Sostegno per me.

 

Quando sono da sola nella mia stanza, mi prendono mille dubbi. Metto le cuffie allora, accendo il mio pianoforte elettronico, e poi metto giù alcune note e qualche accordo, con molta calma, tutto lentissimo, meditando ogni singolo suono che esce dalle mie dita. Non so bene verso dove io stia dirigendo tutte le mie energie, e la paura che provo di sbagliare completamente direzione certe volte quasi mi paralizza, mi rende incapace di sentire ancora in me quell’entusiasmo che è riuscito così bene a trascinarmi in avanti almeno fino adesso. Tra poche settimane si terranno gli esami di ammissione al Conservatorio, sono pronta a sostenerli, nonostante non sappia più neppure se sia davvero questo ciò che desidero intraprendere. Non posso neanche affrontare con Lorenzo un argomento del genere, so che mi influenzerebbero troppo le sue opinioni, così sono già diversi giorni che non gli rivolgo neppure la parola, nonostante sia il mio compagno di banco al liceo. Lui non insiste con me, sa come sono fatta, e mi accorgo benissimo del suo profondo rispetto per il mio silenzio. Però sta accanto a me, e certe volte mi piacerebbe voltarmi di scatto e poi baciarlo mentre lo guardo dentro gli occhi, lasciando a lui tutte le decisioni da prendere, quasi annullandomi. Potrebbe persino essere il mio ragazzo, se mai provassi il desiderio di averne uno.

Ieri ho incontrato Simone, il figlio della nostra cuoca, mentre sostava qua davanti aspettando sua madre. Io stavo rientrando, ero quasi davanti al cancello di casa mia, e lui mi ha chiesto qualcosa sui miei studi di pianoforte, tanto per dire qualcosa, e a me guardandolo è venuto improvvisamente quasi da piangere, non sapendo proprio come parlargli, cosa rispondere, quali spiegazioni tirare fuori, come se il mio linguaggio all’improvviso fosse incomprensibile, a lui come a tutti gli altri. Simone ha notato subito il mio sconforto, perciò mi ha detto soltanto che non dovrei abbattermi, che ho del talento, che devo andare avanti, insistere, senza preoccuparmi d’altro. L’ho ringraziato, gli ho chiesto scusa, poi sono rientrata. Certe volte penso che questo per me sia uno dei periodi fondamentali. Da ciò che decido forse cambierà totalmente il mio futuro, ma non è che mi manchi la convinzione in ciò che desidero per me. Soltanto ci sono delle cose che mi sfuggono, a cui non so dare un seguito tra tutti i miei pensieri. Ma in fondo, pur con qualche incertezza, so che non vorrei fare a meno di nulla, e mandare avanti comunque ogni interesse, senza abbandonare alcun progetto. Così, quasi d’impulso, appena in casa, ho subito telefonato al caro maestro Bottai, e gli ho detto che dalla prossima settimana riprenderò ad andare a lezione da lui.

Mia madre ha capito benissimo che sto attraversando un periodo complicato, e non insiste, non mi chiede niente, lascia che io faccia tutto da me sola. Chi mi preoccupa è mio padre, intransigente in tutte le sue cose, che tollera a malapena che io sappia suonare il pianoforte, secondo lui soltanto un passatempo, e che vorrebbe vedermi laureata magari in Legge, ad inseguire una carriera proprio come la sua, di affarista e incantatore di serpenti. Devo scegliere il futuro, anche se sono sicura già da adesso che dovrò compiere errori e passi falsi, prima di avere chiara la mia prospettiva. Poi ho iniziato a suonare qualcosa su una scala modale, spingendola così al limite da farle quasi perdere il centro tonale. Mi sento sempre più intrigata dai percorsi ardui, dalle scelte complesse, dall’espressione del carattere nelle cose a cui mi applico. Forse le mie opinioni mancano di maturità, devono ancora scontrarsi con la realtà vera, con ciò che agli altri forse è già evidente, ed anche suonare il pianoforte per qualche sparuto appassionato, piuttosto che avere davanti una platea di gente, potrà mostrare solo in seguito la profonda differenza nel percorso.

Mi alzo e spengo la tastiera. Esco dalla mia stanza, percorro il corridoio con un libro in mano, infine vado verso lo studio di mia madre. Sta lì, mi guarda, mi sorride. “Non dire niente”, penso; “non hanno importanza in questo momento le tue parole. Però ho bisogno di sapere che ci sei, che stai dalla mia parte, in qualche maniera, e che quando le cose si faranno più difficili, saprai guardarmi ancora come adesso, e mostrarmi di nuovo tutto il tuo sostegno”.

Bruno Magnolfi

Sostegno per me.ultima modifica: 2021-09-30T21:30:40+02:00da magnonove
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