Indiretta richiesta d’aiuto.

 

<<Ho visto di nuovo un fantasma oggi; insomma qualcuno che comunque si muoveva lentamente al margine del mio campo visivo>>, dice Carla con semplicità, come fosse una cosa praticamente di ogni giorno, un argomento addirittura come un altro, giusto per fare della conversazione. La sua amica la guarda sorridendo, naturalmente è sicura che ci sia una spiegazione diversa dell’impressione che Carla le sta raccontando, perciò le chiede di essere più precisa, di spiegarsi meglio insomma. <<Vedi>>, dice lei, <<anche in questo caso è come se avessi avuto già la certezza di una presenza accanto a me, senza ancora aver osservato un bel niente. Per cui stamani quando ho intravisto quell’ombra che usciva lentamente dalla stanza, mi è sembrato a quel punto quasi normale che fosse lì>>. Dentro al piccolo caffè ci sono altri due clienti che acquistano sigarette e caramelle alla cassa, e loro due, sedute ad un tavolino appoggiato alla parete, parlano tranquille, sorseggiando una bibita. Non è la prima volta che a lei giungono delle strane visioni, e se in un primo tempo ha cercato di tenere per sé queste inspiegabili informazioni, adesso le pare che i tempi siano maturi per ascoltare un parere anche da qualcuno di cui si fida. <<Inizialmente ho pensato che il mio abitare da sola portasse qualche volta al bisogno di avere qualcuno vicino, e con un po’ di immaginazione fosse anche facile costruirsi un personaggio a cui riferirsi, quasi come parlare a voce alta, o confrontarsi con un’opinione diversa, messa in bocca per un confronto impossibile ad una persona inventata, qualcuno con cui raffrontarsi insomma, quasi per un semplice gioco esistenziale. Ma qui le cose sono diverse, o meglio, questi fantasmi, inizialmente innocui, poco per volta si sono fatti delle presenze ingombranti, gente che va avanti e indietro a proprio piacere dentro casa mia>>.

L’amica ascolta quasi basita: Carla è una persona che lei conosce da lungo tempo, il suo equilibrio è sempre stato fuori discussione, e nelle sue parole in passato non ci sono mai state fantasie stravaganti. Tutto sembra mostrare dei gravi problemi di personalità mai risolti e forse neppure mai affrontati, ma ciò che sembra più grave è il fatto che lei parla di questi suoi evidenti disagi con una leggerezza ed una superficialità disarmanti, quasi fosse ordinario avere delle presenze inquietanti ed inspiegabili dentro casa propria. <<Mi piacerebbe essere con te qualche volta, mentre questi cosiddetti conoscenti passeggiano tra le tue stanze>>, le fa tanto per non appesantire quelle rivelazioni, e Carla dice subito che secondo lei potrebbe essere possibile: <<come i miei fantasmi si fanno vedere da me, sicuramente devono farsi osservare anche dagli altri>>, le dice con indifferenza. L’amica allora le chiede maggiori dettagli, come sono vestite queste persone, che cosa fanno, se magari parlano, o mostrano di avere un motivo preciso per apparire proprio nel suo appartamento, ma Carla non fornisce molte spiegazioni, salvo chiarire che sembrano tutti, uomini o donne che siano, piuttosto schivi, come si facessero vedere solo di sfuggita, e sempre di spalle, nascondendo obbligatoriamente la faccia alla sua vista.

Poco dopo loro due si alzano dal tavolo di quel locale, e naturalmente si dirigono subito verso la casa di Carla, in considerazione della curiosità manifestata dalla sua amica di saggiare cosa ci sia di vero nei racconti ascoltati, anche se non le riesce di tenere celata come vorrebbe una certa apprensione, neppure a se stessa. Salgono lentamente la scala condominiale, si soffermano sul pianerottolo, e Carla resta davanti, in perfetto silenzio, mentre fa girare la chiave nella serratura, per poi infine entrare, indifferente alla forte titubanza messa in evidenza dalla sua amica. Non c’è niente in quelle stanze però, come forse già era nell’aria, se non le cose normali di un piccolo appartamento abitato da una donna di mezza età come lei. Però a terra, nel corridoio, c’è rimasto un guanto da uomo, forse lasciato cadere lì durante una visita di cortesia da qualcuno, un parente, un amico, un vicino, sostiene l’amica, anche se Carla dice subito con fermezza che non c’era per terra in quel punto quando lei è uscita di casa: <<me ne sarei accorta altrimenti, vista anche la posizione in evidenza, così, proprio al centro del pavimento>>.

Bruno Magnolfi

Indiretta richiesta d’aiuto.ultima modifica: 2021-06-21T14:30:26+02:00da magnonove
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