Risultato dubbio.

 

Sopra al tavolino della pasticceria che resta tra di noi, lei appoggia il vecchio libro di poesie che appena dieci minuti fa le ho regalato. Poi sorride, Angelica, nella sua maniera fredda che già in parte conosco, e forse dimostra in questo modo che in fondo non è neppure troppo interessata a quel mio piccolo dono. <<Ci sono delle novità>>, mi dice invece sottovoce all’improvviso. <<Corrado è ammalato; non si può fare niente del progetto, almeno per il momento, però dobbiamo farglielo capire senza che sospetti di quello che sappiamo su di lui>>. La guardo, vorrei dirle con una parola sola che non mi interessa quasi niente di quello che riguarda suo cugino Corrado, e mi accontenterei per il momento che lei mi vedesse come una persona, non come un semplice vicino di casa di questo suo parente. <<Quanto, ammalato>>, le chiedo invece, soprattutto per avere dei ragguagli su quello che devo aspettarmi da lui nei prossimi tempi. <<Seriamente>>, fa Angelica prendendo quasi con distrazione un nuovo sorso dalla sua tazza di caffè. <<Dobbiamo riappacificarsi; tutta la nostra famiglia con lui, e forse dimenticare le sue piccole mancanze del passato>>, prosegue come se questo fosse il nocciolo di tutta la questione. Avverto in me un tremore nelle mani; non mi piace affatto quell’argomento, vorrei parlare d’altro, anche se non so da dove cominciare.

<<E noi?>>, le faccio di getto, come avessi già stabilito una volta per tutte che in ogni caso ci deve  essere senz’altro un seguito per noi due, per me e per lei, qualcosa che vada oltre le faccende di Corrado. Angelica spinge la propria schiena contro la spalliera della sua sedia, e si guarda attorno come per rendersi ben conto delle poche persone che sono insieme a noi dentro al locale. <<Come puoi immaginarti altro in un momento contorto come questo; e poi chi ti ha mai detto che si possa impostare un “noi” del tutto separato da mio cugino?>>. Rifletto: adesso vorrei quasi ritirare il mio libro di poesie che sopra al piano del tavolo sembra sia diventato soltanto carta straccia, e mentre osservo con attenzione i capelli di Angelica, mi accorgo che il piccolo gruppo di persone nella saletta dove siamo seduti se ne sta andando, lasciandoci da soli. Tento un gesto disperato, ed allungo una mano come per farle una carezza sui capelli, e così farle capire qualcosa a cui sembra restia, ma lei intercetta il gesto, e rapidamente fa una finta mossa, come per darmi uno schiaffo sulla faccia, forse per farmi svegliare dal torpore, immagino, oppure non lo so, perché adesso mi ritrovo terribilmente confuso. <<Pensavo ci fosse della simpatia tra noi>>, dico senza neanche credere alle mie parole, e lei resta in silenzio, come a far decantare le mie sillabe.

Angelica si alza, sistema qualcosa del suo vestito, non torna neppure a guardarmi, come mi fossi fatto trasparente ai suoi occhi, e dalla sua espressione capisco che è già altrove, proiettata verso altri pensieri che non riguardano affatto la mia persona. Poi, con gesto rapido, quasi una mossa meccanica, lascia scivolare il mio stupido libro di poesie dentro la sua borsa, ed infine muove un passo verso l’uscita dalla saletta, non lasciandomi altra possibilità che seguirla. Pago in fretta alla cassa i nostri caffè, mentre lei tiene già una mano sulla porta del locale, ed infine ci ritroviamo ambedue sopra al marciapiede privi di qualsiasi argomento, mentre Angelica consulta con un gesto distratto ma quasi plateale il suo piccolo orologio da polso, sottolineando subito che adesso deve proprio andarsene. <<Ci rivediamo>>, le dico in fretta senza che la mia appaia una sciocca richiesta, e lei annuisce appena, come riflettendo attentamente su quella materia, ma dopo un attimo conferma: <<certamente>>, mi fa, come se tutte le cose per il momento rimaste insolute avessero bisogno obbligatoriamente di trovare un qualche risultato.

 

Bruno Magnolfi

Risultato dubbio.ultima modifica: 2021-05-08T18:37:27+02:00da magnonove
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