Anno scolastico.

 

L’insegnante di Lettere ha sempre un atteggiamento molto pacato. Entra in classe quasi in punta di piedi, sempre osservando soltanto la zona della cattedra davanti a sé, forse come per mostrare di attendersi qualche novità da quel piano dove poi appoggia con calma i suoi preziosi registri, in realtà probabilmente soltanto al fine di concedere tutto quel tempo di cui hanno bisogno i ragazzi per ricomporre rapidamente, tra i banchi le sedie e i commenti da scambiare, la loro imbrigliata vitalità. L’espressione che assume pare sempre abbastanza rassicurante, e quando infine si siede, dopo aver salutato gli alunni, sembra ogni volta che la sua lezione possa avere uno svolgimento tranquillo, proprio come si trattasse di una narrazione leggera, una chiacchierata tra conoscenti, di non troppo impegno. Invece, la signora Sarti, riesce anche ad essere estremamente sottile e severa, sicuramente quando lo vuole, ma sempre per obiettive ragioni, e senza mai mostrarne delle grandi evidenze. Soprattutto si vede, quando si confronta con qualcuno dei liceali di fronte, che studia attentamente il soggetto con cui si trova ad interagire, come per raggiungere senza fretta un’opinione precisa attraverso la quale costruire dei rapporti il più possibile favorevoli: tanto per cominciare utili proprio a lei ed al suo mestiere naturalmente; ma poi soprattutto vantaggiosi per gli stessi ragazzi, cercando con le sue maniere soffuse e quasi mai dirette, il linguaggio migliore tramite il quale scambiare idee e riflessioni con ciascuno di loro.

<<Il dato più forte secondo me è il percorso>>, dice Lorenzo interrogato dalla Sarti per un giudizio generale su Alfieri, studiato da poco; <<certe idee maturano rapidamente, ma hanno poi bisogno di tempo per manifestarsi>>. A lei piace questo ragazzo, si vede che cova dentro di sé delle aspirazioni complesse, ed anche se non mostra molte relazioni sociali con gli altri compagni di classe, ciò non significa affatto che sia un isolato, piuttosto denota che i propri interessi risultano semplicemente distanti da quelli degli altri. L’insegnante non entra mai nel merito delle amicizie che si formano tra gli alunni durante gli anni scolastici, ma l’accostamento di banco e lo strano sodalizio formatosi, forse in modo del tutto casuale, tra lui e Franca Neri, non le sembra comunque qualcosa di particolarmente positivo, anche se comprensibile. Franca generalmente è chiusa nei suoi pensieri, studiosa e impegnata com’è, tanto che la mamma le ha confessato una volta, però di sfuggita, di come la sua passione più forte sembra sia fin da quando era piccola la musica pianistica, e di come stia preparando per la seconda volta l’esame d’ingresso al Conservatorio. La Sarti adesso non sa ipotizzare se tutto questo possa avere un certo peso nel loro sentirsi vicini in qualche maniera, ma negli ultimi tempi quel parlottare segreto che mostrano talvolta quei due, anche nel corso delle sue stesse lezioni, pare proprio il superamento delle differenti timidezze a vantaggio di qualcosa che forse loro ritengono decisamente più importante.

<<Comunque persino Foscolo ebbe bisogno di rifarsi ad uno come l’Alfieri per credere di più nella propria opera e per trovare un modello a cui riferirsi>>, interviene la Neri. D’accordo, la capacità di analisi di questa ragazza, secondo anche l’insegnante di Lettere, la fa giungere rapidamente a delle conclusioni azzeccate del genere, però Lorenzo probabilmente è più libero nelle proprie idee, e tra i due compagni di banco non sembra ci sia mai una vera competizione, piuttosto una ricerca nascosta e impalpabile nell’attingere l’uno dall’altra ciò che sembra migliore. “Non so comprendere in questo momento dove possa portare il loro pensare comune”, riflette senza commentare, la Sarti; “in ogni caso c’è qualcosa che mi piace in tutto questo, nonostante non ne sia favorevole”. La lezione prosegue, Franca e Lorenzo non si dicono niente, neppure si guardano, come se nel loro attraversare il pensiero di quegli autori risorgimentali ci fosse la maniera per sentire più attuali quegli stessi scrittori, se non renderli addirittura contemporanei. Giunge la fine dell’ora di Lettere, così l’insegnante si alza, sorride pacatamente, getta un’ultima occhiata verso tutta la classe, e poi se ne va, lasciando forse insoluto e incompleto qualcosa, oltre ai registri che naturalmente porta con sé; qualcosa che con ogni probabilità avrà modo e tempo di approfondire meglio con i propri ragazzi, forse durante lo stesso anno scolastico in corso.

Bruno Magnolfi

Anno scolastico.ultima modifica: 2021-09-10T16:35:18+02:00da magnonove
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