Soltanto tazze di caffè.

 

Un grosso furgone si è affiancato al nostro camper questa mattina. Chi guidava ha spento subito il motore, ed almeno in apparenza non si è preoccupato di nient’altro. Dal finestrino abbiamo cercato di osservare se per caso chi era all’interno avesse avuto bisogno di qualcosa, ma nessuno è uscito fuori, e non abbiamo notato alcun particolare movimento nell’abitacolo. Poi noi quattro ci siamo interrogati sulle possibili intenzioni di chi si era voluto fermare ad una distanza di appena venti passi dalla nostra postazione, proprio su quella roccia deserta, piatta ed isolata, proprio di fronte all’oceano, fuori dalla strada costiera bretone almeno di un centinaio di metri. Infine Renato è uscito, mentre ancora stava piovendo, anche se ormai senza insistenza, ed è andato a bussare a quel mezzo in sosta proprio di fronte a noi. Gli ha risposto un ragazzo olandese, che ha dichiarato con un sorriso di essere in vacanza con la sua ragazza, e di non avere alcuna intenzione di recarci disturbo. Ci siamo tranquillizzati perciò, e quando è definitivamente smesso di piovere, e tutti abbiamo potuto uscire tranquillamente dai nostri mezzi, ci siamo presentati tutt’e quattro alla coppia di giovani, scambiando con loro, in una lingua piuttosto approssimativa, formulata per metà in francese e per metà in inglese, informazioni utili a tutti noi su quella zona della Bretagna. Loro hanno detto di voler trascorrere un paio di giorni da quelle parti, e poi il prossimo sabato raggiungere Parigi, per partecipare alle manifestazioni dei gilet gialli.

Gli abbiamo chiesto qualcosa riguardo a quei cortei spontanei, ma loro a quel punto ci sono sembrati volutamente vaghi, come non avessero molta voglia di parlare di quell’argomento. Così li abbiamo invitati a prendere un caffè nel nostro camper, e i due alla fine hanno acconsentito, anche se hanno detto di desiderare scattare qualche foto da soli alla costa scoscesa, e poi andarsene in città per fare acquisti. Comunque li abbiamo invitati a trattenersi un attimo al nostro piccolo tavolo all’interno, ed abbiamo scambiato ancora qualche informazione generica sui nostri viaggi, ma i due ci hanno rapidamente salutato, e dopo circa un quarto d’ora hanno rimesso in moto il loro furgone e si sono incamminati presumibilmente verso Brest. Anche noi avevamo già deciso di passare dalla città per fare rifornimento di carburante e riempire il serbatoio dell’acqua, ma abbiamo aspettato un po’ prima di muoverci, giusto per non apparire dei curiosi sulle loro tracce. Sandra, sempre positiva, ha detto subito che le era piaciuta quella coppia che stava affrontando un viaggio del genere per scoprire cosa stesse succedendo nelle città francesi, ma noi altri non abbiamo fatto alcun commento intorno a quell’aspetto. Lina invece, quasi sottovoce, ha spiegato che secondo il suo parere c’era qualcosa che non le tornava nel comportamento dei due olandesi, come nascondessero qualcosa, e comunque come non fossero affatto interessati a darci delle vere informazioni su di loro.

Poi Antonio ha messo in moto il nostro camper, e ci siamo finalmente mossi da quella piazzola ospitale dove avevamo appena trascorso la notte, e senza fretta ci siamo avviati verso Brest. Ma lungo la strada, ad una distanza ormai di qualche chilometro dalla costa, abbiamo intravisto accanto a degli alberi lo stesso furgone dei ragazzi di prima, e così Antonio istintivamente ha rallentato, anche se nessuno di noi è riuscito a scorgere i due olandesi. Abbiamo proseguito senza preoccuparci d’altro, ed alla fine siamo giunti in città, anche per fare degli acquisti alimentari. Abbiamo parcheggiato davanti ad un supermercato, ci siamo dilungati sulle cose eventuali da cucinare durante la giornata, poi abbiamo semplicemente spostato il camper fino ad un distributore di benzina poco lontano, ed alla fine ci siamo dedicati un buon caffè in un locale accogliente proprio di fronte, uno di quelli con i tavoli all’aperto, sotto a dei grossi ombrelloni e con le fioriere attorno. E’ stato allora che abbiamo visto di nuovo passare il furgone dei due ragazzi olandesi, ed è stato proprio in quel momento che Renato ha scosso la testa come per un moto di disapprovazione, sostenendo che secondo lui all’interno di quelle manifestazioni dei gilet gialli si stavano infiltrando dei personaggi dalle intenzioni poco chiare. Ci siamo guardati un attimo, e forse ognuno di noi quattro ha avuto un pensiero differente dagli altri, ma non abbiamo voluto approfondire l’argomento, limitando i nostri interessi solamente a quelle tazze di caffè.

Bruno Magnolfi

Soltanto tazze di caffè.ultima modifica: 2022-04-26T17:41:41+02:00da magnonove
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