Che nulla sembra distoglierla.

 

 

Lei a volte ti guarda, se proprio non può farne a meno, però difficilmente assume un’espressione che possa suggerire qualcosa o che comunque incoraggi gli altri a parlarle, perché se c’è un atteggiamento che più di ogni altro riassume i suoi modi di fare e di comportarsi, è proprio l’ostentazione dell’indifferenza, come se tutto quanto ciò che le avviene vicino o magari anche a qualche distanza, non riguardasse in nessun caso direttamente la sua persona, che rimane quasi sempre in una posizione praticamente di attesa, di stasi, senza protendersi mai in nessun gesto, qualsiasi cosa si possa verificare. Che probabilmente non lascia passare nella sua testa neppure per un attimo la possibilità di fare qualcosa di diverso, come non esistesse proprio un’occasione tale da farla impegnare in un’azione anche ordinaria, se non del tutto inconsueta. Che proprio in questo modo riesce così a far parlare di sé, mostrando un modo di comportarsi quasi mai visto, considerato che anche soltanto rivolgersi a lei con qualche parola azzeccata cercando di catturare un minimo di attenzione con quello che le si dice, generalmente non produce alcuna attività, nessuna reazione.

Lei appare ferma, marmorea, tanto che spesso viene voglia di toccarla almeno con un semplice dito, tanto per vedere se in questa maniera potesse mai muoversi, cambiare la sua posizione, variare qualcosa nel modo costante che ha di stare seduta. Che assume così la capacità di essere presente proprio come un individuo che inquieta, senza lasciare la possibilità di alcuna trasparenza nella sua figura, siccome proprio al centro di quella scena, secondo un criterio ormai consueto, e al contrario di quanto avviene realmente, si dovrebbero svolgere i fatti, o perlomeno si potrebbe snodare con un minimo impegno un qualche dialogo, lasciando almeno alla parola la possibilità di guarnire con qualche espressione facciale delle opinioni anche semplici, poco impegnative. Che nessuno forzatamente richiede tra tutti coloro che le rimangono attorno, almeno quando si fa vedere al solito locale dove volentieri ci si siede nel tardo pomeriggio, giusto per bere qualcosa, e scambiare qualche battuta di spirito tra amici, nella speranza, fino ad oggi mai tramontata, di una sua partecipazione maggiormente decisa al generale ritrovo.

Lei infine va via, mostrando di non averlo affatto deciso in precedenza, magari seguendo un orario che per combinazione le giunga improvviso, ma mettendo in atto la sua decisione, immediatamente improrogabile, soltanto nell’esatto momento in cui si verifica, senza aver neppure bisogno di dichiararla mentre si alza con calma dalla sua sedia, raccoglie la borsetta appoggiata lì accanto, ed esprime un “ciao” neutro e del tutto impersonale, lasciato in aria in modo indiretto a tutti e a nessuno, colmando improvvisamente l’aria ferma del luogo con la sua voce leggera, monotona, priva di qualsiasi inflessione. Che nessuno peraltro si aspetterebbe qualcosa anche di vagamente diverso, considerato il modo di essere ormai noto a molti, riguardo al comportamento adottato ogni volta che si lascia vedere là in mezzo alla solita compagnia. Che per quanto già imparato oramai da molto tempo, ogni presente non trova da mostrare alcuna meraviglia nell’improvvisa assenza di lei, che riesce, proprio in virtù di quella impagabile capacità di esserci senza mai però partecipare, ad allungare in qualche maniera la propria presenza, quasi che la sua ombra, o la sua forma, per meglio dire, restasse avviluppata ancora per diversi minuti su quella sedia dove era rimasta immobile per tutto il tempo, meravigliandoci ogni volta per quella sensazione rimasta sospesa, quasi una magia, come un disegno accurato tracciato nell’aria, neppure da lei, rimasto comunque in sua vece, quasi a ricordarci che c’era, era qui; e forse c’è ancora.

 

Bruno Magnolfi

Che nulla sembra distoglierla.ultima modifica: 2020-09-01T17:38:06+02:00da magnonove
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