Assolutamente interessante.

 

Oggi sono giunto in agenzia come sempre verso la metà della mattinata, ma con mia sorpresa ho trovato la porta e la serranda ancora chiuse, visto che la mia unica collega, contrariamente al suo solito, non era ancora arrivata. Nessun problema, ho anch’io le mie chiavi, però mi è parso strano non essere stato informato per niente del suo ritardo o della sua assenza. Dopo un attimo, una volta entrato, è suonato il telefono, ma era soltanto un cliente che cercava proprio di Elisabetta. Ho risposto semplicemente di richiamare più tardi, ma quando poi ho riagganciato mi sono reso conto che non avrei saputo dare migliori informazioni a chi poteva cercarla, perciò ho provato a telefonare direttamente al portatile della mia collega, ma l’apparecchio ha suonato libero e lei non mi ha risposto. Dopo circa mezz’ora però mi ha richiamato, spiegandomi in fretta che aveva avuto degli imprevisti e che avrei dovuto rimandare al pomeriggio o ai giorni a seguire tutti i miei appuntamenti, visto che era necessario rimanessi in agenzia al posto suo. <<Va bene>>, ho detto subito, e lei ha spiegato soltanto che sarebbe arrivata come minimo dopo l’ora di pranzo. Così ho aperto la mia agenda ed ho chiamato i due clienti con i quali avevo fissato nella mattinata un sopralluogo per visionare degli appartamenti economici di poche stanze, ed ho spostato così quegli impegni alla settimana prossima. Poi mi sono messo a sistemare qualcosa sull’elaboratore, tanto per perdere tempo, ma dopo poco ho deciso che avrei soltanto risposto ad eventuali chiamate telefoniche, senza  guardare neppure la posta elettronica, ed alla fine ho iniziato ad impegnarmi in un gioco a video di parole crociate.

Poco dopo però è arrivata una signora interessata ad un terra-tetto elegante pubblicizzato sulla vetrina della nostra agenzia, così ho fatto immediatamente sedere questa donna davanti alla mia scrivania, ho cercato la documentazione di quella abitazione, e con tutta la calma necessaria le ho mostrato alcuni dettagli della planimetria, insieme a tutte le fotografie in mio possesso di quell’immobile. Questa signora, di età piuttosto avanzata, mi ha spiegato che suo marito è costretto da qualche tempo su una sedia a rotelle, essendo tetraplegico, e quindi c’è la necessità impellente per loro di trasferirsi in una abitazione che non abbia barriere o troppi gradini. Studiando anche ogni particolare si è subito visto che una casa come la nostra faceva proprio al caso loro, ed anche se è sviluppata su due piani, avrebbero potuto ricavare al piano terra per suo marito una camera completa semplicemente spostando alcuni arredamenti. Anche il prezzo è sembrato adatto alle loro possibilità, così, dopo diverse altre chiacchiere, abbiamo fissato una data possibile per visionare insieme le condizioni dell’immobile e tutti i particolari. <<Non è facile cambiare casa ad una certa età>>, ha aggiunto lei. <<E comunque non è certo qualcosa che si affronta a cuor leggero>>. Ho annuito, l’ho salutata sulla porta, poi ho ricominciato a preoccuparmi dei miei passatempi.

All’ora di pranzo mi sono infilato in un caffè poco lontano, giusto per divorare un panino privo di sapore e buttar giù con calma una bella birra fresca. Quando sono uscito dal locale era ancora presto, non restava altro da fare che un giretto a piedi tanto per sciogliere le gambe. Ho percorso così diversi marciapiedi, e non ho incontrato nessuno che conoscessi, perciò sono tornato verso l’agenzia, visto che non avevo altro da fare. E’ stato in quel momento che ho incrociato la Luciana, la figlia del proprietario della rosticceria-tavola calda dove mi fermo ogni tanto a prendere qualcosa, e lei mi ha mostrato un sorrisone incoraggiante, anche se si è scusata subito perché andava di fretta. Ma io non ho perso l’occasione e le ho detto che avrei potuto portarla al cinema, una delle sere prossime, e lei allora mi ha dato il suo numero di telefono, in modo da poterla contattare. Mi sono sentito molto bene per quel gesto, ed anche se lei è scappata subito, ho stretto il mio taccuino con il numero come fosse la cosa più preziosa che avessi mai posseduto. Quando sono rientrato in ufficio, Elisabetta era già lì, dietro la sua scrivania, forse leggermente trafelata, perché mi ha subito detto, come titolare dell’azienda, che se non avevo niente di urgente potevo prendermi tutto il pomeriggio libero, visto che lei avrebbe avuto necessità di fare parecchie telefonate. Così sono tornato subito in strada, e la vita improvvisamente mi è parsa bella, assolutamente interessante.

Bruno Magnolfi

Assolutamente interessante.ultima modifica: 2022-07-22T16:52:39+02:00da magnonove
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