Buon andamento aziendale.

 

Torna facile dare appuntamento senza alcun preavviso ad una persona già forse impaurita dalle voci che corrono ultimamente in azienda, chiedendole perentoriamente di farsi vedere negli uffici della direzione al termine dell’orario del suo turno di lavoro. Lui è uno di quei dipendenti ormai segnato, che va costretto a dimettersi, o almeno lasciare alla svelta quel suo ruolo di supervisore del ramo produzione, troppo ambiguo il suo comportamento negli ultimi tempi, così poco consono alle esigenze di produttività dell’impresa ed alla linea che desidera tenere la nuova proprietà. Non c’è bisogno di spiegare neppure troppe cose, basta convincerlo che i suoi metodi non sono adeguati, e che può rivolgersi tranquillamente alla concorrenza, se vuole conservare un profilo simile a quello che riveste in questo momento, oppure accettare un forte abbassamento di livello e rientrare nei ranghi più produttivi, al massimo come caposquadra.

Non si può essere troppo flessibili, c’è bisogno di dare una sferzata alle sacche di stanchezza del personale che ultimamente si sono venute a concretizzare, e senz’altro far circolare la voce che tra i dipendenti dell’area produttiva è stato colpito qualcuno che reggeva le fila di un certo andazzo, può essere la svolta giusta che in questo momento ci vuole. Naturalmente non interessano a nessuno gli anni di esperienza e le capacità dimostrate dal dipendente nel galleggiare tra i capireparto senza mai pestare i piedi a qualcuno, e non è comunque un tipo di figura intermedia troppo amata dai dipendenti dentro l’azienda; peraltro non appare dalla sua schedatura neanche uno con delle simpatie sindacali, forse soltanto per compiacenza verso i suoi superiori, per cui, senza alcuna difesa, dovrà rassegnarsi rapidamente, magari anche su due piedi, alle novità che incombono attorno alla propria carriera.

In seguito non ci saranno dei grossi problemi: colpito lui e qualcun altro del genere, gli altri abbasseranno velocemente le orecchie e saranno maggiormente disposti ad aumentare tutti i ritmi di lavoro, e quindi anche accettare senza battere ciglio gli straordinari richiesti. Certo, di controparte lui potrebbe rifarsela con qualche superiore, magari prenderne di mira l’auto con cui lo ha visto dentro al parcheggio, e di nascosto forare una ruota o graffiare la carrozzeria, ma anche questo può essere un problema aggirabile, magari facendogli spiegare segretamente da qualche dipendente di cui si fida, che se avverranno cose del genere sarà lui il primo ad esserne incolpato. Per vie legali naturalmente non avrebbe alcuna possibilità di cavarsela, ed anche se cercasse di mettere contro la direzione un qualsiasi gruppo di dipendenti che per qualche motivo tengono dalla sua parte, sarà facile disinnescare qualsiasi volontà in questo senso.

Così non resta che starsene in ufficio almeno in tre, ad attendere che lui arrivi all’orario pattuito, e senza neppure invitarlo a sedersi, fargli un paio di domande specifiche per metterlo il più possibile a disagio, fino a quando, lasciandogli intercettare degli ambigui sguardi ammiccanti tra coloro che ha di fronte, inizierà a balbettare e a comprendere sempre meno che cosa gli viene davvero richiesto. Nessun sorriso, nessuna benevolenza, soltanto un’aria di ostilità riversatagli in faccia da chi è fermamente convinto delle sue scarse qualità, tanto da dover mettere in pratica, per costrizione, tutte le misure necessarie per il futuro buon andamento aziendale.

Bruno Magnolfi

Buon andamento aziendale.ultima modifica: 2019-12-11T21:10:04+01:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo