Degenza accurata.

 

“Ci fosse almeno una mosca che ronza in aria qua dentro, tra queste luci bianche e le superfici linde ed asettiche, a dimostrare che tutto comunque è ancora vivo, nella spiegazione chiara che definisce come sia anche una minima imperfezione a denotare l’umana salvezza, fuori di dubbio. Al contrario, mentre sto qui coltivo il mio respiro senza possibilità di far altro, tra le coltri candide indifferenti al corpo che trovano, tiepide al punto da incoraggiare a riprendere, anche se con una lentezza infinita, le forze venute a mancare appena da un giorno”. Così riflette Corrado nella sua stanza in ospedale, scegliendo con calma le parole una per una, quasi dovesse dettare una silloge in cui raccogliere in modo libero e sentito tutti i suoi pensieri finali, quelli dopo l’evento, nel superamento del muro invalicabile, per la sfida che non è stato proprio possibile evitare. Forse sorride tra sé, mentre tiene il naso nell’aria, quasi affidandosi completamente a quel semplice ricettore per l’analisi di ogni buona vibrazione che possa giungere a lui, ed infine avverte la vicina presenza dell’infermiera mentre sta osservando sia lui che le macchine attorno al suo letto, tralasciando di farle però ogni domanda diretta. “Non si parla, non si chiede niente”, pensa ancora; “si sta fermi e si soffre, nell’attesa di ritrovare almeno qualcosa di quello che si era, nella speranza snervante che le cose vadano bene, ora che tutto ormai è fatto”.

L’orario per le visite degli amici e dei familiari giunge più tardi, quando ormai molti parametri sono già riusciti a stabilizzarsi, e gli infermieri hanno messo a punto ogni strumento, tanto che il passaggio dei medici per il controllo della cartella clinica è stato completato; quasi normale si vocifera, ed in considerazione di tutto, si potrebbe addirittura dire, in pratica, come previsto. Tra i primi che scorrono per il corridoio c’è la cugina Angelica, fedele alla parola data, mentre Corrado, nel su letto perfettamente composto, certo non si aspetta di vedere Domenico, il suo vicino di casa: troppo strumentale potrebbe apparire trovarsi lì proprio quando si può star sicuri che c’è senz’altro anche lei. Così si svolgono le solite frasi di circostanza, anche se Angelica non è mai stata una grande intrattenitrice, tutt’altro, al punto che dopo le prime informazioni tirate fuori come da base per una conversazione seguente, già non sa più cosa dire, anche se evita di guardarsi troppo attorno per prendere spunto dagli altri presenti nella cameretta da tre. A Corrado comunque fa un grande piacere avere davanti la rappresentante della sua parentela, che adesso gli tiene la mano, lo incoraggia a pensare che oramai il peggio è alle spalle, e che tutto sta per tornare alla normalità.

Infine va via, e <<sono contenta che le cose siano andate come dovevano e l’intervento sia pienamente riuscito>>, gli fa sorridendo mentre lo saluta con garbo, prima di riprendere la sua borsetta ed uscire nel corridoio. <<Tornerò domani>>, gli dice quasi come una simpatica sfida, ma dopo appena cinque minuti arriva anche Domenico, proprio quando l’orario di visita sembra ormai già terminato. Un sorrisetto di complicità, un piccolo saluto e poi basta, che tanto uno che ha subìto un’operazione chirurgica è bene non stia a strapazzarsi, lo sanno tutti, figuriamoci lui che è un professore di liceo da poco andato in pensione. Corrado sorride, una volta rimasto da solo, con la faccia sotto al lenzuolo del letto per non farsi vedere troppo allegro da chi lo circonda. “Chissà se si sono incontrati nel corridoio”, si domanda. “Forse no, appena sfiorati”, riflette. Ma non importa, non ci vuol fretta in cose del genere, si tratta di attendere con calma il momento adeguato per mostrare con un certo tatto ed una leggera gentilezza, quel che davvero si vuole, o meglio desidera.

“Fossi io quella mosca ronzante nell’aria, potrei aver visto chiaro già tutto quanto”, pensa ancora Corrado. “In ogni caso questo al momento rimane il mio unico punto di osservazione; per il resto scoprirò tutto a tempo dovuto, sempre che qualcuno abbia la volontà coraggiosa di parlarmene, spiegandomi bene che cosa possa essersi mai manifestato, considerando pure che alla fine, a me personalmente, non cambia poi molto”.

Bruno Magnolfi

Degenza accurata.ultima modifica: 2021-06-01T10:05:03+02:00da magnonove
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