Presente, senz’altro.

 

Sono solo, mi dico certe volte, soprattutto per convincermi che è vero, ammesso che questo sia proprio necessario. Ed il motivo per cui è accaduto che mi ritrovassi proprio così, in questa maniera che non ammette troppe compagnie, è indubbiamente dato dal mio carattere, dai miei modi piuttosto bruschi, ed anche dalla noiosa ricerca che spesso ho condotto sul senso nascosto delle cose, come se ogni particolare pur del tutto insignificante mi dovesse dare prova di sé, assumendo così valore, ma soltanto ad avvenuto disvelamento. Ma di questa condizione generale in fondo non ho mai avuto troppa paura, anzi, mi è sempre sembrato che il modo ideale per affrontare al meglio la quotidianità, fosse esattamente quello della completa solitudine. Quando poi mi sono reso conto che così facendo rinunciavo a molte cose, ormai era tardi. Adesso che sento impellente la necessità di riferirmi agli altri, non riesco più a trovare nessuno attorno a me: niente degli individui che negli anni hanno evitato di intraprendere i miei stessi percorsi intendo, o che abbiano maturato differenti punti di vista dai miei, soggetti con i quali sentirmi distante, ed in questa maniera potermi davvero confrontare, saggiando dei modi per meditare le cose ben lontani dalla mio ordinario sentire.

Se devo essere sincero, non ho mai sopportato il mio vicino di casa, misurandolo generalmente con un punto di vista molto distaccato, e peraltro con un metro di giudizio spesso dato dalla mia prima e particolare maniera di vedere le cose, anche se adesso che lui ha coraggiosamente compiuto il primo fondamentale passo, venendomi incontro in qualche modo, sento che forse è proprio lui il personaggio adatto con cui confrontarmi, a cui se serve posso dare anche un aiuto, considerata la sua fragilità di salute e le sue piccole manie che lo portano generalmente a volare piuttosto basso. E nello stesso tempo può anche essere, sempre lui stesso, quell’individuo che, senza neppure saperlo, riesce a mostrarsi capace di insegnare molte piccole porzioni di esistenza, elementi che per mia formazione fino a questo momento non ho mai troppo considerato, quasi come segmenti di un percorso minore. Ecco, questo è il mio punto di arrivo attuale, la coscienza di qualcosa che, mancando tra le mie esperienze, improvvisamente mi attira a sé, quasi una soffice calamita capace di spostare persino la rigidità del mio punto di vista.

Esco in giardino, mi avvicino alla rete del nostro piccolo confine comune, e poi chiamo per nome il mio vicino di casa, come fosse l’azione più naturale da compiere. <<Buongiorno, signor Domenico>>, dice dopo un attimo proprio lui, Corradino, mentre si affaccia al finestrone del suo appartamento, raggiungendomi subito dopo ed accostandosi alla recinzione con il suo passo malfermo, sempre conservando sopra la faccia quell’espressione innata quasi di meraviglia, ad indicare soprattutto che fino ad oggi non lo avevo mai trattato con questa sciolta familiarità. <<Volevo soltanto sapere come vanno le cose>>, faccio io con un leggero sorriso, ma senza mostrare quel senso di superiorità che normalmente mi verrebbe quasi naturale. Poi mando avanti la conversazione con piccole domande sui suoi esami clinici in corso, ed infine, anche per cambiare discorso, gli chiedo se per caso non senta la necessità di un mio piccolo aiuto. Corrado come sempre si schernisce, mi ringrazia, dice che per il momento se la sta cavando, e poi tira fuori, come già immaginavo, la notizia per cui anche sua cugina Angelica gli ha appena chiesto telefonicamente questa stessa cosa. Non domando niente su di lei naturalmente, però lo osservo adesso con maggiore attenzione, nell’attesa che me ne parli per indubbia spontaneità.

<<Dovrebbe venire domani a farmi una visita>>, dice infatti ancora Corrado; <<almeno così ha stabilito>>, ed io, che non aspettavo altro che ascoltare delle parole di quel genere, apprezzo immediatamente la novità. <<Potrebbe venire anche lei a casa mia, per prendere un caffè insieme a noi, signor Domenico>>, aggiunge dopo qualche momento; ed io naturalmente accetto, dopo qualche apparente riflessione, sorridendo dentro di me pur senza mostrare a lui alcun sorriso, ma annuendo leggermente a conferma della mia disponibilità; senz’altro.

Bruno Magnolfi

Presente, senz’altro.ultima modifica: 2021-05-15T11:53:49+02:00da magnonove
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