanti così senza provare qualcosa di diverso. Noi abbiamo quel briciolo di entusiasmo che serve per fare un salto del genere, e saremmo dei vigliacchi se non lo tentassimo>>. Potremmo sistemarci in una casetta in affitto sul mare, e poi cercare di aprire un piccolo chiosco, un locale di legno dove fare panini, servire le bibite, amalgamare poco per volta il nostro esercizio alla vita del luogo. Nei primi tempi potrei anche dare una mano a qualche pescatore che cala le reti nel mare Egeo, ed imparare ad alzarmi dal letto di notte per salpare con lui alle prime luci dell’alba. Porterei a casa del pesce fresco, qualcosa di meraviglioso, quasi inimmaginabile. Le cose si sistemerebbero in fretta, non ci sono mai dei veri problemi per chi non si spaventa di fronte a qualche difficoltà.

Però ho ancora da parlarne con la Luciana, e ancora devo chiederle di uscire con me, spiegarle qualcosa sulla solitudine, e su quanto possono cambiare tutte le prospettive quando siamo in due a desiderare fortemente qualcosa. Lei è il tipo di persona che può davvero capirmi, continuo a pensare, ed anche se i miei per adesso sono soltanto dei sogni, lei sarebbe capace facilmente di renderli realizzabili, ne sono sicuro. Così passo dalla rosticceria anche stasera a prendere qualcosa per la mia cena. Luciana mi guarda, forse già immagina quello che passa nella mia mente, e quando infine mi sorride mentre mette dentro una busta qualche fetta di arrosto ed una verdura, forse già sa che il nostro futuro è tra un attimo, è qui, appena ad un passo da noi.

Bruno Magnolfi

 

Ad un passo da noi.ultima modifica: 2022-08-05T15:39:00+02:00da magnonove
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